Allarme Intesa Sanpaolo: “target 2022 a rischio” a causa del conflitto
Il Ceo della banca torinese ha annunciato l’intenzione di rivedere il target sull’utile di quest’anno, fissato a 5 miliardi, anche se il dividendo resta confermato.
Target Intesa Sanpaolo a rischio
Il proseguire della crisi in Ucraina potrebbe avere un impatto importante sul bilancio di Intesa Sanpaolo nel corso del 2022, mettendo a rischio il target sull’utile.
A lanciare l’allarme è stato lo stesso Ceo della banca torinese, Carlo Messina, nel corso di un intervento all'European Financial conference organizzata da Morgan Stanley e riportato ieri da Bloomberg.
In particolare, Messina ha annunciato che la banca sta rivedendo il target sull’utile di quest’anno, fissato a 5 miliardi, anche se poi ha confermato l’obiettivo di payout dividend pari al 70%, oltre a tutti gli obiettivi fissati dal 2023 in poi.
Inoltre, la banca non ha intenzione di rinviare i riacquisti di azioni previsti per quest'anno, in attesa dell'approvazione della BCE.
Per conoscere i dettagli sull’impatto sull’utile netto bisognerà attendere il prossimo maggio, mese in cui il gruppo presenterà i conti dei primi tre mesi dell’anno.
In ogni modo, l’impatto generale della guerra su Intesa Sanpaolo, ha rassicurato il manager, sarà “assolutamente gestibile” e la banca riporterà “una buona redditività in qualsiasi scenario”.
L’impatto sulle attività della banca
All’inizio di questa settimana da Intesa Sanpaolo avevano diffuso i dettagli della sua esposizione di prestiti in Russia, pari a circa 5,1 miliardi di euro, dato inferiore rispetto alla sua principale concorrente Unicredit.
Nel dettaglio, l’esposizione corrisponde ai crediti a clientela e banche delle controllate locali pari a circa 1,1 miliardi e del resto del gruppo pari a circa 4 miliardi.
Inoltre, da Intesa chiarivano che oltre due terzi dei crediti a clientela russa “riguardano primari gruppi industriali, contraddistinti da consolidati rapporti commerciali con clienti appartenenti alle principali filiere internazionali e da una quota rilevante dei proventi derivante da export di materie prime, con scadenze per la quasi totalità entro il 2027”.
Messina aveva spiegato che il flusso di cassa dei suoi principali clienti industriali resta “solido”, grazie alle continue forniture di energia da parte della Russia, aiutando la banca a limitare le perdite potenziali.
Niente fuga dalla Russia
La presenza russa di Intesa Sanpaolo avviene tramite Banca Intesa Russia, la quale ha attive 28 filiali, 976 dipendenti e asset per circa 1 miliardo di euro.
Intesa, come molte altre banche, sta rivedendo la sua presenza in Russia dopo la guerra ma secondo Messina “anche se da un punto di vista geopolitico c'è motivo di uscire, in pratica non è facile in quanto sarebbe necessario trovare un acquirente per le attività”.
Nei giorni scorsi, invece, altri come Raiffeisen Bank International AG, istituto con la maggiore presenza rispetto ad altre banche in Russia, aveva ribaltato la sua precedente posizione annunciando di essere impegnata nel valutare un'uscita dal paese.
“Mi aspetto che la banca sarà in grado di gestire i costi legati all'esposizione russa che incideranno sull'utile del 2022”, spiega Stefano Girola, portfolio manager di Alicanto Capital SGR.
“La mia principale preoccupazione è legata agli effetti di secondo grado di un conflitto prolungato sull'economia italiana e di conseguenza sul settore bancario”, concludeva l’esperto.
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