Banche in festa per le modifiche alla tassa sugli extraprofitti

I partiti della maggioranza di governo hanno trovato un accordo a seguito del quale viene ridotto l’impatto sugli istituti finanziari derivante dalla tassa sugli extraprofitti.
Acquisti sulle banche
Lunedì mattina tra gli acquisti per il comparto bancario a Milano dopo l’accordo raggiunto tra i partiti che sostengono il governo sulle modifiche alla tassa sugli extraprofitti bancari.
IL FTSE Italia Banche guadagna lo 0,60% dopo un’ora di scambi, performance migliore rispetto al FTSE MIB (-0,20%) di oggi.
Tra le migliori troviamo Banco BPM, arrivata a guadagnare il 3% e con un massimo toccato a 4,809 euro, seguita da Bper Banca (+2,70%), Monte dei Paschi di Siena (+2,22%) e FinecoBank (+1,40%), mentre Intesa Sanpaolo e Unicredit aggiungono l’1%.
Le modifiche alla tassa sugli extraprofitti
Una bozza di emendamento vista dall’agenzia Reuters mostrava la possibilità per gli istituti di credito di scegliere tra un incremento delle proprie riserve prudenziali e il pagamento della tassa.
In particolare le banche potranno destinare a una riserva non distribuibile un importo non inferiore a 2,5 volte l'ammontare dell'imposta, andando quindi a rafforzare la posizione di Cet1.
Qualora la riserva venga successivamente utilizzata per la distribuzione di utili, la banca dovrà pagare l’imposta maggiorata per la quota di interessi maturata al tasso di interesse sui depositi BCE.
A questo si aggiunge la modifica del tetto massimo della tassa allo 0,26% dei Rwa, anziché dello 0,1% degli attivi, così come richiesto da un emendamento di Forza Italia, mentre non è prevista la deducibilità dell’imposta.
L’impatto delle modifiche
Un trader sottolinea alla Reuters che sul mercato c'è sollievo perché è stata definita la norma che impatta sul settore, ma in linea con quello che ci si attendeva.
Secondo il broker Jefferies, il nuovo tetto “implica che per la gran parte delle banche l'impatto è molto più contenuto rispetto ai calcoli precedenti”.
“Secondo i nostri calcoli, se le banche decidessero di pagare la tassa (cosa che a nostro parere resta l’opzione più concreta, dati l''impatto relativamente limitato sugli utili e la possibilità di evitare il blocco di fino a 65 pb di Cet1 per un periodo indefinito di tempo), l’impatto sugli utili 2023 si ridurrebbe di circa il 30% rispetto alla versione precedente della tassa”, calcolano gli esperti di Deutsche Bank.
Secondo gli analisti di Equita Sim, “a parità di condizioni e focalizzandoci solo sul quotato, l'impatto della tassa sul settore bancario passerebbe da circa 2,1 a circa 1,8 miliardi, con impatto medio sugli utili 2023 atteso scendere dal 9% all'8%”.
Secondo la sim, “la maggior parte degli istituti sotto nostra copertura opterà per il pagamento della tassa, alla luce di un impatto gestibile e al fine di mantenere maggiore flessibilità sulla politica di remunerazione”.
I maggiori beneficiari “dalla nuova definizione dell'imposta sono Banca Mps e Iccrea che, “non prevedendo in ogni caso di distribuire dividendi quest'anno, ragionevolmente porteranno l'utile generato a riserva e non saranno soggetti alla tassazione straordinaria”, mentre “l’impatto è minore anche per i soggetti caratterizzati da un modello di attività maggiormente capital light e conseguentemente con una minore Rwa density (FinecoBank e Banca Generali nel risparmio gestito e Credem tra le banche tradizionali” concludono da Equita.
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