Banco Bpm nel mirino di Cariparma

Ancora caldo il risiko bancario italiano che coinvolge l’istituto guidato da Giuseppe Castagna, anche se il management di Piazza Meda continua a smentire qualunque ipotesi di M&A.
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Le mire di Cariparma su Banco Bpm
Banco Bpm ancora al centro delle indiscrezioni sul risiko bancario, con le mire dei francesi che sembrano sempre più decise.
Gli ultimi rumor raccontano di una possibile fusione tra Cariparma, controllata da Crédit Agricole, e Banco Bpm, dalla quale nascerebbe una banca a controllo francese.
Per il momento, le ultime voci danno di un consulente impegnato nella fusione, anche se resta da chiarire il ruolo che potrebbero svolgere nell’operazione le società di prodotti come Agos e Anima.
In attesa di una presa di posizione ufficiale da parte del governo, nei giorni scorsi da Bpm era già arrivata la smentita di ogni ipotesi di fusione o acquisizione diffusesi nei giorni scorsi e il presidente della banca, Massimo Tononi, parlava di “molte voci prive di fondamento realistico”,
“Leggo molte ricostruzioni sui giornali che non hanno alcun fondamento”, dichiarava Tononi a margine di un convegno del Centro Studi Guido Rossi a Pavia, aggiungendo che “stiamo proseguendo la nostra normale attività e siamo contenti dei risultati”, e “Banco Bpm ha tutte le possibilità di crescita, anche in modo inorganico, ma nulla di quanto menzionato o ipotizzato sui media corrisponde al vero”.
A Piazza Affari, intanto, l’apertura di seduta odierna è dominata dalle vendite, con Banco Bpm che cede il 2,80% (12,31 euro) a fronte di un Ftse Mib in calo dell’1,20% nella prima mezz’ora di scambi.
La vicenda Crédit Agricole Italia
Intanto, proseguono le trattative tra Banco Bpm e il governo francese per l’acquisizione di Crédit Agricole Italia e, secondo indiscrezioni pubblicate da MF, le discussioni si concentrerebbero principalmente sul pagamento del corrispettivo, stimato tra 5 e 6 miliardi di euro per una valorizzazione complessiva dell'asset di circa 8 miliardi.
La banca italiana punterebbe ad un mix di strumenti per regolare l'operazione: contanti, azioni proprie e titoli di partecipate, anche se per ora non c'è ancora uno schema definitivo.
Delicata la vicenda di Anima, acquisita da Bpm: l’ipotesi che diventi francese potrebbe preoccupare il governo italiano a causa della massa di titoli di Stato presente nei suoi bilanci.
Una soluzione potrebbe arrivare dal nuovo Tuf, in preparazione al Consiglio dei Ministri, che, alzando la soglia d’Opa consentirebbe a Bpm di versare una contropartita consistente in azioni proprie, facendo così salire Parigi dal 20 al 30% del proprio capitale. Sarebbe inoltre al vaglio la possibilità di ottenere un'esenzione dell'opa nel caso in cui la soglia del 30% sia superata a seguito dell'aumento di capitale connesso al conferimento delle attività italiane della banque verte.
Mediobanca alza il tp
Ieri Mediobanca Research confermava il rating neutral sulle azioni Banco Bpm, aumentando il target price da 11,8 a 14 euro.
Gli esperti della banca attribuiscono il 30% di probabilità ad uno scenario standalone per l’istituto guidato da Giuseppe Castagna, il 50% ad un deal con Crédit Agricole Italia e il 20% ad altre operazioni.
Gli esperti ricordano che, nelle ultime settimane, Banco Bpm era stato al centro di diverse ipotesi di aggregazione che comprende anche Banca Monte di Paschi di Siena, opportunità da loro definita “più evidente” insieme a quella che comprende anche Crédit Agricole.
"Riteniamo che tali sviluppi difficilmente possano rilanciare l'offerta di UniCredit, ma piuttosto galvanizzare le ambizioni di Crédit Agricole per Banco Bpm, poiché la banca francese potrebbe progressivamente passare da un'attuale quota di blocco in Banco Bpm a una più influente, poiché la legge Capitali rafforza i diritti di Credit Agricole in quanto azionista principale", scrivono gli analisti.
Per Mediobanca, l’avvicinarsi del rinnovo del consiglio di amministrazione di BAMI, previsto per la prossima primavera, il board potrebbe accelerare la decisione per garantire il proprio futuro.
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