Alibaba in calo dopo i rumor su una riduzione della quota di SoftBank


La banca giapponese avrebbe ridotto al 3,8% la sua partecipazione nel gigante cinese dell’e-commerce a seguito di un’ulteriore vendita di azioni dopo le cessioni arrivate nei mesi scorsi.


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Alibaba in difficoltà

Titolo Alibaba protagonista sui mercati dopo le indiscrezioni diffuse dal Financial Times circa l’ulteriore vendita

della gran parte della quota detenuta del gigante cinese dai giapponesi di SoftBank.

Le azioni di Alibaba sono scese di oltre il 2% nelle contrattazioni after-hours di New York e alla borsa di Hong Kong, mentre ha ceduto l’1% il titolo SoftBank a Tokyo.

Il calo rappresenta uno stop al recupero del valore delle azioni di Alibaba, cresciute bruscamente a marzo dopo l’annuncio dei suoi piani di divisione in sei unità separate, a cui si sono aggiunti i segnali di allentamento del controllo normativo in Cina e l’ottimismo per una ripresa dell’economia cinese.

La vendita

Il Financial Times scrive di una vendita di quasi tutta la partecipazione detenuta da SoftBank in Alibaba, decisa per limitare la sua esposizione in Cina.

Il quotidiano cita alcuni documenti depositati alla SEC secondo i quali l’istituto nipponico avrebbe così ridotto la sua partecipazione nel gruppo cinese al 3,8%.

Si tratterebbe di un’ulteriore cessione effettuata dalla banca giapponese dopo che nel corso di quest’anno aveva venduto oltre 7 miliardi di dollari di azioni tramite future prepagati, mentre già l’anno scorso il gruppo aveva ceduto una grossa fetta delle sue azioni detenute nel gigante dell’e-commerce per 29 miliardi di dollari.

Se con la vendita del 2022 la quota di Softbank era scesa dal 23,7% al 14,6%, la nuova operazione riduce la sua partecipazione ad un 3,8%, calcola il FT.

Nessun dettaglio sul valore dell’operazione e dalla banca hanno annunciato che l’importo verrà reso noto al momento della diffusione dei risultati sul quarto trimestre, prevista a maggio.

Modalità difensiva

La mossa di SoftBank arriva in un momento cruciale per i giapponesi, impegnati nella quotazione in borsa di ARM, la società britannica produttrice di chip, con lo scopo di recuperarsi da ingenti perdite dovute a investimenti falliti e raccogliere almeno 8 miliardi di dollari.

Per Alibaba, al contrario, si tratta del ritiro di un socio di lunga data, arrivato ad un certo punto a detenere anche il 34% del suo capitale.

SoftBank, dopo aver rifiutato di commentare i documenti normativi, ha dichiarato che le transazioni di Alibaba riflettono il suo passaggio a “una modalità difensiva” per affrontare un ambiente commerciale più incerto. “Stiamo rafforzando la nostra stabilità finanziaria aumentando la liquidità a disposizione attraverso la raccolta di contanti”, hanno aggiunto i giapponesi.

Monetizzare

Con la vendita, l’istituto giapponese otterrà una monetizzazione inserita nel processo di quotazione di ARM: “SoftBank è stata chiara sul fatto che deve monetizzare le partecipazioni redditizie”, sottolinea Jon Withaar, responsabile Asia special situations di Pictet Asset Management.

“Forse qualcuno si aspettava che potessero rallentare il ritmo di vendita di Alibaba ora che l’IPO di ARM si sta avvicinando al completamento, ma in definitiva tutto ciò che stanno facendo rientra nell’ambito di ciò che hanno comunicato al mercato”, aggiunge Withaar.

La crisi di SoftBank

Per SoftBank l’investimento in Alibaba è risultato uno dei peggiori investimenti mai realizzati, per il quale aveva pagato 20 milioni di dollari oltre vent’anni fa quando il gruppo guidato da Jack Ma era appena agli inizi e oggi le azioni della società di e-commerce sono ai minimi di sei anni.

All’epoca, Jack Ma “non aveva un piano aziendale e zero entrate, i dipendenti erano forse 35 o 40”, racconta il fondatore il fondatore di SoftBank, Masayoshi Son, “ma i suoi occhi erano molto forti e brillanti”, mentre “dal modo in cui parlava, dal modo in cui guardava le cose, ho capito che ha un carisma, un vero leader”.

I problemi caratteriali di Ma si sono trasformati in un problema nell’ottobre 2020, quando ha criticato le banche statali cinesi durante un vertice finanziario a Shanghai.

A quel punto, Pechino ha sospeso l’IPO della società sorella di Alibaba, Ant, mentre il presidente Xi Jinping ha lanciato una campagna per tenere sotto controllo i gruppi tecnologici del paese.

Il giro di vite ha ridotto il prezzo delle azioni di Alibaba del 70%, facendo sì che SoftBank vendesse la maggior parte della sua partecipazione a un prezzo pari a quello con cui Alibaba ha aperto le contrattazioni a New York otto anni fa.

Negli ultimi 14 mesi, SoftBank ha ricavato in media 92 dollari per azione dalle vendite a termine di 389 milioni di azioni Alibaba, molto al di sotto del massimo storico della società, pari a 317 dollari per azione, secondo i documenti forniti da The Washington Service.

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Codice: BABA
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