Banco Bpm, Castagna: “potenziale fusione con Crédit Agricole”

Il Ceo di Piazza Meda rilancia il ruolo della banca non come preda dopo il fallimento dell’Ops lanciata da UniCredit, mentre la semestrale comunicata ieri sera ha mostrato il buon momento dell’istituto.
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Banco Bpm e la possibile fusione con Crédit Agricole
Con il risiko bancario ancora caldo, Banco Bpm potrebbe non aver terminato di svolgere un ruolo da protagonista tenuto fino a questo momento tra l’Ops di UniCredit e l’operazione su Anima Holding.
È lo stesso Ceo Giuseppe Castagna a rilanciare possibili novità nella strategia della banca: “rispetto a un'operazione di acquisizione di una banca grande rispetto a una banca più piccola, in questo caso ci sarebbe piuttosto sul piatto una potenziale fusione tra due banche italiane, Banco Bpm e Crédit Agricole Italia”, spiegava oggi il manager nel corso di un’intervista a Class.
Castagna, comunque, specificava che “non c’è nessuna operazione sul tavolo” ma ribadiva che, dopo la fine dell’Ops di UniCredit, “ora siamo liberi”: “vedremo quali saranno le mosse di Crédit Agricole.
“Per il momento è troppo presto per ipotizzare qualunque scenario. È evidente che hanno già un grosso investimento in Italia, sia dal punto di vista bancario sia di fabbriche prodotto, quindi, le possibilità di crescita possono andare da un'ipotesi di aggregazione di banche, ma anche un'ipotesi di crescita sulle fabbriche prodotto. Staremo a vedere”, aggiungeva Castagna.
Il risiko in Italia
In Italia, prosegue Castagna, “c'è un risiko in corso. Durante questi otto mesi”, nei quali era in campo l'Ops di UniCredit su Banco Bpm, “sono cambiate alcune cose. Prima avevamo già comprato, tra noi e Anima, il 9% di Mps, quindi, è evidente che ci può essere un interesse verso il Monte, ma allo stesso tempo Crédit Agricole ha aumentato la sua partecipazione da circa il 10% a oltre il 20%”.
Si tratta di “due interlocutori ovvi considerando le partecipazioni azionarie, ma non escludo nemmeno altre possibili operazioni”. in ogni caso, per Castagna “una banca come la nostra penso sia indispensabile per chiunque voglia fare ulteriori aggregazioni in Italia”.
Nell'attesa, il legame tra Modena e Siena appare in ogni caso saldo: “Abbiamo ritenuto opportuno stringere ancora di più l'alleanza col Monte, che è il secondo distributore di Anima dopo di noi, e quindi abbiamo partecipato all'accelerated book building fatto dal governo proprio una settimana dopo la nostra operazione di Anima. Non c'erano allora programmi di fusione, non ci sono oggi”, anche perché Rocca Salimbeni sta facendo un'operazione importante e dovremo, inevitabilmente, attenderne gli esiti per capire che tipo di potenziale operazione può esserci in piedi”, concludeva Castagna.
Semestre record
Ieri sera a mercato chiuso, intanto, la banca ha comunicato i risultati del primo semestre, terminato con un risultato netto record di 1,214 miliardi (+61,9% rispetto ai 750,1 milioni del 1° semestre 2024); a perimetro costante l'incremento del risultato netto è pari al 31,2%. Il risultato netto adjusted si attesta a 1,006 miliardi (+29,7%); a perimetro costante 949,2 milioni (+22,3%).
La banca segnala che Anima Holding è stata inclusa nel perimetro di consolidamento integrale a partire dal secondo trimestre 2025, a seguito del successo dell'Offerta pubblica di acquisto volontaria varata nel novembre 2024.
Il margine di interesse del gruppo si porta a 1,602 miliardi nel semestre, in calo del 7%, mentre le commissioni nette si attestano a 1,205 miliardi (+15,3%) e, a perimetro costante, a 1,091 miliardi (+4,4%), mentre gli oneri operativi sono pari a 1,347 miliardi (+0,4%).
I proventi operativi evidenziano un'ottima dinamica, risultando pari a 3,024 miliardi, con una crescita dell'8,2% rispetto al primo semestre 2024 (a perimetro costante l'incremento dei proventi operativi è pari al 3,2%). Il risultato della gestione operativa si porta a 1,676 miliardi, in crescita del 15,2% (a perimetro costante 1,579 miliardi +8,5%).
Quanto alla posizione patrimoniale, il CET 1 ratio "fully phased" è pari al 13,32%. Lo stock crediti deteriorati netti è pari a 1,4 miliardi: -9,5% rispetto a fine 2024 e -13,5% a/a.
Significativo ritorno cash per gli azionisti nonostante il mantenimento di una solida posizione di capitale. È previsto per il 2025 un acconto dividendi pari a circa 700 milioni (+17% rispetto al 2024), pari ad un dividendo unitario (DPS) di 0,46 euro (dividend yield atteso su base annua all'8%).
Dividendi cumulati distribuiti nel 2024 ed interim dividend 2025 pari a circa 2,2 miliardi, sulla buona strada per centrare il target di remunerazione nel periodo 2024-2027 pari a oltre 6 miliardi.
Risultati che sostengono le azioni Banco Bpm a Piazza Affari questa mattina, con una crescita dell’1,50% dopo circa due ore di scambi, salendo così a 11,205 euro.
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