Al via Jackson Hole, ma cosa dirà Powell? Le previsioni degli analisti
L’evento più importante dell’annuale Simposio organizzato dalla Fed sarà l’intervento del Presidente dell’istituto centrale statunitense, ma non sono molte le certezze circa il messaggio che lancerà circa le future scelte in tema di politica monetaria.
Inizia il Simposio di Jackson Hole
Parte oggi il Simposio di Jackson Hole, tradizionale conferenza di tre giorni della Federal Reserve organizzata dalla Federal Reserve Bank di Kansas City nella contea di Teton, nel Wyoming.
Titolo dell’edizione di quest’anno sarà “Rivalutare l’efficacia e la trasmissione della politica monetaria” e l’oggetto principale dei lavori saranno 159 paper scritti da autori selezionati dalla Fed di Kansas city, legati all’inflazione, al mercato del lavoro e al commercio internazionale. Temi cruciali per l’economia internazionale, capaci di coinvolgere ben 370 contributi di esperti, autori, moderatori e relatori dal 1978 ad oggi.
L’evento più importante del Simposio, e principale market mover di questa settimana, sarà l’intervento del Presidente della Fed, Jerome Powell, in agenda domani alle ore 16 italiane.
Ovviamente, i mercati analizzeranno parola per parola del suo discorso, valutando le conseguenze sulle future scelte dell’istituto centrale statunitense, da molti atteso avviare l’allentamento della sua politica monetaria già da settembre.
Cosa dirà Powell?
Sono diversi gli economisti che si attendono segnali decisi su un taglio dei tassi di interesse a settembre, confermando così quanto detto nella conferenza stampa di luglio.
Tra questi Ian Shepherdson, economista capo di Pantheon Macroeconomics: "Ci aspettiamo che il signor Powell dia il suo segnale più chiaro finora che il FOMC allenterà la politica a settembre e in un'altra riunione quest'anno”.
"I mercati sono così fiduciosi che i tagli dei tassi arriveranno molto presto", secondo Eric Beiley, direttore esecutivo della gestione patrimoniale presso Steward Partners Global Advisory, aggiungendo che “sarebbe una grande sorpresa se Powell non rafforzasse l’idea che questa è la strada da seguire”.
Dipendenza dai dati
Alle certezze di alcuni analisti si contrappongono le dichiarazioni di alcuni banchieri della Fed, secondo le quali le mosse della banca centrale continuano ad essere dipendenti dai dati economici, con tagli maggiori nel caso in cui l’inflazione dovesse rallentare e il mercato del lavoro sembri a rischio di implosione sotto il peso dell’alto costo del denaro.
Per questa ragione Powell potrebbe non essere così diretto nel prospettare il primo taglio dal 2020, all’epoca deciso per tamponare l’emergenza da pandemia. "In definitiva, pensiamo che la dipendenza dai dati da parte della Fed potrebbe limitare le indicazioni future fornite da Powell, poiché sarà difficile impegnarsi in anticipo su una traiettoria particolare", hanno scritto Justin Weidner e altri analisti di Deutsche Bank in un commento.
Segnali di fumo
Alcuni esperti, però, avvertono di non aspettarsi molta chiarezza dal capo della Fed che, secondo Bill Dudley, editorialista di Bloomberg Opinion ed ex capo della Fed di New York, potrebbe “solo insinuare che una politica monetaria restrittiva non è più giustificata” e non si attende che segnali l'entità del primo taglio, soprattutto perché il 6 settembre c'è un rapporto sull'occupazione che i banchieri centrali devono considerare prima della loro prossima decisione politica del 18 settembre.
"Guardando ai discorsi passati di Jackson Hole, è improbabile che Powell faccia commenti molto prescrittivi", ha affermato Tom Hainlin, stratega nazionale degli investimenti presso US Bank Wealth Management.
“Quello che vogliamo sapere è come si presenta effettivamente il percorso dei tassi della Fed, se si tratta di un taglio per riunione o se i dati dipendono ancora da posti di lavoro e dati sull'inflazione", ha aggiunto Hainlin, ritenendo che “probabilmente non lo dirà ed è più probabile che i trader ottengano queste informazioni alla riunione della Fed di settembre”.
Delusione per il mercato
Cosa potrebbe accadere sui mercati domani? Se il dibattito sembra spostarsi da "taglieranno o non taglieranno?" a "quanto verrà ridotto il costo del denaro?", quindi se uno o due riduzioni dei tassi, i trader azionari potrebbero rimanere delusi.
Nelle ultime settimane i trader hanno ridotto le loro previsioni di una riduzione dei tassi a settembre di 50 punti base a seguito di segnali di un'economia resiliente, stimando circa 30 punti base di allentamento il mese prossimo. “Questo significa che il rischio di mercato percepito da Jackson Hole si sta riducendo, con gli investitori che non si aspettano più tagli aggressivi, che storicamente sono stati utilizzati per arginare il rallentamento della crescita”, secondo Hainlin.
"Se i trader sentono che i tagli stanno arrivando, le azioni reagiranno favorevolmente", prevede Eric Beiley, direttore esecutivo della gestione patrimoniale presso Steward Partners Global Advisory, ma "Se non sentiranno ciò che vogliono, questo innescherebbe una grande svendita” sull’azionario.
"Il suo tono sarà cruciale", secondo Stephanie Lang, responsabile degli investimenti presso Homrich Berg: "Se sconvolge il mercato ed è aggressivo, le azioni reagiranno negativamente" ma “Powell non ha bisogno di spaventare i mercati ma di dare fiducia che l'inflazione sta calando e che i funzionari sono a loro agio nel portare i tassi restrittivi a un livello più neutrale”.
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