Banche in profondo rosso dopo la tassa extra profitti del governo

Il governo ha deciso un prelievo del 40% sugli istituti finanziari e conta di ricavare tra i 2 e i 3 miliardi di euro, da destinare il taglio delle tasse e il sostegno ai mutui.
Banche in rosso
Vendite scatenate sul settore bancario di Piazza Affari, indebolito dalla decisione a sorpresa del governo arrivata ieri sulla tassa extra profitti che coinvolgerà gli istituti finanziari.
A Milano si assiste ad un calo del 5% dell’indice Ftse All Share Banks, con Bper Banca che cede oltre il 10% dopo mezz’ora di scambi, seguita da Banco BPM (-8%), Monte dei Paschi di Siena (-9%), Credito Emiliano (-7%) e Banco Popolare di Sondrio (-7%).
Male anche Unicredit (-6%) e Intesa Sanpaolo (-8%), entrambe entrate in ritardo in contrattazione, seguite da praticamente tutti gli altri titoli bancari quotati.
La tassa extra profitti
Ieri sera il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto omnibus, inserendo a sorpresa anche una norma per l’istituzione di un prelievo sui profitti delle banche, la cosiddetta tassa extra profitti.
L’esecutivo ha deciso per un prelievo con un’aliquota del 40%, che non potrà comunque superare il 25% del patrimonio netto, e dalle prime stime che circolano si ipotizza un gettito compreso tra i 2 e i 3 miliardi di euro per lo Stato.
Gli introiti saranno destinati a due voci: l'aiuto ai mutui prima casa e al taglio delle tasse, in particolare per quanto riguarda il cuneo fiscale.
Gli obiettivi del governo
Con l’aumento dei tassi di interesse da parte della banca centrale, le banche hanno aumentato i loro utili e, secondo un’analisi del sindacato First Cisl, i primi cinque grandi istituti di credito (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper) hanno superato complessivamente nel primo trimestre la soglia dei 10,3 miliardi di euro di utili netti, mettendo a segno così una crescita del 66% rispetto all’anno precedente.
Attualmente chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile da 126 mila euro in 25 anni deve pagare 2.300 euro in più di interessi e da questi numeri il governo Meloni ha tratto la convinzione della necessità di una tassa sugli utili delle banche.
Il Ministro Matteo Salvini ha definito la norma approvata come un provvedimento “congruo che andrà ad alimentare il taglio delle tasse e il sostegno dei mutui”.
“L’innalzamento dei tassi della BCE”, spiegava Salvini, “ha portato ad un innalzamento del costo del denaro per famiglie e imprese. Non c'è stato un altrettanto solerte, veloce e importante aumento per i consumatori”, “quindi in questo gap si verrà a contare un 40% di prelievo dagli extraprofitti multimiliardari delle banche. Non entriamo nel merito delle cifre, ma basta guardare gli utili del primo semestre 2023 delle banche per capire che non stiamo parlando di qualche manciata di milioni, ma si può ipotizzare di alcuni miliardi”.
I dettagli del pagamento
Secondo quanto spiega MF, il calo della base imponibile sarà effettuato “sull’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2023 che eccede per almeno il 3% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2022”.
Inoltre, conterà anche “l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2024 che eccede per almeno il 6% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2022”.
Come accennato, l’ammontare dell’imposta straordinaria non potrà essere superiore a una quota pari al 25% del valore del patrimonio netto alla data di chiusura dell'esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2023.
Il pagamento dovrà avvenire “entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell'esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2024”.
Nella norma viene spiegato anche che gli istituti che “in base a disposizioni di legge approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio effettuano il versamento entro il mese successivo a quello di approvazione del bilancio”.
Nel caso di banche il cui esercizio non coincide con l’anno solare (ad esempio Mediobanca), “se il termine di cui ai primi due periodi scade nell’anno 2023, il versamento è effettuato nel 2024 e, comunque, entro il 31 gennaio”.
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