Atlantia tenta l’ultima carta: piano da 7,5 miliardi. Poi minaccia: “con revoca sarà fallimento per Aspi”


Il cda di Autostrade per l’Italia approva un piano investimenti per cercare di convincere il governo a non revocare le concessioni


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L’ultima mossa di Atlantia

Tenta di giocare l’ultima carta Atlantia, in attesa del Consiglio dei ministri che potrebbe decidere sulla revoca della concessione della controllata Autostrade per l’Italia.

Il consiglio di amministrazione di Aspi, infatti, ha approvato le linee guida del piano strategico 2020-2023, per un valore complessivo di 7,5 miliardi di euro, comprensivi di investimenti e risorse per la manutenzione.

Nel dettaglio, sono programmati investimenti per circa 5,4 miliardi sulla rete autostradale, triplicando la cifra del quadriennio precedente che si fermavano a 2,1 miliardi.

Crescono anche le spese per la manutenzione delle strade, aumentate del 40% rispetto al precedente piano, per consentire il completamento dell’ammodernamento dei principali asset strategici della rete entro quattro anni.

Oltre alla ristrutturazione di ponti, viadotti, cavalcavia, gallerie, pavimentazioni e barriere di sicurezza, sono previsti ammodernamenti su 30 km della rete esistente, con apertura al traffico prevista nel 2023.

Aspi avverte del rischio fallimento

Nel corso di un’intervista a La Repubblica, intanto, l’amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi, ha affermato che la revoca delle concessioni potrebbe rivelarsi fatale per la controllata Atlantia.

“Senza le concessioni e con l'indennizzo previsto dal decreto Milleproroghe l'azienda andrà in default", afferma Tomasi, sottolineando "preoccupazione per il futuro dei 7mila dipendenti dell'azienda che lavorano con dedizione e per la possibilità di essere una risorsa per questo Paese".

La risposta del governo, però, resta ferma, con il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che sottolinea come la revoca “è la conseguenza dei 43 morti nel crollo del ponte Morandi”.

La vicenda, però, continua a provocare divisioni all’interno della maggioranza. “La revoca ad Autostrade sta in piedi se hai la base giuridica”, attacca ancora Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva, “altrimenti stai facendo il più grande regalo ad Autostrade che chiederà 40 mld di risarcimento". "Chi è colpevole paghi”, aggiungeva l’ex segretario del PD, “ma bisogna avere serietà, dire che faremo la revoca significa spaventare gli investitori".

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