Banco Bpm, si rafforza lo storico patto di consultazione. Jp Morgan oltre il 3%
Gli storici soci di Piazza Meda non si sono ancora pronunciati ufficialmente sull’Ops lanciata da UniCredit ma potrebbero mettersi di traverso nell’assalto lanciato da Andrea Orcel lo scorso novembre.
Le mosse del patto su Banco Bpm
Movimenti strategici nel capitale di Banco Bpm in vista dell’assalto di UniCredit, la cui Ops lanciata a novembre 2024 dovrà essere esaminata nei prossimi mesi. In queste ore gli azionisti storici del patto di fondazioni e casse di previdenza hanno confermato l’accordo parasociale nato nel 2020 come nocciolo duro della banca, alzando leggermente la loro quota complessiva dal 6,5% al 6,51% del capitale di Piazza Meda.
Tra i vari componenti del patto, FinanzaInarcassa (quella di ingegneri e architetti) ha aggiunto nel 2024 altre 835 mila azioni dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna, arrivando così all’1,03%. Scelta inversa per Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi che ha venduto circa 510 mila azioni (-0,034%), scendendo allo 0,067% di Bpm. Invariate le quota di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (1,240%), Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (0,50%), Enpam (1,99%), Fondazione Cr Reggio Emilia Pietro Manodori (0,0293%) e la Cassa forense (1,66%).
Per il momento il patto non si è schierato pubblicamente sull’Ops di UniCredit ma, scrive MF, “l'umore che si respira all'interno della compagine è di insoddisfazione per l'offerta presentata”. Secondo il media, la posizione degli azionisti storici di Bpm sarebbe “vicina a quella espressa dal consiglio di amministrazione: il premio non rispecchia il valore e le potenzialità industriali dell'istituto milanese”, messaggio che sarebbe stato lasciato intendere anche a UniCredit “nel corso di qualche vertice informale”.
BofA e Jp Morgan
Tra le altre partecipazioni è emerso che Bank of America possiede una quota indiretta pari al 6,852% detenuta in Banco Bpm al 19 dicembre scorso, di cui l'1,168% sono diritti di voto riferibili ad azioni, mentre lo 0,13% sono right to recall senza data di scadenza, mentre oltre il 5% sono altre posizioni lunghe.
Azioni per il 3,057% per Jp Morgan, operazione risalente al 30 dicembre 2024, con i suoi analisti che ieri hanno alzato il target price su BAMI da 8 a 8,3 euro per azione. Gli analisti statunitensi vedono "upside per la valutazione di Banco Bpm su scenari M&A", con la banca che per gli esperti potrebbe fare un'offerta per Mps, mentre UniCredit "potrebbe alzare" la sua offerta su Banco Bpm, "anche se parte del premio M&A è già nei prezzi. La valutazione" del titolo, che scambia su multipli definiti “bassi”, è “inoltre sostenuta da payout più alti, con un rendimento intorno al 12% rispetto al 10% circa medio del settore", concludono da Jp Morgan.
Obiettivo primario di UniCredit
Questa mattina Banco Bpm scambia a Piazza Affari in leggero rialzo (+0,50%), di poco oltre i 7,8 euro, sempre sopra il prezzo dell’Ops di UniCredit, pari a 6,6 euro. Quotazioni che, ipotizza MF, potrebbero spingere Andrea Orcel a “mettere sul tavolo il risparmio gestito di Anima Holding”, la sgr sulla quale Castagna ha lanciato un’Opa dal valore di 1,6 miliardi di euro.
“L’acquisizione di Anima si adatterebbe alla nostra strategia, proprio come è successo con Nova”, ovvero la società creata con Azimut, “sul modello delle fabbriche che abbiamo in Croazia per l’Europa dell’Est e per la Germania”, spiegava Orcel a fine novembre. “Ovviamente, dato che Anima ha accordi oltre Bpm, aumenterebbe indirettamente anche la nostra esposizione alla gestione tramite terzi. E questo è un componente aggiuntivo, ma ovviamente lo accogliamo con favore”, aggiungeva il manager.
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