Azioni Gas Plus incontenibili con l’impennata del prezzo del gas

Mentre le vendite colpiscono i mercati, la crisi in Ucraina favorisce le azioni di Gas Plus, già protagonista a Piazza Affari di un rally da +150% negli ultimi sei mesi.
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Gas Plus continua a correre
Gas Plus ancora protagonista a Piazza Affari, mentre il selloff si scatena sui mercati a seguito dell’invasione russa in Ucraina.
Le azioni di Gas Plus balzavano subito in apertura di seduta e venivano sospese dopo circa un’ora e mezza di contrattazioni con un aumento del 13,55% (ore 10.36) a 4,86 euro, ai massimi dal 2012.
La corsa di Gas Plus dura ormai da oltre sei mesi, nel corso dei quali ha guadagnato oltre il 150%, con un +40% solo nel mese di settembre, arrivato dopo la diffusione dei risultati finanziari e la nomina di Stefano Cao come nuovo consigliere di amministrazione con funzioni di presidente.
L’aumento del gas
L’infiammarsi della crisi in Ucraina sta spingendo ancora le quotazioni del gas, la cui corsa sembra non voler terminare.
Sul mercato di Amsterdam il prezzo del gas ha sfondato quota 100 dollari, mentre il future sul Gas in consegna a marzo, il Dutch TTF Gas Futures, ha raggiunto un valore di 113 euro per MWh, con un rialzo del 27% rispetto a ieri.
Stesso movimento per le due scadenze successive di aprile a 112,11 euro e maggio a 110,37 euro, che confermano un mercato in evidente backwardation. Nel frattempo, il prezzo del henry Hub al Nymex viene scambiato a 4,88 dollari per MM BTU in aumento del 5,9%.
La corsa del gas sta permettendo anche a Snam di resistere alle vendite e restare intorno alla parità, mentre l’ETF Wisdom Tree Natural Gas guadagna oltre il 7%. Vendite limitate per Italgas, in calo dell’1%, anche se resta tra le migliori del Ftse Mib che collassa a -4%.
L’importanza di Gas Plus
Gas Plus, quotata su Euronext Milan è il quarto produttore italiano di gas naturale e nei mesi scorsi aveva tratto vantaggio dal rally delle materie prime, per poi balzare nettamente con la crisi in Ucraina.
La società potrebbe guadagnare anche dai benefici di un incremento nazionale della produzione di gas, in particolare grazie all’intenzione del governo di portare a 5 miliardi di metri cubi l’output italiano rispetto agli attuali 3,2 miliardi.
Il possibile intervento del governo
La misura si renderebbe ancora più necessaria proprio con la crisi ucraina che, secondo il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, potrebbe portare a nuovi rialzi dei prezzi del mercato energetico.
Se il prezzo del gas “rimarrà abbastanza alto”, è “difficile prevedere l’entità del rialzo”, ma secondo Cingolani “difficilmente potrà tornare ai valori di un anno fa”.
Parlando al Parlamenti pochi mesi fa, Cingolani riferiva “che gli analisti pensavano che dopo marzo, con le vicende di Nord Stream chiarificate, avremmo avuto una stabilizzazione dei costi. Era quasi un'altra epoca”.
La situazione dei prezzi dell'energia, infatti, è stata “aggravata dalla rapida evoluzione geopolitica in Russia e Ucraina e questo ha accelerato la necessità di ulteriori interventi strutturali anche perché io temo che il prezzo del gas rimarrà abbastanza alto”, aggiungeva il Ministro durante l'informativa urgente alla Camera sull'incremento dei costi dell'energia e sulle misure adottate per contrastarne gli effetti.
Tra le misure per far fronte all’eventuale emergenza e ridurre la dipendenza dalla Russia, “da cui importiamo circa il 45 per cento del gas”, ci sono la “maggiore flessibilità nei consumi di gas, il contenimento dei consumi negli altri settori, l’aumento del gas naturale liquefatto importato da altre rotte e massimizzazione dei flussi da gasdotti non a pieno carico”, ha concluso l’esponente dell’esecutivo.
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