A Milano brinda Banca Ifis: record storico di ricavi nel 2021 e dividendo raddoppiato rispetto al 2020


La banca ha sestuplicato il suo utile nel corso del 2021 e nel nuovo piano al 2024 prevede la distribuzione di 200 milioni di dividendo corrispondenti a un payout ratio del 50%.


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Rally per Banca Ifis

Pioggia di acquisti a Piazza Affari su Banca Ifis con l’istituto che ha diffuso prima dell’avvio delle contrattazioni i dati preliminari relativi all’esercizio 2021.

Le azioni Banca Ifis arrivano a guadagnare oltre il 5% dopo circa un’ora dall’apertura di seduta, toccando un massimo di 20,66 euro, livello che non ‘vedeva’ dal 2018.

Il rally di oggi permette alle azioni quotate su Euronext STAR Milan di raddoppiare rispetto alla stessa data del 2021 (+104%).

Record di ricavi

Il 2021 della banca si è chiuso con un utile (al netto della PPA e delle plusvalenze immobiliari) “sestuplicato” rispetto a quello del 2020, mentre risulta in crescita del 10% se paragonato al 2019.

In particolare, l’utile netto è arrivato a 100,6 milioni di euro, in crescita del 46,2% rispetto ai 68,8 milioni del 2020 (che aveva beneficiato di PPA e una plusvalenza di 24,2 milioni di euro per la cessione di un immobile).

L’anno da poco concluso si è caratterizzato, inoltre, dal record storico in termini di ricavi per Banca Ifis, con 602,5 milioni di euro e un balzo del 28,8%, oltre ad un importante risultato per i recuperi di cassa dei portafogli NPL acquistati (345 milioni di euro a +33%).

Tra i migliori del mercato il CET1, risultato al 15,44% e contribuendo alla stabilità della distribuzione dei dividendi, proposti dal cda per 0,95 euro per azione, il doppio rispetto alla cedola del 2020.

Il settore degli NPL

Per quanto riguarda il settore NPL, la banca ha superato i target acquisendo oltre 3,7 miliardi di euro di crediti non performing e confermandosi market leader negli small ticket unsercured, portando la sua quota di mercato al 46%.

“Gli acquisti realizzati nell'anno forniranno un solido contributo alla profittabilità della banca nei prossimi anni”, sottolineavano dalla banca.

Il nuovo piano

Allo stesso tempo, la banca ha comunicato il nuovo piano al 2024, indicando una strategia focalizzata ancora sui segmenti di business a più alta opportunità di crescita e redditività, con il fine di rafforzare la leadership di mercato nel settore del Commercial & Corporate Banking per le PMI e NPL.

Alla fine del piano sono previsti 164 milioni di euro di utile netto (161 milioni di euro di utile di pertinenza della capogruppo), con un ROE del 9%.

L’utile netto cumulato è previsto a oltre 400 milioni nel triennio 2022-2024 e la banca punta a creare valore per gli azionisti grazie alla distribuzione di circa 200 milioni di dividendi, corrispondenti ad un payout ratio attorno al 50%.

Il CET1 è atteso al 15,1% al 2024 e sarà prudenzialmente superiore al 14% nel corso di tutto l’arco del piano.

Previsione di crescita anche per i ricavi, visti salire dai 603 milioni di euro del 2021 a 689 milioni a fine piano (CAGR del +5%), il cost/income è previsto in netta diminuzione al 56% (62% al 2021), mentre il Net NPE ratio dovrebbe migliorare dal 3,9% (2021) al 2,8% (2024).

Infine, i crediti alla clientela dovrebbero passare da 10,3 miliardi di euro nel 2021 a 12,1 miliardi di euro al 2024 trainati dal lancio di prodotti digitali, dalla crescita di segmenti ad alta redditività e dalle partnership con player strategici.

La strategia

Dal Management di IFIS sottolineano che “la banca si affacci al contesto post Covid con ottimi fondamentali”, secondo le parole di Ernesto Fürstenberg Fassio.

“Nel corso del prossimo triennio diventeremo una banca sempre più digitale, efficiente, aperta a nuove partnership, orientata alla crescita sostenibile. Questo è il significato di D.O.E.S: digital, open, efficient, sustainable”, spiega l'amministratore delegato Frederik Geertman.

“Attraverso il modello di Bank-as-a-platform avvieremo partnership con attori bancari e industriali in crescita come noi al fine di mantenere la nostra base di costi flessibile e utilizzare le capacità distributive di terze parti”, aggiungeva il manager.

“Abbiamo già in essere accordi di distribuzione sul credito con Banca Generali e sulla raccolta con Fineco, mentre nel Business dei crediti deteriorati valuteremo collaborazioni con cedenti di portafogli di NPL e co-investitori per massimizzare la redditività del recupero per tutti”, concludeva Geertman.

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