Alla BCE c’è chi già parla di tagli dei tassi

Il governatore della Banca di Francia ha parlato del 2024 come anno per avviare l’allentamento della politica monetaria dell’istituto centrale europeo, ribadendo la necessità di ridurre l’inflazione fino ai target fissato.
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Parlare di tagli BCE
Tagliare i tassi di interesse della Banca centrale europea. Se la Presidente Christine Lagarde si era affrettata a smentire qualunque dibattito in merito (“non ne abbiamo parlato”) nel corso dell’ultimo consiglio direttivo (14 dicembre), oggi ci pensa il governatore della Banca di Francia e membro dello stesso board, Francois Villeroy de Galhau.
Il banchiere ha indicato chiaramente che il percorso di riduzione del costo del denaro “dovrebbe partire nel 2024”: “tra l’aumento dei tassi, che, salvo sorprese, è terminato, e il taglio, che dovrebbe iniziare il prossimo anno, c’è un plateau”.
Questa strategia di “pazienza” è vista come un elemento chiave per evitare di cadere nuovamente nella trappola dell’inflazione e la decisione sarà “basata sui dati economici a disposizione e verrà presa in maniera autonoma, indipendentemente dalle mosse della Federal Reserve statunitense”.
“Il rimedio è efficace, non sempre piacevole, ma essere sulla strada per battere l’inflazione è una grande notizia per i francesi, per il potere d’acquisto e per la crescita economica”, ha concluso Villeroy.
Il francese vede l’inflazione scendere al 2% al più tardi entro il 2025: “Lo dirò molto chiaramente stamattina: questa non è solo una previsione, è un impegno”.
Non è la prima volta che Villeroy parla apertamente di tagli, in quanto già il giorno dopo la riunione della BCE della scorsa settimana aveva affermato che “la prossima mossa dovrebbe essere, salvo sorprese, un taglio”.
Tentativi di frenata
Le parole di Villeroy arrivano dopo quelle di Yannis Stournaras, governatore della banca centrale della Grecia e suo collega alla BCE, il quale avvisava che l’istituto centrale deve vedere l’inflazione stabilmente sotto il 3% entro la metà del prossimo anno prima di iniziare a ridurre i tassi.
Stournaras ha poi evidenziato la differenza tra quando previsto dagli investitori e le intenzioni della BCE, visto che i mercati si attendono l’avvio dei tagli già ad aprile (se non a marzo), nonostante le indicazioni di senso contrario espresse dalla presidente Christine Lagarde la scorsa settimana.
"Non possiamo rischiare", ha detto il banchiere, “dobbiamo vedere l'inflazione stabilmente sotto il 3% entro la metà dell'anno prima di tagliare i tassi”.
Un allentamento prematuro “sarebbe peggiore di un’attesa troppo lunga”, ribadiva Peter Kamizir, membro del consiglio direttivo e governatore della Banca nazionale di Slovacchia.
“La prudenza è la chiave”, ha affermato il 55enne. "Stiamo osservando attentamente gli indicatori economici, ma non faremo mosse affrettate. Non è il momento di allentare la nostra vigilanza. Il calo positivo dell'inflazione osservato negli ultimi mesi, compreso il mese di novembre, non è sufficiente per dichiarare la vittoria e passare alla fase successiva. Non siamo ancora fuori dai guai”.
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