Banco BPM, Opa su Anima con obiettivo delisting

L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha lanciato ieri un’offerta pubblica sulla Holding ad un prezzo comprensivo di un premio consistente rispetto ai prezzi del titolo dell’asset manager milanese.
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Banco BPM e l’Opa su Anima
L’ad di Banco BPM parla di un deal di “trasformazione” da realizzare con un istituto già partner strategico dell’istituto da oltre 15 anni, di cui Piazza Meda detiene già il 22,4%. Sono le motivazioni citate da Giuseppe Castagna in merito all’Opa lanciata ieri sera su Anima Holding, asset manager milanese guidato da Alessandro Melzi d’Eril e presieduto da Patrizia Grieco.
L’Opa, di carattere volontario, è stata lanciata sulla totalità delle azioni Anima al prezzo di 6,2 euro per azione, rappresentando un premio dell’8,5% rispetto alla chiusura di ieri (5,75 euro) e del 25% sul valore medio del titolo della Holding degli ultimi sei mesi.
Offerta che sta facendo gola a Piazza Affari non solo per quanto riguarda il titolo Anima, salito in apertura dell’11% e toccando i 6,5 euro (poi attestatosi al prezzo dell’offerta di 6,2 euro), ma la spinta propulsiva dell’Opa spinge anche le azioni BAMI, in crescita dell’8% a 6,826 euro.
Banco Bpm rappresenta per Anima un “partner naturale” da oltre vent’anni che dopo l'opa proseguirà "in piena continuità con il proprio percorso di crescita”, spiegava ieri Castagna nel corso della conference call con gli analisti seguita alla diffusione dei risultati al 30 settembre.
I dettagli dell’Opa
L'obiettivo dell'Opa è il delisting di Anima da Piazza Affari e la creazione di un "campione nazionale" integrato nel settore dell'assicurazione vita e del risparmio gestito. L'offerta è condizionata al raggiungimento di almeno il 66,67% del capitale di Anima e alla possibilità per Piazza Meda di applicare il trattamento regolamentare del Danish Compromise.
Secondo le previsioni di Banco BPM, l'operazione avrà diversi impatti finanziari:
- un aumento dell'utile per azione di circa il 10%;
- un incremento del RoTE al 2026 da 13,5% a oltre il 17%;
- una riduzione del CET1 Ratio di circa 30 punti base;
- un aumento dell'incidenza delle commissioni sul totale dei ricavi dal 37% a oltre il 45%.
Il completamento dell'operazione è previsto entro la prima metà del 2025, subordinatamente all'ottenimento delle autorizzazioni regolamentari.
Mossa “intelligente”
Arrivati subito i primi commenti positivi da parte degli esperti. L’Opa rappresenta "Una mossa intelligente su una società intelligente, con impatti intelligenti", oltre ad essere “del tutto inaspettata” secondo Giovanni Razzoli, analista di Deutsche Bank.
“Il corrispettivo dell'offerta ammonta a 1,5 miliardi, ma avrebbe un impatto molto limitato sul Cet 1 di Banco Bpm (-30 punti base; consumo di capitale inferiore a 200 milioni), poiché il Banco sarebbe in grado di fare leva sulle attività assicurative e sfruttare il Compromesso danese, riducendo significativamente il consumo di capitale di tale acquisizione", aggiunge Razzoli.
Salgono gli utili
I conti dei nove mesi 2024 di Banco Bpm annunciati ieri hanno mostrato un balzo del 79,8% rispetto al 2023 per l’utile netto, arrivato così a 1.696 milioni di euro, oltre ad una crescita dell’utile adjusted (rettificato) pari al 25,1% a 1.245 milioni.
I ricavi sono arrivati (+8,2%) a 4,27 miliardi (+7 i proventi operativi ‘core’) e i costi sono cresciuti (+4,4%) a 1,99 miliardi, cost-income che scende dal 48,4% del 2023 al 46,7%. Il risultato della gestione operativa è aumentato dell'11,8% a 2,27 miliardi mentre le rettifiche su crediti sono diminuite del 21,3% a 301,8 milioni.
Ai massimi storici la solidità patrimoniale, con un Cet1 ratio che passa dal 14,2% di fine 2024 al 15,5%, mentre migliora la qualità del portafoglio creditizio con i crediti deteriorati netti all'1,7% del totale dei crediti e un costo del rischio in calo a 40 punti annualizzati dai 53 del 2023.
Per il futuro, Banco Bpm si è detto "fiducioso di superare la precedente guidance di 0,95 euro di utile per azione per il 2024 nonostante il trend in discesa dei tassi di interesse". Inoltre, la banca si attende che le prospettive reddituali possano "beneficiare della progressiva messa a terra delle fabbriche prodotto del gruppo, a pieno regime nel 2026".
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