Azioni Ferrari in crollo dopo trimestrale deludente

Ricavi e utili sotto le previsioni degli analisti e una guidance conservativa affossano il titolo, ma alcuni analisti restano ottimisti sul futuro del titolo del Cavallino Rampante.
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Azioni Ferrari in rosso
Brusca frenata per Ferrari a Piazza Affari dopo la diffusione dei risultati trimestrali che, sebbene in crescita, sono risultati leggermente inferiori alle attese.
Il titolo del Cavallino Rampante cede oltre il 7% quando mancano poco meno di due ore alla fine degli scambi, scendendo così a 403 euro, peggiora seduta dal 7 aprile.
Eppure i conti vengono definiti “solidi” dal Ceo Benedetto Vigna, il quale spiega che “riflettono la disciplina con cui stiamo eseguendo la nostra strategia. "Continuiamo a investire in innovazione e arricchimento della gamma, alimentando un portafoglio ordini già molto forte. Lo testimonia la domanda per la 296 Speciale e l'ottimo debutto della nuova Ferrari Amalfi", aggiunge il manager.
Le cause del crollo
A far scattare le vendite, secondo gli operatori, sono stati i numeri su ricavi e utili: la Casa di Maranello archivia il secondo trimestre dell'anno con una crescita del 3% dell'utile netto salito a 425 milioni, a fronte di un aumento del fatturato del 4% a 1,787 miliardi.
Anche i numeri sulle consegne di auto non hanno esaltato, praticamente stabili a 3.494 unità (3.484 un anno fa), e al di sotto di quanto previsto dagli analisti.
La società ha inoltre confermato una guidance giudicata conservativa dagli esperti di mercato, nonostante, come spiega una nota, "il rischio di una riduzione dei margini percentuali di 50 punti base - evidenziato il 27 marzo, 2025 a seguito dell'introduzione di dazi all'importazione più elevati sul settore auto - sia stato rimosso in seguito al recente accordo" commerciale raggiunto da Usa e Ue.
I conti del secondo trimestre, commentano gli analisti di Jefferies, hanno mostrato “un Ebit leggermente sopra le stime e ricavi appena sotto le attese”: rating hold, prezzo obiettivo a 420 euro.
“Se non stupisci deludi”
Il gruppo "ha pubblicato risultati ancora una volta solidi, eppure oggi il titolo crolla a Piazza. Una flessione di questa entità, in assenza di warning o tagli alla guidance, non si vedeva da mesi”, spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro.
“È come se l'orologio di Maranello avesse perso un secondo sul giro e il mercato, spietato, ha fischiato il pit stop. Eppure i numeri del secondo trimestre raccontano un'altra storia. Utili in crescita, margini in allungo", con la società che "migliora i fondamentali chiave e conferma la traiettoria verso i 7 miliardi di ricavi a fine anno. Ma il mercato ha reagito a ciò che manca, non a ciò che c'è: ricavi leggermente sotto attese (1,787 miliardi contro gli 1,82 mld stimati), Eps diluito a 2,38 euro (contro 2,40 attesi) e consegne piatte a 3.494 unità (sotto le 3.515 stimate)", prosegue l’esperto.
Per l'analista "il vero messaggio della trimestrale è la rimozione del rischio dazi Usa. I famosi -50 pb attesi sui margini non ci saranno più", ma in Borsa "Ferrari oggi paga il prezzo dell'eccellenza: se non stupisci, deludi. Ma nella sostanza, la strategia regge. Il modello è resiliente, il brand è intatto e i fondamentali restano tra i più forti dell'intero comparto europeo. Chi guarda oltre la giornata, troverà più solidità che fragilità sotto il cofano".
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