Bad Bank Ue, i tempi non sono maturi

Secondo indiscrezioni diffuse da Reuters, la Bce avrebbe istituito una task force con il compito di creare una bad bank europea in previsione delle sofferenze nel post-coronavirus. La Commissione non ha commentato l’ipotesi e lo stesso numero uno della vigilanza Bce ha definito la proposta «prematura».
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La bad bank non è in discussione
Non è attesa la discussione sulla creazione di una bad bank europea in previsione delle sofferenze bancarie nel post-coronavirus. I tempi, ammette il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce Andrea Enria, sarebbero «prematuri».
Secondo un’indiscrezione diffusa ieri mattina da Reuters, che cita due fonti vicine al dossier, la Bce avrebbe istituito una task force per esaminare l’idea di gestire sofferenze e incagli e, nelle ultime settimane, il lavoro sul progetto avrebbe anche subito un’accelerazione. Obiettivo della bad bank sarebbe quello di tutelare le banche commerciali da qualsiasi nuova ricaduta della crisi nel caso in cui l’aumento della disoccupazione dovesse compromettere la possibilità di rimborsare i prestiti.
Lo schema – spiega ancora Reuters citando una delle fonti – prevede l’emissione di obbligazioni che le banche della zona euro acquisterebbero in cambio di portafogli di sofferenze. Le banche potrebbero poi depositare quei bond presso la Bce come collaterale dei finanziamenti erogati da Francoforte.
Mentre i Paesi europei sono impegnati a promuovere il piano da 750 miliardi di euro per aiutare le economie colpite dalla pandemia, l’idea di una bad bank e il progetto della Bce potrebbero essere discussi tra i governatori delle banche centrali e i ministri nel corso di quest’anno.
La sensazione diffusa tra gli analisti, scrive Il Sole 24Ore, è che solo in autunno, quando sarà più chiaro l’impatto della crisi e si cominceranno a verificare gli eventuali primi segnali di ripresa, il tema della Bad bank ipotizzata dalla Bce potrà entrare davvero nel dibattito europeo.
No Comment Ue
La Commissione europea, secondo quanto riportato dall’agenzia radiocor, ha negato di essere coinvolta sul dossier, d’altra parte Bruxelles è già al lavoro su diversi fronti. Tra questi il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) a sua volta chiamato in causa nel progetto Bad bank in qualità di garante se non dovessero essere sufficienti le risorse nazionali. Questa missione aggiunta a quella classica del Mes (prestiti) fa parte della riforma del fondo salva-Stati: la revisione del trattato che lo istituisce è stata concordata ma il via libera politico definitivo e il conseguente processo di ratifiche nazionali si sono arenati a causa della pandemia.
«Ci sono delle sensibilità nazionali su questo tema», hanno dichiarato fonti Ue. Era stato il governo italiano a rallentare essendo il Mes un tema che divide la maggioranza.
Borse europee in rosso
Già dieci anni fa, con la precedente crisi finanziaria, era stata ventilata l’ipotesi di una bad bank in sede europea ma gli stati membri avevano deciso di gestire le sofferenze e incagli a livello nazionale. La crisi Coronavirus arriva in uno scenario differente ma le indiscrezioni sul progetto non sono bastate per migliorare le performance delle Borse europee. Ieri l’indice Ftse Mib ha chiuso a 19.758 punti, in calo dello 0,86%. Negativi anche gli altri listini: il Ftse 100 di Londra (-0,18%), il Cac 40 di Parigi (-0,82%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,15%), e il Dax di Francoforte (-0,65%).
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