Avvio di settimana positivo per Mps. Unicredit zavorrata e alla ricerca del nuovo Ceo
Il big bancario italiano prosegue la ricerca del dopo-Mustier. Le indiscrezioni sui nomi continuano a tenere banco sulle cronache finanziarie e si erge anche il muro di alcuni investitori contro la potenziale acquisizione di Mps (voluta dal Tesoro). Questa mattina il titolo della banca senese viaggia in recupero a Piazza Affari.
Titolo Mps in guadagno a Piazza Affari
Il titolo Mps si muove in lieve guadagno a Piazza Affari. Alle 12 le azioni dell’istituto senese segnano +0,74% scambiate a 1,082 euro in recupero marginale rispetto a una settimana in rosso per tutto il comparto bancario (il titolo ha lasciato sul terreno il 5,7% in chiusura di ottava). Venerdì la banca, su richiesta di Consob, ha pubblicato il documento relativo al piano strategico 2021/2025 (approvato in via preliminare il 17 dicembre): attese perdite per 562 milioni di euro per l’anno in corso, ma la previsione di chiusura del quinquennio porta un utile netto per 559 milioni.
I punti centrali del piano
Il piano è stato predisposto in linea con la strategia di ristrutturazione legata agli impegni assunti dal Governo con l’ingresso nel capitale sociale della banca nel 2017 (oggi è in mano pubblica ancora il 64%). La strategia prevede un riposizionamento del business con una focalizzazione regionale verso le Pmi, la riduzione dei costi (2.670 esuberi) e un rafforzamento di bilancio tramite la valorizzazione degli attivi per un totale di circa 400 milioni (da realizzare tramite una riduzione dello stock di Btp e la possibile monetizzazione del rapporto con Anima).
L’anno in corso, come detto, dovrebbe chiudersi con una perdita per 562 milioni, dovuta soprattutto ai costi dell’impatto della crisi Coronavirus. Già nel 2022 il conto economico tornerà in utile per 41 milioni, per crescere progressivamente fino ai 559 milioni del 2025, anno in cui il margine operativo lordo arriverà a 1,25 miliardi. I ricavi sono stimati su una media del +2% annuo nel periodo, per toccare i 3,2 miliardi nel 2025, mentre i costi caleranno da 2,2 a 1,97 miliardi. A regime il piano prevede un CET1 del 13,8% e un ritorno sul capitale del 6,3%. Nel 2025 lo stock di Npl si dovrebbe fissare intorno a 7 miliardi (Npe ratio del 7,5%), con un aumento da 4,1 a 5,8 miliardi nel 2021.
Giudizi contrastanti degli analisti
Obiettivi «piuttosto impegnativi», secondo Intesa Sanpaolo. Gli esperti continuano a vedere l’integrazione con un altro gruppo bancario come l’opzione «più praticabile per migliorare l'efficienza e anticipare il ritorno a una redditività dignitosa, che è lo scopo del piano standalone del gruppo».
«Considerato il piano strategico, un rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi (proposta che sarà presenta alla Bce entro fine mese, ndr.) e la conversione delle Dta di Mps (circa 2,5 miliardi in caso di aggregazione con Unicredit) renderebbero l’operazione neutrale dal punto di vista del capitale per Unicredit, mentre l’Eps (utile per azione, ndr.) rimarrebbe sostanzialmente invariato nel 2022 e migliorerebbe del 11% circa nel 2023», sottolinea Equita Sim (rating hold e prezzo obiettivo a 1,6 euro). «Riteniamo ragionevole ipotizzare che un’eventuale accelerazione delle interlocuzioni si possa tuttavia verificare soltanto dopo la nomina del nuovo Ceo di Unicredit», proseguono gli analisti.
Unicredit, tra la scelta del Ceo e il muro contro Mps
Appunto il cambio di casacca ai vertici del big bancario italiano continua a tenere banco sulle cronache finanziarie.
Questa mattina un’indiscrezione del Giornale riporta come Leonardo Del Vecchio, con l’appoggio di alcune Fondazioni, potrebbe presentare una propria lista per il rinnovo del Cda di aprile. In particolare, gli azionisti, che insieme rappresenterebbero circa il 5,3% del capitale, vorrebbero segnalare la loro contrarietà a un’operazione politica su Banca Mps.
In occasione dell’ultimo cda del 13 gennaio avevano tenuto banco diversi nomi, soprattutto sulle pagine dei giornali. Tra questi continua a presenziare quello di Andrea Orcel (ex Ubs), appoggiato da Leonardo Del Vecchio e delle Fondazioni Cariverona e Crt tra i soci della banca, Flavio Valori (ex Deutsche Bank), Fabio Gallia (ex Cdp e Bnl-Bnp Paribas), ma anche alcuni manager interni come Diego De Giorgi (ex BofA e consigliere della banca), Carlo Vivaldi (Co-Chief Operating Officer) e Niccolò Ubertalli (Co-Ceo Commercial Banking, Central Eastern Europe). Si sarebbero resi indisponibili Marco Morelli (ex Mps) e Alberto Nagel (Ad di Mediobanca).
A fine mattinata il titolo Unicredit si muove al ribasso dello 0,74% scambiato a 7,64 euro.
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