Atlantia sfida il governo sul decreto “Milleproroghe”


Il cda della controllata Aspi ha inviato una lettera all'esecutivo in cui si è detto pronto ad azioni legali per dimostrare l'incostituzionalità del testo appena approvato


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L'attacco di Atlantia al governo

Atlantia pronta a far partire lo scontro con il governo dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato la norma “Milleproroghe”, al cui interno è presente un articolo relativo alle concessioni autostradali che danneggerebbe la controllata Aspi (Autostrade per l'Italia).

Il Cda si Aspi ha diffuso una nota in cui afferma che il testo “presenta rilevanti profili di incostituzionalità e contrarietà a norme europee” per cui sta “valutando ogni iniziativa volta a tutelare i diritti della stessa in termini di legittimità costituzionale e comunitaria delle disposizioni normative in merito ai principi di affidamento, di libertà di stabilimento e di concorrenza e di ragionevolezza”.

Autostrade per l'Italia, pertanto, chiede al governo di eliminare la norma sulla revisione delle concessioni autostradali dal decreto Milleproroghe, “riservandosi il diritto ad agire a protezione del gruppo e dei propri stakeholders” nel caso questo non avvenga, dimostrando che le scelte dell'esecutivo determinano “il verificarsi dei presupposti di cui all'art. 9 bis comma 4 della Convenzione Unica”, determinando la risoluzione della stessa.

Cosa prevede il testo

L'articolo sotto accusa prevede che nel caso in cui venga tolta la concessione al soggetto titolare, questo debba risarcire “i danni derivati dal suo inadempimento”, quali potrebbero essere quelli derivanti dal crollo del ponte Morandi per Aspi, ricevendo solo il corrispettivo per le opere già realizzate, al netto di quanto già ammortizzato tramite i pedaggi.

Le norme del Milleproroghe, inoltre, saranno inserite di “diritto nei contratti e nelle concessioni autostradali, compresi quelli già in corso”, aprendo la strada alla sostituzione di Aspi con Anas.

Secondo il cda di Autostrade per l'Italia, però, nel 2006 era stato stabilito dall'Unione europea che i contratti di concessione non possano essere modificati in maniera unilaterale da una sola delle parti, secondo il rispetto del principio della “certezza del diritto e del legittimo affidamento”.

Inoltre, prosegue la nota di Aspi, il Milleproroghe non avrebbe le caratteristiche proprie del decreto, quali la “necessità e l'urgenza”, indispensabili alla sua legalità.

Forti vendite sul titolo Atlantia

L'approvazione del decreto ha attirato forti vendite sul titolo Atlantia, che arriva a cedere il 4%, con gli investitori preoccupati anche per l'eventuale impatto che il Milleproroghe potrebbe avere sui conti della società.

Secondo uno studio di JP Morgan citato dal Sole 24 Ore, infatti, Atlantia potrebbe subire un dimezzamento dell'eventuale indennizzo che incasserebbe in caso di revoca, valutato dall'istituto intorno ai 20 miliardi, con una conseguente perdita di 10 miliardi di euro.

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