Banco Bpm, Castagna non esclude un’aggregazione con Mps

L’ad Giuseppe Castagna ha affermato che se in futuro ci dovesse essere una possibilità con la banca senese questa dovrà essere guardata con grande attenzione.
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Banco Bpm non chiude le porte a Mps
Il risiko bancario potrebbe accendersi di nuovo con Banco Bpm e Banca Monte dei Paschi di Siena protagoniste. Parlando davanti alla Commissione d’inchiesta sul settore bancario del Senato, l’amministratore delegato Giuseppe Castagna non ha escluso in futuro un’aggregazione di Piazza Meda con l’istituto senese.
"Se in futuro ci dovesse essere una possibilità" con Mps, "come tutte le operazioni nelle quali abbiamo una partecipazione, le dobbiamo guardare con grande attenzione", spiegava il manager.
Castagna ha inoltre precisato che al momento con Mps non c'è nulla in discussione, e "penso che nessuno dei nuovi azionisti di Mps abbia intenzione in questo momento - come mi pare abbia detto anche Lovaglio - di dedicarsi a una nuova operazione avendo già un'operazione importante da dover concludere" con Mediobanca.
A Piazza Affari, intanto, le azioni Banco Bpm guadagnano il 2% quando mancano circa due ore alla fine delle contrattazioni, salendo a 12,62 euro, mentre quelle di Mps aggiungono l’1% e si portano a 8,072 euro.
L’ingresso in Mps
Castagna poi ricordato l'ingresso di piazza Meda in Mps avvenuto lo scorso novembre in occasione della cessione della terza tranche da parte del Mef. L’offerta di Bpm era “strategica e non speculativa”, e “siamo stati spinti dalla voglia di creare un legame più stretto per Anima Holding abbiamo preso il 5%", ha spiegato, precisando che la decisione di acquisire una quota nel capitale di Rocca Salimbeni si è basata anche su risultati "palesemente migliori" rispetto al passato.
Castagna ha inoltre precisato che Banco Bpm "non ha mai chiesto un posto nel board, è un nostro concorrente, e non abbiamo mai preso parte a nessuna decisione".
Il banchiere replicava poi ai rilievi sul presunto standing non adeguato di Banca Akros per guidare l'abb che collocò la terza tranche della quota del Tesoro.
Akros "è un protagonista nel mercato dei capitali italiani" affermava Castagna che ricorda come in recenti operazioni operate da consorzi internazionali (cita Italgas e Avio) l'unica partecipante italiana era proprio la banca controllata al 100% da Banco Bpm.
Esclusa ipotesi Credit Agricole
L’ad ha poi parlato di un’altra operazione ipotizzata negli ultimi mesi, quella con Credit Agricole, smentendo qualunque possibilità di intesa con la banca verte.
"Aspettiamo di capire le intenzioni di Credit Agricole, che finora non ha espresso alcun interesse né a noi né alla Banca centrale europea", spiegato Castagna durante l'audizione.
Castagna ha anche escluso che l'azionista francese abbia chiesto 4 posti in consiglio di Piazza Meda. Quanto alla richiesta di superare il 20%, "a quanto ci risulta ancora non è stato dato esito" da parte della Bce.
Il tentativo di UniCredit
In merito al tentativo di acquisizione da parte di UniCredit, Castagna spiegava che "una cosa rilevante presa in considerazione anche dal governo" con il golden power è il cosiddetto loan-to-deposit ratio: "Banco BPM impegna il 98,2% dei depositi con finanziamenti sul territorio", in pratica "quasi tutto quello che depositano i nostri clienti lo impieghiamo", a fronte di "circa l'80%" di Unicredit in Italia e, “se Unicredit avesse applicato a noi questi numeri ci sarebbero stati "circa 20 miliardi in meno di credito destinato alla nostra clientela".
“Nel Golden Power abbiamo avuto un ruolo, siamo stati convocati dalla Presidenza del consiglio per presentare le nostre tesi sulle differenze tra Banco Bpm e UniCredit su una serie di temi, mi dispiace che Orcel abbia detto che ci siano state informazioni sbagliate".
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