Affondano le azioni Recordati dopo vendita quota Rossini

Affondano le azioni Recordati dopo vendita quota Rossini

Il principale azionista del gruppo farmaceutico italiano è sceso sotto il 50% del capitale attirando forti vendite sul titolo ma alcuni analisti ritengono che questa mossa allontani le voci di una possibile vendita completa.

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Titolo Recordati in rosso

Azioni Recordati in fondo al FTSE MIB nella prima ora di seduta a Piazza Affari, affondate dalla decisione di Rossini di vendere parte della propria quota del capitale della multinazionale farmaceutica italiana fondata nel 1926 con sede a Milano che sviluppa, produce e commercia prodotti farmaceutici o di chimica farmaceutica.

La quotazione di Recordati arriva a cedere oltre il 6% e scende a 55,40 euro, ai minimi di un mese, riducendo così al 9% la crescita ottenuta in questo 2025.

Rossini vende

Ieri Rossini sarl, la holding lussemburghese con la quale CVC Capital Partners e i suoi co-investitori, PSP Investments, StepStone e Alpinvest, controllavano dal 2018 il 51,82% del gruppo farmaceutico italiano ha comunicato di aver concluso con successo la vendita di circa 10,5 milioni di azioni ordinarie Recordati, pari a circa il 5% del capitale. A questo punto, Rossini resta titolare di circa il 46,8%.

Il collocamento, effettuato mediante una procedura di accelerated bookbuilding, è stato fissato a un prezzo di 55,70 euro per azione, attirando così le vendite sul titolo, e sarà regolato mediante consegna delle azioni e pagamento del corrispettivo il 21 febbraio 2025. Rossini ha concordato un periodo di lock–up dalla durata di 90 giorni in relazione alla vendita di ulteriori azioni della società, fatte salve le consuete eccezioni previste dalla prassi.

La holding intende utilizzare i proventi netti derivanti dal collocamento in conformità con i requisiti previsti dai suoi documenti finanziari, ivi compreso il pagamento o l' offerta di rimborso di determinate obbligazioni e la distribuzione agli azionisti. La società non riceverà proventi dalla vendita di azioni.

Nel contesto dell’operazione, Goldman Sachs Bank Europe SE e J.P. Morgan SE agiscono in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e Deutsche Bank AG agisce in qualità di Joint Bookrunner.

Allontanate le voci di vendita completa

“Si stima che circa 400 milioni di euro (ovvero il 68% dell'incasso totale) verranno utilizzati per ridurre il debito di Rossini”, sottolineano da EQUTA, “il resto potrebbe essere utilizzato per pagare dividendi agli azionisti di Rossini”.

Nonostante questa vendita, gli analisti della sim mantengono una visione positiva su Recordati dal punto di vista fondamentale. Le valutazioni future dell'azienda (per gli anni 2025-2026) rimangono interessanti, con multipli EV/EBITDA, EV/EBIT e P/E che indicano un potenziale di crescita.

Questa operazione sembra allontanare le voci di una possibile vendita completa della partecipazione di Rossini in Recordati. In passato si era parlato di un possibile interesse da parte di Angelini, ma questa ipotesi era stata smentita”, aggiungono da EQUITA, non ritenendo che Rossini avrà bisogno di vendere ulteriori azioni di Recordati in futuro e mantenendo una raccomandazione di acquisto (buy) sul titolo, con un prezzo obiettivo di 65 euro per azione.

Il rifinanziamento del debito

La scorsa estate Rossini aveva rifinanziato il debito e distribuito un extra dividendo agli azionisti attraverso l’emissione in due tranche di 1,85 miliardi di euro di nuovi bond a tasso fisso e variabile che a loro volta andavano a rimborsare 1,3 miliardi di bond in scadenza a ottobre 2025.

A quel punto, da più parti era attesa una possibile cessione di una quota di minoranza di Rossini da parte della cordata guidata da CVC a un nuovo entrante: tra i nomi che circolavano a luglio c’erano quelli di KKR, TPG, Advent, Angelini Pharma e un fondo sovrano di Abu Dhabi.

Le indiscrezioni lo scorso novembre avevano poi virato dai fondi ad altre aziende di settore come potenziali investitori nella casa farmaceutica, dopo le dichiarazioni in tal senso rilasciate a Reuters da Sergio Dompè, amministratore delegato di Dompé Farmaceutica: “Sappiamo che ci sono stati contatti con altri gruppi farmaceutici italiani”, aveva dichiarato Dompè, aggiungendo che la sua azienda non era interessata. Nei giorni successivi era poi emerso il nome del gruppo Angelini con il quale si diceva che CVC stesse trattando.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: REC.MI
Isin: IT0003828271
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