Azionario in ripresa, emergenti e tecnologia trainano i mercati

Contesto globale in transizione, segnato dal taglio dei tassi da parte della maggior parte delle banche centrali e dal ritorno della fiducia nelle imprese. Le azioni superano le obbligazioni, emergenti e tecnologia trainano la ripresa, mentre i mercati restano attenti ai rischi d’inflazione e alle interferenze politiche sulla Fed.
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Prospettive globali in miglioramento
Lo scenario economico mondiale appare in fase di consolidamento: quattro banche centrali su cinque stanno tagliando i tassi d’interesse e la fiducia delle imprese, in ripresa dopo lo shock dei dazi statunitensi, sostiene la crescita. Secondo la Strategy Unit di Pictet AM, lo shutdown del governo americano potrebbe alimentare incertezza, ma i profitti societari e i ricavi restano solidi, offrendo prospettive di rialzo per le asset class più rischiose. Al contrario, i titoli di Stato appaiono vulnerabili, in particolare negli Stati Uniti, dove non riflettono appieno il rischio inflattivo legato all’aumento dei prezzi daziari. L’interferenza dell’amministrazione Trump nella politica della Fed rappresenta un ulteriore fattore di rischio, con la possibilità di premi più elevati e curve più ripide sui rendimenti. Dopo essere scesi vicino al 4%, i rendimenti decennali americani si attestano oggi sotto la soglia dei livelli neutrali di lungo periodo stimati da Pictet.
Negli altri mercati sviluppati le banche centrali proseguono con l’allentamento monetario e i tassi sembrano vicini al minimo, limitando il potenziale di rialzo del reddito fisso. Alla luce di ciò, Pictet AM porta a sovrappeso le azioni, riducendo a sottopeso le obbligazioni e mantenendo neutrale la liquidità.
Crescita stabile e politica monetaria prudente
L’analisi ciclica di Pictet AM indica che, dopo un avvio debole del 2025, l’economia americana ha mostrato resilienza, con il Pil in crescita del 3,8% su base annua nel secondo trimestre. L’inflazione, tuttavia, minaccia di risalire, con prezzi di beni e servizi superiori alla media degli ultimi 25 anni. Per questo motivo, Pictet AM considera troppo aggressive le aspettative di mercato sui tagli della Fed, stimando due soli interventi contro i quattro previsti dal consenso entro la fine del 2026. L’obiettivo della banca centrale, secondo il report, sarà sostenere il mercato del lavoro evitando di sovrastimolare l’economia.
Per l’eurozona, il quadro resta positivo, sostenuto dalla domanda interna e dal maxi pacchetto tedesco da 1.000 miliardi di euro, che, se implementato rapidamente, potrebbe rilanciare crescita e inflazione. Anche i mercati emergenti appaiono in forte accelerazione, grazie al miglioramento della produzione industriale, al rialzo delle materie prime e agli stimoli monetari e fiscali di ampia portata. Il divario di crescita con i paesi sviluppati, stimato tra il 7% e l’8%, è il più ampio dai primi anni 2000, un fattore favorevole per valute e asset emergenti.
In Cina, la situazione resta complessa: le vendite al dettaglio sono deboli e le politiche “anti-involuzione” frenano la competizione interna. L’impatto dei dazi americani è stato inferiore al previsto, con esportazioni in calo solo del 2%. Pictet prevede nuovi stimoli fiscali e monetari coordinati per sostenere la crescita della seconda economia mondiale.
Liquidità abbondante e sostegno alla crescita
Come sottolinea Pictet AM, 25 delle 30 principali banche centrali stanno riducendo i tassi, mentre la liquidità globale in eccesso è pari al 4% su base semestrale annualizzata, un dato che contribuirà a sostenere l’attività economica. Il rallentamento della stretta quantitativa, in particolare nel Regno Unito, e gli otto tagli consecutivi dei tassi in Europa creano un contesto favorevole agli asset rischiosi. L’unica eccezione è il Giappone, dove la politica monetaria resta restrittiva.
In Cina, la domanda interna debole spingerà Pechino ad allentare gradualmente sia la politica monetaria che quella fiscale, evitando però eccessi che possano gonfiare bolle speculative. Secondo Pictet, il lento spostamento degli investimenti familiari verso le azioni contribuirà comunque a rafforzare il mercato domestico.
Sul fronte valutativo, il rinnovato ottimismo sugli utili ha favorito un’espansione dei multipli prezzo/utili, portando le azioni statunitensi su livelli di sopravvalutazione storica. I rapporti prezzo/vendite hanno superato i picchi dell’era dotcom e del Covid, con multipli sugli utili a 23 volte. Tuttavia, per raggiungere i livelli di una vera bolla speculativa, secondo Pictet servirebbe un ulteriore aumento del multiplo a 27x. Anche i Treasury Usa risultano costosi, dato che i tassi di breakeven sull’inflazione restano troppo bassi rispetto alle pressioni sui prezzi.
Azionario, emergenti e tecnologia dominano la scena
I flussi globali verso le azioni hanno registrato un forte rimbalzo, trainati dagli investitori statunitensi e dai titoli tecnologici a grande capitalizzazione. L’attività di M&A è in ripresa e gli indicatori di sentiment restano coerenti con ulteriori guadagni. Nel solo mese di settembre, le azioni globali sono salite di quasi il 4%, sovraperformando le obbligazioni.
Pictet AM osserva che, pur essendo le valutazioni elevate, il mercato non si trova ancora in una bolla: gli utili continuano a crescere e a superare le aspettative, segnale tipico di uscita da una fase recessiva. Il settore informatico ha guadagnato l’8% in un mese, spingendo Pictet AM a mantenerlo sovrappesato. Gli utili del comparto crescono del 20% su base annua, con multipli inferiori a 30x, molto lontani dai 50x della bolla dotcom. L’impatto dell’intelligenza artificiale sui ricavi delle big tech continua a rafforzarsi: circa il 60% del settore IT è già parte dell’ecosistema AI, e questo rappresenta una solida base per la continuità della crescita.
Positivo anche il giudizio sui servizi di comunicazione, che pur con valutazioni alte beneficiano della stabilità degli utili e della spinta dell’IA. Pictet AM resta sovrappesata sui titoli finanziari, favoriti da una curva dei rendimenti più ripida e dalla spinta deregolatoria dell’amministrazione Trump. Viceversa, le utility vengono declassate a neutrali, mentre il reddito fisso resta poco attraente.
La stagione degli utili si conferma robusta e sostiene l’ottimismo per il secondo semestre, anche se i margini restano limitati in caso di shock politici o frenate della crescita. Pictet AM mantiene invariata la propria allocazione regionale, con una preferenza per mercati emergenti e Cina, quest’ultima favorita da valutazioni interessanti e dallo spazio di manovra per nuovi stimoli. Il comparto tecnologico cinese ha guadagnato oltre il 40% nel 2025, grazie agli investimenti in AI e innovazione industriale.
Obbligazioni e valute, tra rischio inflazione e ricerca di difese
Nonostante il miglioramento del contesto economico, Pictet AM bilancia la sua esposizione azionaria con una posizione difensiva su asset rifugio come oro e franco svizzero.
Il dollaro è rimasto stabile dopo un calo del 10% nell’anno, ma secondo gli analisti di Pictet AM è destinato a un deprezzamento ciclico e strutturale, con la recente pausa considerata temporanea. Più cautela sui Treasury Usa, che non scontano a sufficienza il rischio inflattivo, con rendimenti decennali sotto il target di lungo termine del 4,25%. Le aspettative di inflazione, misurate dai tassi di breakeven, restano basse, e le interferenze politiche sulla Fed aumentano l’incertezza sui mercati obbligazionari, portando a curve più ripide e premi più elevati. Per questo, Pictet AM mantiene una posizione neutrale sui Treasury, preferendo altre aree del reddito fisso.
Le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti godono invece di fondamentali solidi, valute sottovalutate e tassi reali elevati, con una crescita che potrebbe portare il divario rispetto ai mercati sviluppati al 2,7% nel 2026. Nel credito, Pictet AM continua a preferire le obbligazioni high yield europee, che offrono rendimenti interessanti e un equilibrio più favorevole tra crescita e inflazione rispetto alle controparti statunitensi.
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