Anima continua il consolidamento nel risparmio gestito, con un occhio alle aggregazioni bancarie
La società di gestione del risparmio guadagna l’interesse degli investitori in scia a potenziali M&A nel settore bancario. Il titolo corre a fine mattinata segnando un recupero rispetto all’andamento negativo delle scorse settimane. Intanto si rafforzano le possibilità di M&A di Unicredit con Mps e ci sarebbe nel mirino anche Banco Bpm. Proprio su quest’ultimo fronte, Anima potrebbe giocare un ruolo centrale.
Titolo Anima in netto guadagno a Piazza Affari
Questa mattina Anima conquista l’attenzione degli investitori in vista di potenziali M&A del settore bancario che potrebbero riflettersi, a cascata, sul risparmio gestito. Alle 12 il titolo guadagna il 4,07% a 3,99 euro, dopo aver perso il 2% negli ultimi cinque giorni e il 2,4% nell’ultimo mese.
Secondo un’indiscrezione del Sole 24Ore la società indipendente di gestione del risparmio avrebbe nel mirino Arca Sgr come conseguenza «logica» (così l’ha definita Alessandro Melzi d’Eril, ad di Anima, in una recente intervista rilasciata al quotidiano di Confindustria) di un’eventuale aggregazione tra Banco Bpm (+0,41% a 1,82 euro) e Bper (+1,28% a 1,53 euro). La banca guidata da Giuseppe Castagna detiene il 19,5% del capitale di Anima, mentre l’istituto di Modena ha in pancia il 57% di Arca.
Unicredit, oggetto del desiderio
L’attenzione del mercato si focalizza quindi sulle possibili ripercussioni delle prossime mosse di Unicredit, ancora oggetto del desiderio di un potenziale mega-deal nel settore bancario italiano. Alle 12 il titolo si porta in guadagno dell’1,50% scambiato a 7,67 euro dopo i rumors di stampa sull’apertura del nuovo Ceo, Andrea Orcel a potenziali aggregazioni con mire sia su Banca Mps (+1,74%) sia su Banco Bpm: si creerebbe così un nuovo campione nazionale in grado di competere con Intesa Sanpaolo-Ubi. Secondo quanto riporta il Messaggero di domenica Orcel riterrebbe Monte Paschi «un’opzione da esaminare senza pressioni politiche sulla base di una fattibilità industriale che non comporti un prezzo sociale troppo alto». Si allarga a tre, poi, la potenziale fusione con l’inclusione dell’interesse su Banco Bpm.
A cascata l’aggregazione si allargherebbe al settore del risparmio gestito
Anima si collocherebbe come elemento di un certo peso in vista di un’eventuale fusione. Orcel vede negativamente la mancanza di fabbriche prodotto all’interno di Unicredit e la società indipendente di gestione del risparmio (di cui Bpm detiene il 19,5%) potrebbe colmare questo problema. Il ruolo di Anima non è quindi marginale, e il titolo potrebbe attrarre ancora l’attenzione nei prossimi mesi.
Gli analisti drizzano le antenne su Unicredit
L’attenzione su Piazza Gae Aulenti è confermata poi dagli analisti. Questa mattina Ubs ha alzato il rating sul titolo Unicredit a Buy con prezzo obiettivo passato da 8,8 a 10,8 euro. Per gli analisti il titolo «sta scontando uno scenario eccessivamente pessimistico agli attuali livelli». Gli esperti apprezzano la qualità dell’attivo e la posizione di capitale della banca e citano tra i potenziali catalizzatori «la conferma di Orcel come nuovo Ceo». Quanto all’M&A, una «possibile operazione con B.Mps può essere positiva in termini di Eps [utile per azione, ndr.]», conclude Ubs.
Mentre Equita Sim analizza l’aggregazione con Banca Bpm e Mps «sostanzialmente “Eps Neutral” al 2022» e «10% EPS accretive al 2023 grazie alle sinergie». «Un’operazione Unicredit - Banco Bpm - Mps avrebbe a nostro avviso Anima come perno per il risparmio gestito, quest’ultima forte degli accordi di distribuzione con Banco Bpm (fino al 2037) e Mps (al 2030), oltre che della presenza di Banco Bpm nell’azionariato (con una quota del 20%)». Equita conferma il rating Hold su Ucg con Target Price 8,8 euro.
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