Atlantia, resta il nodo manleva. Ultimatum della Cdp


Cdp dà una settimana di tempo ad Atlantia per chiudere un accordo. Mentre il governo blinda la chiusura del contenzioso come subordinata al passaggio del controllo di Aspi al finanziatore pubblico. Atlantia resta ferma sul no alla manleva. Il titolo perde oltre l’1% alle 12 nell’ambito di un calo generalizzato di tutti i listini europei.


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Atlantia e Cdp si arenano sullo scoglio della manleva

Si allontana la possibilità di un accordo tra Atlantia e Cassa depositi e prestiti (Cdp) su Autostrade per l’Italia (Aspi). Il tavolo negoziale tra la holding dei Benetton e il finanziatore pubblico si è arenato ancora una volta sullo scoglio della manleva.

Questa mattina Cdp in una lettera ha dato una settimana di tempo ad Atlantia per chiudere un accordo, cui resta disponibile, ma al termine dei sette giorni abbandonerà il tavolo delle trattative.

D’altra parte, Atlantia ritiene “inaccettabile” la richiesta di Cdp e, a quanto risulta, non ha nemmeno discusso la possibilità di una manleva “civile, penale e amministrativa” sui dipendenti pubblici e su responsabilità accertate in futuro.

Nel cda di ieri, Atlantia ha concordato unicamente sul riconoscere al subentrante le garanzie ottenute dalla stessa società al tempo in cui è diventata concessionaria (prendendo il testimone, all’epoca, dell’Iri). A questo ha aggiunto la possibilità di una due diligence “approfondita” sui dati rilevati dai nuovi controllori di Aspi e sul Piano economico finanziario (Pef) inviato al ministero dei Trasporti con la spesa di 2 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per le spese di manutenzione, da eseguire secondo gli standard del Mit.

Le decisioni del cda e l’interesse degli investitori istituzionali

A conclusione del consiglio di amministrazione, Atlantia ha deliberato l'avvio di un processo “dual track” per la dismissione della quota in Aspi, con la vendita dell'88% del capitale tramite asta competitiva o la scissione parziale e proporzionale con conferimento del capitale sociale di Aspi in una newco da quotare in borsa. Nel primo caso la cessione avverrà con «un processo competitivo, gestito da advisor finanziari indipendenti», si legge in una nota. L'altro progetto prevede la scissione parziale e proporzionale di Atlantia in favore del veicolo neo costituito Autostrade Concessioni e Costruzioni (Acc) a cui viene attribuito un compendio con una partecipazione pari al 55% di Aspi e in cui viene conferito il 33,06% del capitale di Aspi. Al termine di questi passaggi i soci di Atlantia deterranno una quota del capitale nel veicolo Acc pari al 61,86%, mentre Atlantia deterrà una quota del capitale del veicolo Acc complessivamente pari al 38,14%, quota anch’essa destinata a terzi investitori.

Il processo, sottolinea la società nella nota, è aperto sia a Cdp sia ad altri investitori istituzionali nazionali e internazionali. L'assemblea degli azionisti che esaminerà il progetto di scissione sarà convocata per il 30 ottobre 2020, si legge nella nota.

Nel comunicato Atlantia indica le condizioni a cui è subordinata l’operazione, tra queste rientra «la finalizzazione dell’accordo transattivo relativo al procedimento di presunto grave inadempimento»  riguardante Aspi, del relativo Atto Aggiuntivo e dell’allegato piano economico finanziario.

Il Sole 24Ore riporta di una lettera del governo ad Atlantia, che lega la chiusura del contenzioso al passaggio del controllo di Aspi a Cdp.

Sempre secondo quanto riporta il quotidiano di Confindustria, il dossier avrebbe attratto l’interesse di investitori del calibro di  Blackstone, e altri fondi come l’americano Kkr e l’australiano Macquaire (in questi giorni sotto i riflettori sul dossier rete unica). Nelle prossime settimane potrebbe farsi avanti anche un altro fondo infrastrutturale australiano Ifm, ma un portavoce del gruppo smentisce un interesse. In ogni caso un “piano b” si delinea all’orizzonte se, come pare, non dovesse andare in porto l’accordo con Cdp.

Il titolo in negativo a fine mattinata

Questa mattina il titolo viaggia debole, dopo aver aperto in flessione dello 0,8% alle 12 si attesta a -1,77% scambiato a 13,61 euro, nell’ambito di un calo generalizzato di tutti i listini europei dovuto ai timori sull’aumento dei casi di Coronavirus. Equita Sim ribadisce il rating hold e il prezzo obiettivo a 15 euro su Atlantia ricordando come, tra le condizioni, la più importante sia la «finalizzazione dell’accordo transattivo con Ministero delle Infrastrutture».

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