Banca Mps aumenta gli accantonamenti dopo la sentenza di condanna
Il cda straordinario di ieri ha disposto l’aumento degli accantonamenti dopo la sentenza di condanna dei vertici dell'istituto. La decisione sui nuovi accantonamenti, spinge anche le indiscrezioni sul fronte delle intese con il Mef in merito alla possibilità di un aumento di capitale da 1,5 miliardi.
Secondo fonti di stampa i nuovi accantonamenti potrebbero superare i 400 milioni
Ieri il cda straordinario di Banca Mps ha disposto un aumento degli accantonamenti per rischi legali. È quanto comunicano delle fonti vicine all’istituto. Secondo quanto riportato da Reuters, l’ammontare potrebbe superare i 400 milioni. Un quadro più chiaro lo si potrà avere in occasione delle trimestrale che sarà approvata il prossimo 5 novembre.
La decisione del Consiglio di amministrazione arriva dopo l’esame del dispositivo della sentenza che ha visto la condanna dell’ex presidente Alessandro Profumo e dell’ex ad Fabrizio Viola, dell’ex presidente del Collegio sindacale Paolo Salvadori e della Banca in qualità di responsabile amministrativo.
«A fronte degli approfondimenti condotti, in attesa di poter disporre delle motivazioni della sentenza stessa e, sulla base del solo contenuto del dispositivo - informa una nota - la Banca ha comunque ritenuto opportuno cambiare la classificazione da "possibile" a "probabile" in merito a una serie di controversie legali e richieste stragiudiziali». Secondo le fonti, un nuovo Cda è stato convocato «a breve».
La ricapitalizzazione da 1,5 miliardi
La decisione sui nuovi accantonamenti, spinge anche le indiscrezioni sul fronte delle intese, raggiunte con il ministero delle Finanze (Mef) in merito alla possibilità di un aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro. Secondo gli esperti di Equita Sim (hold con target price 1,6), la ricapitalizzazione «consentirebbe di riportare il buffer CET1 fully phased (che indica la solidità dell’istituto) verso lo Srep (supervisory review and evaluation process) a 265 punti base con un CET1 di 11,2%». L’operazione, inoltre, potrebbe essere realizzata senza burden sharing (ossia la condivisione degli oneri) grazie al temporary framework sugli aiuti di Stato in vigore fino a settembre del prossimo anno.
Equita ricorda come il Mef abbia già stanziato 1,5 miliardi di risorse per sottoscrivere eventuali ricapitalizzazioni: «Il deal potrebbe quindi essere realizzato attraverso una ricapitalizzazione plain-vanilla sul mercato nella quale il MEF sottoscrive la sua quota parte e l’eventuale inoptato».
Con un’operazione di questa complessità e di questa portata (a oggi l’ammontare dei rischi legali che grava sulla banca ammonta a 10 miliardi a fronte dei quali sono stati effettuati accantonamenti per 800 milioni) si sposterebbero anche eventuali operazioni di M&A.
Il riferimento, in questo caso, va in direzione di Unicredit, nonostante l’istituto abbia più volte sottolineato di non avere in programma (al momento) operazioni di fusione e acquisizione di altri istituti. Alle 12 il titolo Mps soffre a Piazza Affari in calo dell’1,83% scambiato a 1,022 euro.
Secondo gli analisti di Fidentiis, il problema della ricapitalizzazione «non è nelle mani del gruppo senese, ma sulle spalle di tutte le altre banche a cui potrebbe essere chiesto di mettere una massiccia somma di denaro per salvare l'istituto toscano grazie al fondo interbancario sui depositi». Gli analisti confermano però il sell sul titolo e anche loro guardano alla possibilità di uno spiraglio con la riluttante Unicredit.
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