Banca Carige controcorrente a Piazza Affari dopo i rumor sull’offerta di Crédit Agricole


La notizia dell’offerta dei francesi per la banca ligure sta attirando acquisti sul titolo Carige, che si muove in direzione opposta dei mercati, depressi dalle scelte della Fed.


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Carige corre a Milano

Inizio di seduta nel giorno della Befana in controtendenza rispetto al mercato per Banca Carige, sostenuta dalle voci di una possibile discesa in campo di Crédit Agricole.

Le azioni Carige arrivano a guadagnare oltre il 3% nei primi minuti di contrattazioni, arrivando a toccare un massimo di 0,80 euro.

L’andamento del titolo della banca ligure, dunque, sembra non risentire della giornata di forti vendite in Europa arrivata dopo la diffusione dei verbali del FOMC, il ‘braccio armato’ della Fed, che hanno mostrato un istituto centrale molto più hawkish rispetto alle attese e pronto ad una stretta monetaria a breve.

Svolta che aveva spinto in rosso Wall Street, con flessioni dei principali indici superiori al 3%, e oggi condiziona gli indici europei come il Ftse Mib, il Cac 40, il Dax e il Ftse 100, tutte caratterizzate da perdite oltre l’1%.

I rumor sull’offerta

Dopo la fumata nera del tentativo di Bper Banca di acquisire Carige, secondo il Messaggero sarebbe arrivata un’offerta da parte di Crédit Agricole, già presente in Liguria.

Nel dettaglio, i francesi avrebbero offerto la cifra simbolica di 1 euro e sarebbero disposti ad entrare in Carige a seguito di un’iniezione di capitale da parte di Fidt pari a 700 milioni di euro, cifra inferiore a quanto richiesto da Bper (1 miliardo) e tetto massimo permesso dallo statuto dopo la revisione dell'estate scorsa.

Nel presentare l’offerta, i francesi sarebbero stati avvantaggiati dai 380 milioni di euro di benefici fiscali convertibili in capitale.

Le passate smentite

L’offerta sarebbe arrivata dopo mesi in cui da Crédit Agricole avevano negato qualsiasi interesse ad entrare nella banca, mentre in quest’occasione i francesi non sono stati disponibili a commentare la voce rilanciata dal quotidiano romano.

Il 25 gennaio prossimo, però, è stata convocata un’assemblea straordinaria finalizzata all’approvazione di un aumento di capitale di 500 milioni.

Anche se l’operazione viene ricondotta alla recente integrazione di Creval e alla necessità di irrobustire i coefficienti patrimoniali, da più parti viene letta come una dimostrazione della disponibilità di risorse da parte di Crédit Agricole, da destinare anche a future acquisizioni.

Le mosse di Crédit Agricole

Il sistema bancario italiano era entrato nelle mire dei francesi già in passato attraverso l’acquisto nel 2018 delle Casse di Risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato, mentre solo l’anno scorso avevano concluso l’acquisizione di Creval e delle quote di minoranza di Friuladria.

Inoltre, il possibile interesse per Carige già era conosciuto da tempo negli ambienti finanziari, anche se l’amministratore delegato, Gianpiero Maioli, aveva definito Carige “un dossier che conosco poco e non sono in grado di dare indicazioni”, aggiungendo poi “non aver altri dossier” in vista dopo Creval.

La fase di attesa e studio avrebbe ricevuto una brusca scossa dall’offerta di Bper lo scorso 14 dicembre, la cui offerta non vincolante era stata stoppata da Fitd, azionista di maggioranza con l’88%, vista l’eccessiva cifra di ricapitalizzazione richiesta dai francesi.

A quel punto, gli emiliani si erano dichiarati pronti alle trattative richiedendo anche l’esclusiva, ma da Fitd non erano arrivate risposte, spingendo gli emiliani a chiedere alla Consob l’eventuale esistenza di altri offerenti.

La palla ora passa nelle mani di Crédit Agricole che potrebbe aprire la partita sul tanto atteso ‘terzo polo’ bancario in Italia, anche se Bper potrebbe avere altre carte da giocare.

La view di Equita

Da Equita ricordano che “nel frattempo Bper, dopo aver sottolineato la disponibilità a discutere la propria offerta congiuntamente con il Fondo, purché all'interno di un regime di esclusiva, è ancora in attesa di una risposta formale dal fondo interbancario”.

Se Bper godrebbe del sostegno dell'autorità di vigilanza e del Governo restando comunque un vantaggio per Carige, gli analisti della sim milanese, ritengono che “ci sarebbe spazio per coprire i costi di ristrutturazione di Carige, con la combined entity che atterrerebbe con un Cet1 maggiore del 13%”.

Calcolo valutato sulla base delle loro stime, “considerando una ricapitalizzazione in Carige da parte del Fondo per circa 650 mln e la conversione dei crediti d'imposta per circa 320 mln (post effetto fiscale)”.

Infine, da Equita ipotizzano un aumento dell'utile per azione 'mid single digit' al 2023, con un Rote che scenderebbe dall'attuale 7,1% al 6,2%”.

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