Armi ad Israele: il fondo norvegese vende le azioni ThyssenKrupp

Armi ad Israele: il fondo norvegese vende le azioni ThyssenKrupp

KLP Pension, con 114 mld di dollari in gestione, ha eliminato il gruppo tedesco e l’americana Oshkosh dal proprio portafoglio a seguito di un report ONU: i due gruppi forniscono armi all’esercito israeliano usate contro i civili a Gaza. Il titolo ThyssenKrupp è salito del 120% dall’inizio dell’anno

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Fondo pensione con asset per 114 miliardi di dollari

Il fondo pensione norvegese KLP Pension, con attività in gestione per circa 114 miliardi di dollari, ha annunciato l’esclusione dai propri investimenti di due colossi della difesa, la tedesca ThyssenKrupp e l’americana Oshkosh Corporation, a causa dei loro legami con l’esercito israeliano e l’impiego dei loro armamenti contro i civili nel conflitto a Gaza.

In base a un dossier delle Nazioni Unite del giugno 2024, entrambi i gruppi forniscono mezzi utilizzati nei bombardamenti e nelle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Dopo un confronto con le due aziende, KLP ha ritenuto le procedure di due diligence inadeguate e ha stabilito che «contravvengono alle nostre linee guida sulle responsabilità d’investimento», portando così alla loro esclusione.

Al 16 giugno scorso, il fondo aveva investimenti per circa 846.000 euro in ThyssenKrupp e 1,6 milioni di euro in Oshkosh.

Nessun effetto in Borsa. Il precedente di Caterpillar

Non si tratta di una novità: nel 2024 KLP aveva già escluso Caterpillar per l’impiego di escavatori usati da Israele in demolizioni nella Striscia di Gaza. Per i gestori del fondo l’obiettivo è ribadire che le aziende devono esercitare la massima cautela per non essere “complici” di violazioni dei diritti umani.

La notizia della rimozione di ThyssenKrupp dal portafoglio di KLP non ha suscitato reazioni in Borsa. Lunedì mattina a Francoforte, dove l’indice Dax è in parità, l’azione ThyssenKrupp sale dello 0,8% a 9,14 euro.

Va detto che la decisione dei gestori norvegesi arriva dopo che il titolo ha guadagnato oltre il 120% da inizio anno, con un potente balzo a partire da febbraio dopo l’annuncio del piano di riarmo tedesco firmato dal cancelliere Merz, che ha ridefinito le prospettive del settore difesa.

Corvette e sottomarini alla marina israeliana

Il consensus degli analisti prevede che il gruppo tedesco della siderurgia chiuderà il prossimo bilancio al 30 settembre con un fatturato di 33,9 mld di euro, in calo dai 35 mld del 2024, con un utile netto di 343 milioni: un significativo ritorno alla redditività, dopo le perdite di -1,5 mld nel 2024 e -2 mld nel 2023 .

KLP è tutto sommato un piccolo azionista del gruppo tedesco, che ha come socio principale la Fondazione Alfried Krupp con il 21 %, seguita da UBS con il 3,5 % e da Norges Bank con il 2,6 %.

Verso lo spin-off con quotazione delle attività militari

Attraverso la divisione TKMS (ThyssenKrupp Marine Systems), il gruppo fornisce navi da guerra e sottomarini. Tra i contratti più rilevanti spiccano quattro corvette Saar 6, consegnate tra novembre 2020 e maggio 2021 alla Marina israeliana, ai quali si aggiungerà entro la fine del 2025 la consegna di un sottomarino.

ThyssenKrupp sta valutando di realizzare lo spin-off di TKMS con relativo collocamento in Borsa del 49% del capitale, mantenendo il controllo, con l’obiettivo di rafforzare la propria autonomia e attrarre capitali esterni.

Oshkosh famosa per i veicoli militari

L’altra azienda esclusa dal portafoglio del fondo pensione norvegese è l’americana Oshkosh Corporation, famosa per i suoi veicoli militari blindati: nel 2024 la divisione Difesa ha registrato 2,1 mld di ricavi su un totale di 10,7 mld . Questi mezzi, conferma il fondo, continuano a essere venduti e usati a Gaza, senza adeguate verifiche legali. Anche nel caso di Oshkosh sono da escludere impatti sulle quotazioni: la quota in portafoglio di KLP è marginale (inferiore allo 0,02% del capitale).

Dall’inizio dell’anno l’azione Oshkosh è salita del 19%.

Il punto interrogativo è se l’iniziativa di KLP potrà essere contagiosa e indurre altri investitori istituzionali che seguono criteri ESG a indagare sui contratti militari con lo Stato di Israele e a prendere eventuali decisioni di esclusione.

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