Alibaba “festeggia” due anni di calvario. Cosa aspettarsi adesso?


Dopo il drastico calo dell’anno scorso, la redditività è in crescita e la società prosegue a investire nella diversificazione puntando su cloud e logistica. Ma la vera svolta è il discorso di Xi Jinping al Congresso: la Cina punta sulla tecnologia.


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In 24 mesi ribasso del 77%.

Ricorrono in questi giorni esattamente due anni dal massimo storico di Alibaba, segnato il 19 ottobre 2020 a 306 dollari. Da allora per gli azionisti del gruppo cinese dell’e-commerce è iniziato un lungo calvario condito da rari e illusori sprazzi di luce. Alibaba è stata la prima vittima del giro di vite con cui il Partito comunista e il governo cinese sono intervenuti per ridimensionare il potere dei giganti della tech-economy. In 24 mesi la quotazione è scesa del 77%.

Quando i rapporti con Pechino sembravano finalmente riappacificati, con il fondatore di Alibaba, Jack Ma, ridotto a un silenzio “volontario”, i conti del gruppo hanno iniziato a soffrire per la maggiore concorrenza e per la politica dei lockdown. Ancora non si sa se Alibaba riuscirà a quotare la controllata Ant Group, società leader nei pagamenti elettronici e nei servizi fintech. L’Ipo di Ant era stata bloccata dalle autorità nel dicembre 2020, pochi giorni prima del previsto sbarco in Borsa.

Gli analisti vedono un upside potenziale del 96%.

Oggi l’azione Alibaba vale 72 dollari, una quotazione così misera non la si vedeva dal marzo 2016, ma gli analisti non si rassegnano. Su 43 esperti che coprono il titolo, MarketScreener segnala che ben 39 consigliano di comprare azioni Alibaba e il target price medio è 139 dollari, un obiettivo di prezzo che indica un potenziale di rialzo del 96%.

Su cosa si basa questa perseveranza positiva degli analisti, e perché il mercato continua ad andare dalla parte opposta rispetto al loro suggerimento?

La maggior parte degli analisti è affascinata dalla capacità di Alibaba di dominare il proprio business e di diversificare l’attività. Il bilancio 2021-2022, chiuso al 31 marzo scorso, ha segnato una drastica caduta della redditività con l’utile sceso del 60% circa. Alibaba ha sofferto per il rallentamento dell’e-commerce, che ha fatto registrare un calo dell’1% dei ricavi, ma il management non ha smesso di investire e di puntare sulla crescita di altri business, in particolare il cloud (ricavi +10%) e la logistica.

Una montagna di liquidità per finanziare nuovi progetti.

Questa diversificazione, sostengono gli analisti, aiuterà la società ad affrontare l’attuale fase di incertezza a livello macro-economico. Per finanziare i nuovi progetti Alibaba ha a disposizione una montagna di liquidità: a marzo 2023, quando chiuderà il bilancio 2022-2023, la società potrà contare su una posizione finanziaria netta positiva per 39 miliardi di dollari.

Dopo la caduta dell’anno scorso, adesso la redditività è in netto miglioramento. Il margine operativo, che l’anno scorso era sceso all’8,1% dal 18% dell’anno precedente, è tornato abbondantemente sopra il 10% con un’indicazione di ulteriore miglioramento per l’anno prossimo.

Il consensus degli analisti stima che il bilancio 2022-2023 chiuderà il prossimo marzo con un utile cresciuto del 56% a 13 miliardi di dollari, su ricavi per 125 miliardi (+5,9%).

Sulla base di queste stime, Alibaba tratta oggi a 14 volte l’utile 2022-2023 e 12 volte l’utile dell’anno successivo. Amazon tratta a 50 volte l’utile 2023.

La grande frenata dell’economia cinese.

Messi così i numeri sono convincenti, quello che il mercato teme, però, è lo scenario di fondo dell’economia cinese.  Oggi gli investitori continuano ad essere nervosi per quanto riguarda l'economia. La Banca Mondiale prevede che il Pil cinese crescerà solo del 2,8% quest'anno, mentre il governo di Pechino aveva inizialmente promesso una crescita del 5,5% per l'anno in corso.

Anche la rapida diffusione dei casi di Covid continua a preoccupare. Recentemente i casi a Pechino hanno raggiunto il massimo da quattro mesi, mentre più di un milione di persone nella città di Zhengzhou sono chiuse in casa all'inizio di questa settimana.

Ha suscitato preoccupazione il fatto che questa settimana, con il Congresso del Partito comunista in corso, la Cina abbia rinviato la pubblicazione del Pil del terzo trimestre, che secondo un sondaggio Reuters avrebbe dovuto attestarsi intorno al 3,4%. Ma non tutti sono pessimisti: secondo Bruce Pang, capo economista di Hong Kong per Jones Lang Lasalle, “il rinvio nella pubblicazione dei dati economici non è dovuto alla cattiva ripresa economica, ma al Congresso in corso, poiché le autorità vogliono che i media e il pubblico si concentrino sui messaggi chiave trasmessi dal grande evento”.

Xi Jinping e l’accento sulla tecnologia.

E qui c’è la nota positiva: perché uno dei messaggi chiave nel discorso di domenica scorsa del presidente Xi Jinping è la grande importanza dello sviluppo tecnologico del Paese. Indicando l’agenda del Partito comunista per i prossimi cinque anni, Xi ha sottolineato la necessità di concentrarsi sulla vittoria in cluster tecnologici importanti.

Parole che fanno ben sperare per colossi tecnologici come Alibaba e Tencent, dopo che la repressione governativa del settore tecnologico ha cancellato in due anni più di mille miliardi di dollari di valore di mercato.

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Codice: BABA
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