BCE ferma sui tassi. Lagarde: “nessun percorso predefinito” per il futuro

BCE ferma sui tassi. Lagarde: “nessun percorso predefinito” per il futuro

La presidente della Banca centrale europea continua a mantenere una posizione di attesa sulle prossime scelte monetarie dopo che il consiglio dell’istituto ha ribadito che continuerà aseguire un approccio guidato da dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione.

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La BCE lascia fermi i tassi

Se la Banca centrale europea non cambia le sue scelte di politica monetaria, anche se ha adottato una visione più positiva sull’economia dell’eurozona, Christine Lagarde continua a lasciarsi aperte le porte per il futuro, non lasciando intendere quale saranno le prossime mosse.

Nel dettaglio, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale restano invariati rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.

"Oggi è stata presa una decisione unanime in merito ai tassi che abbiamo deciso di mantenere”, spiegava la presidente della BCE nel corso della conferenza stampa post decisione, aggiungendo che “c'era anche un'opinione unanime sul fatto che tutte le opzioni dovessero rimanere sul tavolo e che avremmo rispettato l'incontro adottando un approccio basato sui dati, senza tassi, percorsi prestabiliti e una data fissa per qualsiasi mossa. Ed è stata un'opinione unanime intorno al tavolo”.

Le prospettive sui tassi

Lagarde spiegava che la BCE ritiene di essere ancora in una “buona posizione” sui tassi, ma questo “non significa essere immobili” e l’opinione unanime è che “tutte le opzioni dovrebbero rimanere sul tavolo”.

Sulle prospettive per i tassi, Lagarde afferma che la BCE “non ha un percorso definito per i tassi in futuro. So che tutti vorrebbero una forward guidance. Ma semplicemente, nella situazione attuale, con il grado di incertezza che stiamo affrontando, non possiamo offrire forward guidance".

Rischio per l’inflazione

Le prospettive di inflazione sono descritte da Lagarde come "più incerte del solito" a causa del contesto esterno.

I dazi e un euro più forte sono ancora considerati alcuni dei rischi al ribasso, mentre Lagarde afferma che la frammentazione delle catene di approvvigionamento, una riduzione più lenta delle pressioni salariali e gli eventi meteorologici estremi potrebbero spingere l'inflazione al rialzo e “Tutto ciò è sostanzialmente in linea con l'ultima valutazione”.

Il consiglio conferma le sue previsioni sull’inflazione, vista stabilizzarsi sull’obiettivo del 2% a medio termine, con le ultime proiezioni elaborate dagli esperti dell’Eurosistema che indicano un livello dei prezzi complessivi pari in media al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026, all’1,8% nel 2027 e al 2% nel 2028. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,4% nel 2025, al 2,2% nel 2026, all’1,9% nel 2027 e al 2% nel 2028. Per il 2026 l’inflazione è stata rivista al rialzo, principalmente perché gli esperti si attendono ora che quella relativa ai servizi scenda più lentamente.

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Le previsioni sull’economia

Per quanto riguarda l'economia, Lagarde afferma che gli investimenti sono un elemento chiave che sorprende al rialzo. “Non si tratta solo della spesa pubblica, ma anche di quella privata e questo è in gran parte attribuibile allo sviluppo dell'intelligenza artificiale", spiega la presidente.

L'altra sorpresa positiva riguarda le esportazioni, afferma Lagarde, ma si prevede che rappresentino un freno in futuro e i funzionari presteranno molta attenzione a questo aspetto.

Lagarde affermava che i salari hanno sorpreso al rialzo e questo è uno dei motivi principali per cui l'inflazione dei servizi è superiore alle aspettative. Tuttavia, la BCE prevede ancora un rallentamento della crescita salariale, quindi i funzionari non sembrano troppo preoccupati. “Il fatto che ci voglia più tempo, tuttavia, depone anche contro un eventuale taglio dei tassi a breve termine”, proseguiva Lagarde.

La crescita economica dovrebbe essere più sostenuta rispetto alle proiezioni di settembre, secondo il consiglio della BCE, trainata in particolare dalla domanda interna. A seguito di una sua revisione al rialzo, si collocherebbe all’1,4% nel 2025, all’1,2% nel 2026 e all’1,4% nel 2027, livello sul quale dovrebbe mantenersi nel 2028.

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Perdono le colombe

"Hanno mantenuto i tassi invariati come previsto e credo che le colombe abbiano perso la discussione con la BCE che ha leggermente alzato le sue previsioni di inflazione”, secondo Richard Carter, responsabile ricerca sui tassi fissi presso Quilter Cheviot. “L'ultima speranza delle colombe per un taglio erano le previsioni che mostravano un'inflazione sottostimata negli anni a venire. Questo non funzionerà più. Inoltre, la BCE ha alzato le sue previsioni di crescita nonostante i dati delle recenti indagini siano stati piuttosto deludenti".

"La decisione della BCE di mantenere i tassi invariati non sorprende nessuno, e il 2026 sembra destinato a essere altrettanto tranquillo, a meno che non ci sia un cambiamento significativo nelle prospettive economiche", conclude Carter, prevedendo che "Per ora, e probabilmente anche per il prossimo anno, la BCE sarà lieta di trovarsi in una posizione di attesa e osservazione".

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