Banco BPM, offerta di Crédit Agricole per le attività assicurative ma il governo vigila
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Mentre il titolo apre negativo a Milano condizionato dallo stacco odierno del dividendo, i francesi potrebbero proseguire la loro strategia di investimento su Banco BPM nonostante le rassicurazioni date nei giorni scorsi al governo italiano.
BPM e il dividendo
Apertura negativa per Banco BPM a Piazza Affari, condizionato dallo stacco della cedola previsto per oggi.
Le azioni della banca cedono oltre il 3%, con le azioni scambiate intorno ai 3 euro, comprensivi di 0,19 euro di cedola, in pagamento in data 21 aprile.
Considerando l'ammontare delle azioni in circolazione, il dividendo complessivo dell’istituto sarà pari a 287,9 milioni di euro con un pay-out del 50 per cento.
Stacco che condiziona l’andamento di tutto il Ftse Mib complessivamente per l’1%, viste le 8 società coinvolte, tra cui Mediolanum, Campari, CNH Industrial, Ferrari, Maire Tecnimont, Piaggio, Prysmian e Stellantis.
L’offerta di Agricole
Nel frattempo, molti media scrivono di un’offerta non vincolante presentata da Crédit Agricole sulle attività di Banco Bpm, settore sul quale si sarebbe già concentrata l’attenzione di AXA nei giorni scorsi mettendo sul piatto 1,5 miliardi di euro.
“Ricordiamo che BAMI ha esercitato l’opzione per ricomprare l’81% di BPM Vita da Covea e ha un’opzione call per ricomprare il 65% di Vera Vita e Vera Assicurazioni nel 2023”, scrivono da WebSim.
Se, nel business plan annunciato a fine 2021 la banca aveva presentato il progetto del riacquisto delle quote possedute dai partner assicurativi per internalizzare il business, dalla sim non escludono “che se adeguatamente valorizzato Banco BPM possa decidere di valorizzare il business facendo entrare nuovi partner assicurativi”.
Gli analisti della sim mantengono la loro raccomandazione ‘molto interessante’ sul titolo BAMI, con target price a 3,85 euro.
Francesi sotto controllo
La strategia di Crédit Agricole su Bpm, però, resta sotto l’occhio vigile del governo italiano dopo l’acquisto di una quota pari al 9,2% con l’appoggio di JP Morgan.
Nel caso in cui dovesse superare il 10% del capitale della banca, infatti, i francesi dovrebbero effettuare una notifica all’esecutivo guidato da Mario Draghi ai fini dell’esercizio del golden power, oltre a chiedere l’autorizzazione alla Banca d’Italia e alla Banca centrale europea.
L’occhio del MEF, dunque resta vigile sulle mosse di Agricole, nonostante le rassicurazioni arrivate alla Reuters in settimana, nelle quali si dichiarava che il “Crédit Agricole ha detto al Tesoro italiano che non ha intenzione di prendere il controllo di Banco Bpm”.
Dichiarazioni che potrebbero soltanto essere di facciata, considerati i precedenti datati 25 febbraio quando i francesi smentivano l’esistenza di qualunque dossier su M&A o cessioni di asset in Italia, per poi ‘muovere’ su BPM.
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