Ancora forti vendite sul Bitcoin
La principale delle criptovalute è scesa ai minimi da febbraio sui timori per la situazione economica negli Stati Uniti e nonostante la decisione di Morgan Stanley di offrire ai suoi clienti gli ETF basati sulla valuta digitale.
La caduta del Bitcoin
Bitcoin ancora in forte calo in questa mattinata sulla scia dei timori di una crisi economica negli Stati Uniti dove sembra passato anche quello che era stato chiamato ‘effetto Trump’ per la principale delle criptovalute.
La valuta digitale vede ancora diminuire il proprio valore di una percentuale a doppia cifra, scendendo a quota 51 mila dollari, ai minimi da metà febbraio dopo aver ceduto il 13% la scorsa settimana, la peggiore dal crollo di Ftx.
Negli ultimi tre giorni il mercato delle criptovalute ha visto andare in fumo 313 miliardi di dollari con il calo dei listini azionari e il volume di trading giornaliero del Bitcoin diminuito del 24,45%, indicando un basso livello di interesse del mercato e una riduzione delle attività di acquisto e vendita. Tuttavia, con una capitalizzazione di mercato di 1,19 trilioni di dollari, la cripto rimane il più grande asset digitale e il 9° maggior strumento finanziario globale.
Le cause del crollo
Ad attirare le vendite sono state soprattutto le notizie economiche che stanno influenzando i diversi mercati finanziari, in particolare quello azionario USA, proveniente da due sedute di selloff e che ne vedrà probabilmente oggi una terza, visto il nuovo forte calo dei future attualmente in corso.
Il calo potrebbe anche essere influenzato dalle azioni dell’ex prestatore di criptovalute, Genesis, che ha recentemente iniziato i rimborsi ai creditori dopo aver dichiarato bancarotta nel gennaio 2023. Venerdì aveva scaricato 1,5 miliardi di dollari in Ethereum e Bitcoin per far fronte al suo debito di 4 miliardi.
Un asset rischioso
L'analista di IG Markets, Tony Sycamore, spiegava a Cointelegraph che il calo serve a ricordare che il Bitcoin e le criptovalute in senso più ampio restano tra le attività più rischiose. “È una posizione in cui alcuni timori di recessione e di atterraggio duro la condizionano, a cui si aggiungono anche le preoccupazioni per un possibile conflitto militare, dato che Israele e Hezbollah si sono scambiati razzi nel fine settimana e gli Stati Uniti stanno aumentando la presenza militare nell'area” aggiungeva Sycamore.
Secondo l’esperto, a questo si aggiunge il “bagno di sangue che si sta verificando nei mercati asiatici", tra cui un enorme crollo giornaliero dell'8% nel Nikkei 225 giapponese e le interruzioni delle contrattazioni in Corea del Sud, trasformatesi in un più ampio movimento di avversione al rischio nel mercato globale, con possibili prese di posizioni dopo i recenti rialzi. “Se dovessi indicare tre mercati o aree che hanno fatto davvero bene all'inizio di quest'anno, sarebbero il commercio tecnologico, Bitcoin e il commercio giapponese, quindi non credo che ci sia da sorprendersi che siano i tre mercati che sono scesi di più”, ha aggiunto.
Dati macro
Sul futuro andamento del Bitcoin potrebbero incidere i dati macroeconomici negli Stati Uniti, in particolare il rapporto Manufacturing Purchasing Managers Index (PMI) dell'Institute of Supply Management (ISM) atteso per oggi alle ore 16 italiane, atteso tornare sopra quota 50 dopo gli ultimi numeri che hanno determinato un cambiamento di narrativa sullo stato di salute dell’economia a stelle e strisce (dal soft landing ai timori di hard landing/recessione). Poi giovedì prossimo arriverà un altro dato sul mercato del lavoro americano, quello sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. In sostanza, si tratta di vedere se questi dati confermeranno o meno una debolezza dell’economia americana che potrebbe portare a una futura recessione, senza atterraggio morbido come si era pensato finora.
“Penso che l’ISM abbia il potenziale per calmare o infiammare la preoccupazione perché se all'improvviso dovessimo avere delle crepe nel mercato del lavoro, allora ci mostrerebbe che la Fed ha perso la sua finestra per tagliare i tassi, il che probabilmente porterebbe a un ulteriore ribasso per tutti gli asset rischiosi, comprese le criptovalute", prevede Sycamore aggiungendo che se i numeri ISM si spostassero in "territorio espansivo", allora potrebbe essere un segnale che il mercato è più forte del previsto, ponendo un solido limite al prezzo degli asset rischiosi.
“Ma se tutti e tre i settori (manifatturiero, mercato del lavoro e servizi) dovessero puntare tutti al ribasso, allora questa situazione potrebbe essere potenzialmente molto problematica”, ha concluso l’analista.
Morgan Stanley offre ETF sul Bitcoin
Intanto, Morgan Stanley ha deciso di offrire per i propri consulenti finanziari degli ETF Bitcoin a clienti selezionati, segnando una prima volta per le grandi banche di Wall Street.
Con questa mossa i circa 15.000 consulenti finanziari della banca saranno in grado di sollecitare i clienti idonei ad acquistare azioni di due fondi Bitcoin quotati in borsa, a quanto si dice IShares Bitcoin Trust di BlackRock e Wise Origin Bitcoin Fund di Fidelity, a partire dal 7 agosto.
Si tratta dell’ultima adozione di Bitcoin da parte della finanza tradizionale che arriva da una delle principali società di gestione patrimoniale al mondo, dopo che a gennaio la Securities and Exchange Commission degli USA aveva approvato le domande per 11 ETF spot sul Bitcoin, traguardo molto importante per tutto il settore.
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