Atlantia fa shopping negli Usa


Acquisita Elizabeth River Crossings tramite la controllata Abertis Infraestructuras e in consorzio con Manulife Investment Management. Quella in Virgina si configura come la prima operazione di rilievo di Abertis negli Stati Uniti continentali. In Italia proseguono i negoziati con Cdp mentre nei prossimi giorni si potrebbe arrivare a un accordo con il Governo sul Pef di Aspi.



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Atlantia espande la sua presenza negli Stati Uniti

Questa mattina Atlantia ha annunciato la firma del deal per l’acquisizione del 100% del capitale sociale della società Usa, Elizabeth River Crossings, tramite la sua controllata Abertis Infraestructuras e in consorzio con Manulife Investment Management, per un controvalore complessivo di circa 1 miliardo di euro. Nell’ambito del consorzio, si legge in una nota «Abertis deterrà dal 51% al 68% del capitale di Elizabeth River Crossings. Abertis (e quindi Atlantia) controllerà la società consolidandola integralmente nel proprio bilancio».

Elizabeth River Crossings è concessionaria di quattro tunnel e un’autostrada nell'area di Norfolk, in Virginia. L'asset, il cui enterprise value è di circa 2 miliardi di euro, ha iniziato a operare nel 2014 e ha una concessione residua di 50 anni. Abertis finanzierà l’acquisizione con una combinazione di linee di credito già disponibili e liquidità.

Quella in Virgina si configura come la prima operazione di rilievo di Abertis negli Stati Uniti continentali. L’accordo segue l’espansione in Messico annunciata a giugno con l’acquisizione di Rco (che gestisce la rete autostradale nel corridoio industriale tra Città del Messico e Guadalajara).

Alle 12 il titolo in crescita dell’1,55% a 14,43 euro su un listino tutto con il segno “più” sulla scia dei risultati delle elezioni del nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

Si avvicina l’accordo con il governo sulle tariffe autostradali

Sul fronte italiano, intanto, proseguono i negoziati tra Atlantia e Cassa depositi e prestiti sulla cessione di Autostrade per l’Italia (Aspi). Secondo quanto riportava sabato Il Sole 24Ore, nei prossimi giorni la holding della famiglia Benetton potrebbe giungere a un accordo con il governo sul piano economico finanziario (Pef) di Aspi. Sono tre i temi da chiarire, scrive il quotidiano. Da un lato la spesa per gli standard di manutenzione, il governo dovrà chiarire se mantenere quelli precedenti al crollo del ponte Morandi (circa 300 milioni l’anno) oppure aumentare la capacità (fino a 7 miliardi previsti al 2038). Altro nodo riguarda l’indice di recupero della redditività sull’automazione (per l’Autorità di regolazione dei trasporti dovrebbe essere del 2,2% annuo per un lustro ma Atlantia ipotizza di spalmarlo su 10 anni). Infine la gestione dell’emergenza Covid-19: l’Art vorrebbe lasciare l’impatto sul traffico a carico del gestore, ma non si esclude l’approvazione di un meccanismo di recupero valido per tutti i gestori.

I tre elementi impatteranno sulla valutazione dell’asset e, di conseguenza, sul Pef. L'aumento tariffario potrebbe quindi subire una variazione al ribasso dall’1,75% all’1,68% alla luce di una discesa dei ricavi previsti, al 2038, di 1/1,2 miliardi di euro e l’equity value in discesa di 800-850 milioni.

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