Azioni Mps in luce dopo la conquista di Mediobanca

Rocca Salimbeni supera il 62% del capitale di Piazzetta Cuccia controllando di fatto la storica banca e, con la riapertura dei termini dell’operazione, potrebbe arrivare alla quota del 66,7% che le permetterebbe di procedere alla fusione tra i due istituti.
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Azioni Mps e Mediobanca in evidenza
Partono forte Banca Monte dei Paschi di Siena e Mediobanca a Piazza Affari dopo l’esito di ieri dell’Offerta Pubblica di Scambio lanciata da Siena nei confronti di Piazzetta Cuccia.
Le azioni Mps guadagnano il 4% nei primi minuti di scambi, salendo fino a 7,714 euro, tornando così ai massimi della scorsa settimana.
Stessa crescita per il titolo Mediobanca che supera così quota 20 euro per azione, anche in questo caso ai livelli di inizio settembre.
La conquista di Mediobanca
La banca senese ha comunicato ieri sera a mercato chiuso che le adesioni all’Opas lanciata su Mediobanca hanno raggiunto il 62,30% del capitale di Piazzetta Cuccia.
Con questo risultato, Rocca Salimbeni si aggiudica il pieno controllo della storica banca e, dopo la riapertura dei termini prevista dal 16 al 22 settembre, potrebbe superare tranquillamente il 66,7%, quota che consentirebbe a Mps di procedere alla fusione attraverso un’assemblea straordinaria.
"L'esito dell'offerta è leggermente superiore alle attese della vigilia e rende probabile che, con la riapertura dei termini, la quota di Mps risulti maggiore al 75% e quindi ben oltre la soglia di controllo dell'assemblea straordinaria", commentano gli analisti di WebSim Intermonte.
Si tratta di passaggio storico per l’intero mondo della finanza italiana che potrebbe avere riflessi nel risiko bancario, condizionando la nascita di un terzo polo bancario e la governance di Generali, visto che il board del Leone è espressione per 10 membri su 13 dalla lista promossa da Mediobanca.
Le adesioni
La svolta è arrivata ieri, ultimo giorno dell’Opas, giornata in cui è stato raccolto il 16,5% di Mediobanca, aggiungendosi alle adesioni dei due azionisti di peso, ovvero la holding Delfin (famiglia Del Vecchio) e il gruppo Caltagirone, i primi in ordine di tempo ad apportare le loro azioni e garantendo il primo blocco del 30%.
Dopo il rilancio cash della scorsa settimana erano arrivate le adesioni delle Casse previdenziali, Enpam dei medici e le famiglie Benetton, Tortora e Doris.
Secondo La Repubblica, a consegnare ieri sarebbero stati i grandi fondi come Blackrock (4%).
La transizione
La conquista da parte di Mps apre una nuova era in Mediobanca, con il ‘regno’ di Alberto Nagel destinato a terminare dopo 20 anni visto il cambio della guardia nel capitale di Piazzetta Cuccia.
Il prossimo appuntamento sarà quello del 18 settembre, quando si riunirà il consiglio di amministrazione di Mediobanca e che potrebbe prendere atto della situazione e avviare le procedure per garantire una transizione ordinata.
Dopo l’approvazione del bilancio al 30 giugno e la convocazione dell’assemblea del 28 ottobre, è possibile che molti consiglieri rimettano il loro mandato nelle mani del nuovo azionista, dimettendosi dalla carica con effetto dal rinnovo del consiglio che sarà messo all’ordine del giorno dell’assemblea.
Si cerca il sostituto di Nagel
Il cambio della guardia vedrà la presentazione della lista dei 15 nomi per il nuovo cda che verrà eletto all’assemblea e che dovrà essere presentata entro il 3 ottobre prossimo.
Secondo indiscrezioni di stampa, l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, sarebbe già al lavoro su questo tema sentendo anche i suoi azionisti principali, ovvero il Mef (ancora azionista con l’11,7%), la Delfin (con il 9,9%) e Francesco Gaetano Caltagirone (con un altro 9,9%).
Per il momento circolano alcuni nomi per la sostituzione di Nagel, ma nessuno confermato: si tratta di Vittorio Grilli (JP Morgan), Mauro Miccillo (Imi) e Marco Morelli (Axa Am).
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