Anche Tod's parlerà francese? Il mercato ci crede

21/06/2021 10:41

Tod’s sarà un altro pezzo del made in Italy e della moda italiana pronta a volare oltralpe? Il mercato ha messo la sua fiche e finora sembra averci visto giusto.

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Duplice effetto: Ferragni e Lvmh mettono le ali al titolo: +253% da ottobre 2020, +128% dal marzo 2021

Tod’s, società del lusso che fa capo alla famiglia Della Valle, da novembre dello scorso anno ha messo a segno performance da capogiro, +253% da ottobre 2020 e +128% da marzo 2021.

Se da tempo il titolo era già al centro delle scommesse di un rilancio, a rendere più sexy le quotazioni ci ha pensato Chiara Ferragni entrata nel cda lo scorso 9 aprile.

"Siamo certi che la conoscenza di Chiara del mondo dei giovani, unita all'esperienza dei membri del Cda, possa costruire un gruppo di pensiero dedicato a progetti focalizzati alla solidarietà verso gli altri, con forte attenzione al mondo giovanile che, mai come in questo momento, ha bisogno di essere ascoltato", affermava il gruppo in una nota dello scorso aprile. Con l’arrivo della Ferragni, il mercato scometteva in un restyling dei prodotti del gruppo, verso un pubblico più giovane.

Ma se la Ferragni ha portato appeal, i soldi sono arrivati direttamente dall’uomo più ricco del mondo, Bernald Arnault che, con la sua Lvmh, colosso mondiale della moda, ha acquistato un altro 6,8% del gruppo portando la sua quota al 10%.

"La condivisione dei valori del lusso, della qualità e della desiderabilità dei prodotti potrà essere un ottimo motivo per pensare ad eventuali opportunità da cogliere insieme nel futuro", aveva commentato Della Valle aggiungendo in un’intervista rilasciata al Financial Times: “Se un giorno decidessi di vendere Tod’s, avrei totale fiducia in Bernard Arnault”.

"Credo che l'1-2 messo a segno da Diego Della Valle sia formidabile. Da una parte l'aumento della partecipazione di Lvmh – e le seguenti dichiarazioni – lasciano presagire che Tod's abbia pronto un 'cavaliere bianco' nel caso in cui la famiglia Della Valle voglia un giorno cedere il controllo. Dall'altra, l'arrivo di Chiara Ferragni 'spolvera' il marchio e lo rimette al centro dell'attenzione", afferma Luca Solca, senior research analyst di Bernstein per il settore lusso.

La ripresa del titolo

Le azioni Tod's erano affossate da un lungo periodo di debolezza legato al lockdown di febbraio e marzo 2020, quando i consumi in tutto il mondo si sono bloccati a causa della pandemia. A novembre 2020 il titolo, dopo aver toccato i minimi storici scendendo a 18 euro per azione, è stato protagonista di una ripresa spettacolare.

Addio al Made in Italy

Il futuro di Tod’s è tutto da scrivere, certo, ma le dichiarazioni di Della Valle al Financial Times non lasciano aperte molte altre possibilità. Lvmh per Della Valle offre una duplice assicurazione: soldi e rispetto dei valori aziendali.

Soldi perché le sinergie che Lvmh riuscirebbe ad estrarre da Tod’s ripagherebbero in buona parte l’investimento, un vantaggio che pochi gruppi del lusso posso sfruttare e offrire al venditore.

La salvaguardia dei valori aziendali, il concetto della ricerca del lusso e del bello, sono i tratti distintivi che hanno fatto di Lvmh il colosso che è oggi. Della Valle conosce bene Bernard Arnault e la chimica fra i due è scattata già da molto tempo, proprio su questi temi.

Il risultato, potrebbe essere quello di vedere un altro pezzo della moda italiana volare Oltralpe e sinceramente dispiace.

Hanno trovato casa in Lvmh Prima Fendi, nel 1999, poi il marchio Emilio Pucci, i profumi di Acqua di Parma, i gioielli di Bulgari e i filati di Loro Piana (2013). Nel 2004 il gruppo controllato dalla famiglia Pinault ha completato la sua scalata a Gucci. Stesso destino per Brioni e i gioielli di Pomellato.

Le griffe italiane non fanno gola solo alla Francia ma anche ad Asia e Medio-Oriente: Valentino è dal 2012 nelle mani di Mayhoola Investments (Qatar) per 700 milioni di euro e quel che resta di Gianfranco Ferrè di Paris Group (Dubai), mentre La Rinascente appartiene alla thailandese Central Group of Companies.

Sotto le grinfie americane è invece Poltrona Frau, rilevata da Haworth. L'ultima in ordine di tempo è stata l'italianissima Versace, passata nelle mani dello stilista americano Michael Kors, per la bellezza di 2 miliardi di dollari.

L’unica in controtendenza nel settore del lusso è Moncler, azienda d'abbigliamento conosciuta per i suoi piumini e fondata nel 1952 dall’imprenditore francese René Ramillon, dal 2003 proprietà dell'imprenditore italiano Remo Ruffini.

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