Dax 40


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Stagionalità e price action

Dal drawdown del -40% causato dalla crisi pandemica, il Dax ha intrapreso un trend al rialzo del +49% rispetto ai minimi di marzo 2020, raggiungendo il suo massimo storico a quota 16.285,00 punti. Dopo aver rotto un importante trendline, dal 9 settembre 2021 l'indice è andato incontro a una congestione delle quotazioni. Questa fase di consolidamento è importante perché i prezzi, per diverso tempo, hanno oscillato all'interno di due canali senza mai essere violati. Il 21 febbraio scorso, giorno dopo l'invasione Ucraina, c'è stata una chiusura al di sotto di un importante supporto (rosso) e, nonostante la mancata conferma da parte dei volumi, il sottostante ha accelerato al ribasso sui timori generati dalla guerra.

Dopo questo breve excursus, analizziamo la situazione attuale.

I prezzi si trovano al di sopra della media mobile a 20 periodi ma al di sotto di quella a 60 e 200.

Rispetto a gennaio scorso, i futures sull'indice sono stati scambiati al di sotto di un'importante trendline (arancione), pienamente riconosciuta. Soltanto ieri, dopo quasi 3 mesi, c'è stata una rottura con conseguente chiusura al di sopra di questa linea. Si è trattato però di un falso breakout perché non soltanto non è avvenuta la conferma sui volumi, ma ieri il Dax ha invertito il colore della candela e si è riportato sotto i livelli della trendline.

Fino al 2017, prendendo le serie storiche dei prezzi di chiusura dell'indice negli ultimi vent'anni, in media l'indice è sceso in borsa a febbraio per poi risalire a marzo. É il tipico fenomeno della stagionalità, che non è detto funzioni sempre ma potrebbe generare dei segnali. Mediamente, l'indice sale fino a maggio per poi crollare nuovamente. Da qui nasce anche il detto "sell in may and go away" (vendi a maggio e fuggi).

La stagionalità combinata all'analisi tecnica fornisce un vantaggio importante, perché permette di capire in quali periodi dell'anno aprire posizioni long e in quali invece chiuderle e aprire posizioni short e come, con l'aiuto di indicatori e price action, ottimizzare il rapporto rischio-rendimento.

Dopo la notizia odierna di una smentita sulla pace, gli indici potrebbero correggere e per questo motivo abbiamo comprato un Turbo Short certificate (ISIN DE000HB2Y5D0, cliccare qui per vedere le caratteristiche) che ieri guadagnava il +18% e oggi ha ritracciato brevemente.

Momentum e operatività

C'è un fattore da tenere in considerazione nell'analisi: la presenza di una divergenza del momentum rispetto ai prezzi, che potrebbe supportare la notizia macroeconomica sul mancato accordo di pace.

Dal 16 al 29 marzo i prezzi hanno segnato massimi crescenti, mentre l'oscillatore momentum ha descritto massimi decrescenti. Un impulso di possibile inversione di tendenza che arriva anche dalla candela rossa di ieri. Ci aspettiamo, quindi, un breve ritracciamento, anche fin sotto il primo supporto (verde) in area 14.525,00 punti (primo target della strategia). É possibile che il calo raggiunga un supporto presente in area 14.010,00 punti (secondo Target). Stop Loss a 14.950,00 punti (resistenza rossa).

Una volta avvenuta la discesa, se l'indice dovesse rimbalzare sul supporto anziché scendere ulteriormente chiuderemo lo short e invertiamo la rotta.

Potremmo infatti implementare una strategia c.d. trend following, che segue il trend, soltanto alla rottura della trendline e della resistenza situata in area 14.950,00 punti, con una conferma dei volumi, entrando in posizione il giorno successivo al breakout.

Inseriremo lo Stop Loss sul supporto a 14.520,00 punti, Target 1 a 15.540,00 punti (resistenza viola) e Target 2 a 16.290,00 punti (resistenza blu).

Inoltre se l'indice dovesse raggiungere i massimi storici in area 16.285,30 punti e superarli, potrebbe accelerare al rialzo.

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