Allarme debito per Atlantia mentre voci danno per certa la revoca delle concessioni


L’approvazione del decreto milleproroghe e il debito che pesa sulla società rendono più facile il ritiro delle concessioni ad Austostrade per l’Italia


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Il debito di Atlantia e il downgrade di S&P

Atlantia resta al centro dell’attenzione politica e finanziaria mentre si discute sul futuro della società, dopo l’approvazione del decreto milleproroghe.

Se il decreto approvato dal governo ha ridotto i costi per la revoca delle concessioni alla controllata Autostrade per l’Italia, il tema del debito di Atlantia aumenta le incertezze sulla società, visti i 38 miliardi che pesano sul bilancio.

A questo si è aggiunto il tema del rating, con S&P che rappresenta solo l’ultimo istituto che ha ridotto il giudizio su Atlantia, portandolo a BB- dal precedente BBB- con outlook negativo.

Secondo una nota dell’istituto, sono proprio le caratteristiche del decreto milleproroghe a far aumentare il rischio di revoca o di rescissione delle concessioni.

Le scelte del governo e l’attacco di Renzi

Oggi i media diffondono voci di una decisione già presa da parte del governo, con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che si è detto convinto dell’inevitabilità della revoca per Autostrade.

Secondo quanto scrive La Stampa, infatti, “se non sarà al Consiglio dei ministri di venerdì, sarà in quello successivo”, sottolineando come Conte abbia ormai sposato la linea di Luigi Di Maio e del Movimento 5 Stelle.

A questo si aggiunge l’incertezza dall’altro socio maggiore di governo, il Partito Democratico, protagonista di un aneddoto raccontato dallo stesso periodico. La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, sarebbe stata vista parlare al telefono raccontando di una mancanza di chiarezza sulla linea del PD sulla questione.

A questo si aggiunge l’attacco arrivato da Matteo Renzi, il quale ha definito “assurdo” che “lo Stato debba pagare la penale ad Autostrade”, nonostante che “le responsabilità di Autostrade siano evidenti”.

“Quando ci sono contratti firmati servono fatti precisi e atti corretti per revocare la concessione”, ha spiegato Renzi, “altrimenti si finisce cornuti e mazziati”.

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