Azionario: cosa aspettarsi nella seconda metà del 2021?


Le economie globali si stanno riprendendo dal crollo della domanda causato dalla pandemia, in parte grazie agli enormi pacchetti di aiuti governativi e in un contesto di calo dei tassi d’interesse.

A cura di Christophe MOULIN, Head of Multi Asset presso BNP Paribas Asset Management


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I recenti dati sull’inflazione dovrebbero far scattare qualche campanello d’allarme?

Dobbiamo attenderci un aumento dell’inflazione o, come affermano le principali banche centrali, si tratterà di un incremento solo temporaneo e legato alla ripresa?

“Gli occhi sono puntati sull’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti, apripista in occidente nell’uscita dalla recessione dopo i lockdown - spiega Christophe Moulin, Head of Multi Asset presso BNP Paribas Asset Management”.

Ad aprile l’aumento dei prezzi al consumo “core” (ovvero il dato depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici) negli Stati Uniti è balzato dello 0,9%, contro attese per un +0,3%: si tratta del maggior aumento mensile dall'aprile 1982. Con le recenti riaperture economiche, i settori più colpiti nel 2020 hanno registrato forti rincari dei prezzi: hotel, biglietti per eventi sportivi, viaggi aerei, auto usate e veicoli a noleggio.

“Nel breve termine, la pressione al rialzo sembrerebbe concentrata nei settori alberghiero, dei trasporti e dell’intrattenimento, in vista di un incremento dell’inflazione durante l’estate. Nel complesso però, dato che l’economia sta continuando a normalizzarsi, le pressioni sui prezzi dovrebbero attenuarsi, in linea con l’idea della Fed che si tratti di una dinamica transitoria”, commenta l’analista di BNP Paribas AM. Di conseguenza, la Fed ha ridimensionato i toni riguardo alla necessità di una politica monetaria correttiva quest’anno e nel 2022.

Tuttavia, nel lungo termine, la combinazione di deglobalizzazione, stimoli multimiliardari messi in campo dai governi e tendenze demografiche (come l’invecchiamento della popolazione) potrebbe causare un’impennata più duratura dell’inflazione e, in ultima analisi, spingere le banche centrali ad agire.

Cosa succederà sui mercati azionari?

BNP Paribas AM ritiene plausibile un aumento più rapido degli utili rispetto ai prezzi azionari, motivo per cui gli investitori perseguiranno una volatilità di mercato “normale” per cercare un punto d’ingresso. Secondo gli indicatori sul sentiment, questa situazione non dovrebbe tardare a manifestarsi.

“A fungere da catalizzatori potrebbero essere il surriscaldamento dell’economia statunitense e un’impennata delle aspettative inflazionistiche, che potrebbero spingere la Fed a un incremento dei tassi di riferimento”. “Un’altra eventualità - continua Moulin - è che l’inasprimento fiscale finisca per occupare una parte più consistente dei piani del governo Biden, ostacolando quindi il sentiment degli investitori e la crescita dei profitti aziendali”.

“Vero è che la recente stagione degli utili statunitense ha ampiamente superato le stime degli analisti, il che gioca a favore dei mercati azionari, di pari passo con l’avanzamento della campagna vaccinale e la graduale uscita dei vari paesi dal lockdown o ancora grazie al soddisfacimento di una domanda in crescita.”

Oltre le azioni Usa

Le ottime performance e le valutazioni elevate delle azioni statunitensi hanno spinto alcuni investitori a rivolgere l’attenzione verso i titoli europei. Secondo BNP Paribas AM, “una tale mossa potrebbe rivelarsi proficua, considerate le prospettive di aumento dei tassi d’interesse e delle imposte negli USA, in un momento in cui le valutazioni relative in Europa sono più allettanti”.

Guardando alle azioni dei mercati emergenti, dopo aver sovraperformato a novembre dopo l’annuncio dell’approvazione dei vaccini anti-Covid, hanno continuato a perdere terreno. “Ci aspettiamo che i titoli dei mercati emergenti batteranno quelle dei paesi sviluppati grazie alla loro natura ciclica, all’affievolimento delle tensioni commerciali fra USA e Cina e all’indebolimento del dollaro”, sottolinea l’esperto.

“In sintesi, la recente attività di mercato riflette un maggior rischio di battuta d’arresto sul fronte azionario. In questo contesto, potremo respirare ancora un certo nervosismo tra gli operatori di mercato nel breve termine ma, considerata la portata dei fondamentali favorevoli a medio termine, riteniamo che le correzioni possano offrire agli investitori valide opportunità per ampliare l’esposizione azionaria”, conclude Moulin.

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