Arriva la conferma del Tesoro: Stato fuori da Mps nel 2021


Ieri il ministro Gualtieri ha confermato l’accordo europeo che prevede l’uscita dello Stato dal capitale dell’istituto senese entro il prossimo anno. Nessun commento su possibili partner di eventuali operazioni di consolidamento. Equita alza il target hold e fa il punto sul bilancio dell’istituto.


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Gualtieri assicura l’uscita dello Stato dal capitale di Mps entro il 2021

Ieri il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in un’intervista a Bloomberg ha assicurato l’uscita dello Stato dal capitale di Mps (partecipata al 68,24% dal Tesoro) entro il 2021. La conferma arriva anche a seguito del progetto di de-risking avviato a fine giugno con la cessione a un’altra controllata del Mef, Amco, di 8 miliardi di crediti deteriorati. Il ministro ha definito il deal come un «passo molto importante del processo di uscita, in quanto consentirà alla banca di avere una qualità degli attivi maggiore».

Già a febbraio Gualtieri era intervenuto sulla situazione di Monte dei Paschi di Siena, in particolare sul tema dei crediti in sofferenza, definendo la vendita «fondamentale» per l’uscita del Tesoro dal capitale della banca senese.

Il titolare del dicastero delle Finanze non si è sbilanciato sulle modalità di uscita dal capitale ipotizzando il coinvolgimento di Mps in un’operazione di consolidamento, ma senza commentare speculazioni su un possibile partner. Nei giorni scorsi si era parlato di possibili progetti di fusione con altri istituti, compreso il Banco popolare di Milano.

Equita Sim fa il punto sulla situazione di bilancio e alza il target a hold

La notizia, seppur attesa, ha avuto un impatto diretto sul titolo della banca in apertura di contrattazioni, con una crescita a metà mattina dell’1,39% (1,53 euro) e ha spinto Equita Sim a fare il punto sul bilancio dell’istituto con un occhio alle possibili future aggregazioni. Gli analisti avevano già alzato il target a hold 1,6 euro (tra 1,3 e 1,6 euro per azione) dopo l’operazione di derisking nei confronti di Amco.

Gli analisti sottolineano come con l’operazione Amco l'Npe ratio, ossia il rapporto sofferenze/impieghi, sia passato dal 13% al 4,3%, diventando il «secondo livello più basso sulmercato in Italia e non lontano dalla media europea del 3,3%» e, soprattutto inferiore alla soglia del 5% indicata dalla European banking authority (Eba). 

La banca attende ancora l’approvazione alla scissione dei crediti deteriorati da parte della Bce, mentre per quanto riguarda la ricerca di un eventuale partner non potrà prescindere dall’eliminazione in capo a Mps dei rischi legali oggi quantificabili in 4,8 miliardi.

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