AI, la nuova febbre dell’oro: Nvidia, Oracle e Alibaba volano in Borsa

AI, la nuova febbre dell’oro: Nvidia, Oracle e Alibaba volano in Borsa

Titoli in rally grazie agli annunci di spesa miliardaria per data center. OpenAI alza la posta con un piano da 400 miliardi negli Stati Uniti. Multipli sempre più elevati alimentano i dubbi degli analisti su una possibile sopravvalutazione

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AI: investimenti record e mercati in fibrillazione

La corsa agli investimenti in infrastrutture per l’intelligenza artificiale non conosce soste. Nelle ultime ore OpenAI ha annunciato un piano senza precedenti: la costruzione di cinque nuovi data center negli Stati Uniti, in collaborazione con Oracle e SoftBank, per un impegno complessivo stimato in 400 miliardi di dollari. Si tratta di una delle più grandi iniziative infrastrutturali della storia recente, con una capacità energetica prevista di circa 7 gigawatt.

L’annuncio conferma la strategia dell’amministratore delegato Sam Altman, deciso a spingere sull’infrastruttura come fattore chiave per garantire la leadership tecnologica di OpenAI. “Saremo sempre in un mondo a capacità limitata, ma non vogliamo mai più trovarci così vincolati sul fronte del calcolo”, ha dichiarato.

Una girandola di annunci miliardari

Quello di OpenAI è soltanto l’ultimo tassello di una catena di annunci che negli ultimi giorni ha coinvolto i principali attori globali. Pochi giorni fa è stato reso noto l’accordo tra la stessa OpenAI e Nvidia, che non si limiterà a fornire i propri chip ma parteciperà alla progettazione dei data center, con un investimento da 100 miliardi di dollari. Nvidia, già leader indiscusso nel mercato dei semiconduttori per l’AI, rafforza così il suo ruolo strategico lungo tutta la filiera.

In meno di 48 ore, OpenAI ha annunciato impegni pari a 17 centrali nucleari: il piano richiederà la quantità di elettricità necessaria per alimentare oltre 13 milioni di abitazioni statunitensi.

Nella notte è arrivata la risposta dalla Cina. Alibaba ha comunicato un nuovo piano di spesa miliardario in intelligenza artificiale, destinato a rafforzare la divisione cloud e ad espandere la rete di data center a livello globale. L’azienda guidata da Eddie Wu aveva già annunciato a febbraio un’iniziativa da 380 miliardi di yuan (circa 53 miliardi di dollari) in tre anni, ma ora punta a incrementare ulteriormente la dotazione, con lo sguardo rivolto all’“era della superintelligenza artificiale”.

Effetto immediato sulle Borse

Ogni annuncio legato all’AI si traduce in rialzi spettacolari sui mercati azionari. È accaduto con Nvidia, che il 22 settembre ha toccato un nuovo massimo storico a 184 dollari, con un progresso del 32% dall’inizio dell’anno. La market cap è salita a 4.340 miliardi di dollari, pari a 40 volte gli utili attesi 2026. È accaduto con Oracle, che viaggia sui massimi assoluti della sua storia dopo un rialzo dell’88% da inizio anno e del 33% nell’ultimo mese: il titolo tratta a 64 volte gli utili attesi 2026.

A Hong Kong, Alibaba ha registrato stamattina un balzo del 6%, tornando ai livelli del 2021. Il titolo ha guadagnato il 92% da inizio anno, anche se rimane sotto del 46% rispetto ai massimi storici di ottobre 2020 (307 dollari). Dal punto di vista delle valutazioni, Alibaba appare più conveniente dei concorrenti americani, con un P/E 2026 di sole 22 volte.

Oracle cambia pelle per l’AI

Il nuovo corso di Oracle merita un’attenzione particolare. La società, partner chiave di OpenAI nel progetto Stargate, ha appena cambiato la propria governance: Clay Magouyrk e Mike Sicilia sono stati nominati co-CEO, subentrando a Safra Catz. Una mossa che riflette la volontà di accelerare sugli investimenti in infrastrutture cloud e AI, facendo leva sulla nuova alleanza strategica con OpenAI.

Secondo il management, la domanda di capacità di calcolo è destinata a crescere in modo quasi infinito e soltanto partnership su larga scala possono garantire lo sviluppo di data center adeguati. L’intesa con OpenAI e SoftBank rappresenta l’asse portante della strategia futura.

Il rischio bolla: annunci, investimenti, rialzi di Borsa

L’entusiasmo dei mercati è palpabile, ma alcuni osservatori avvertono che si sta creando un circolo vizioso: le società annunciano nuovi piani miliardari, i titoli schizzano verso nuovi massimi, il capitale raccolto facilita ulteriori investimenti, alimentando aspettative sempre più elevate.

Lo stesso Altman ha riconosciuto l’esistenza di segnali di euforia, pur ribadendo la convinzione che nel lungo termine il valore creato dall’intelligenza artificiale sarà “gigantesco per la società”. Nel frattempo, però, il rischio è che gli investitori possano pagare a caro prezzo l’eccesso di entusiasmo.

Una partita globale

La realtà è che l’AI non può svilupparsi senza infrastrutture mastodontiche. Secondo le stime, gli investimenti complessivi in data center e ricerca supereranno i 4.000 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, il più grande sforzo tecnologico mai intrapreso. In questo contesto, gli annunci di OpenAI, Oracle, Nvidia e Alibaba non sono episodi isolati, ma tasselli di una corsa globale che vede in palio non solo il primato industriale, ma l’influenza geopolitica del prossimo decennio.

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