BCE, il falco Schnabel diventa colomba: “escludo nuovi rialzi dei tassi”

La componente del board della Banca centrale europea è arrivata ad escludere ulteriori rialzi dei tassi di interesse dopo il dato sull’inflazione di novembre, mentre solo un mese fa ribadiva la possibilità di nuove strette monetarie.
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BCE e inflazione
Il vento inflazionistico è decisamente cambiato e se ne stanno accorgendo in molti, al di là di alcune dichiarazioni dei banchieri della BCE che cercano di non alimentare troppo le speranze di rapidi tagli dei tassi di interesse.
L’ultimo dato sui prezzi nell’eurozona è sceso oltre le previsioni degli analisti (+2,7%), calando a novembre fino al +2,4%, rispetto alla doppia cifra dello stesso mese del 2022. L’obiettivo del 2% fissato da Francoforte sembra molto vicino.
Se ne è accorta anche Isabel Schnabel, componente del consiglio direttivo della BCE, considerata la più influente nel campo conservatore dei policymaker, vero ‘motore’ della politica monetaria restrittiva che ha portato al maggior aumento dei tassi nella storia di Francoforte.
La svolta ‘dovish’
Il solito volo da ‘falco’ di Schnabel si è trasformato in un planare da ‘colomba’ nel corso di solo un mese, manifestandosi nelle parole rilasciate all’agenzia Reuters, nelle quali esclude ulteriori rialzi dei tassi visto il “notevole” calo dell’inflazione.
Non contenta, la tedesca ha aggiunto che i banchieri centrali “non dovrebbero mantenere i tassi fermi fino alla metà del 2024”, anche se si assisterà “ad un aumento dell’inflazione”.
Ovviamente, ha ribadito la solita ‘musica’ del “siamo dipendenti dei dati”, ma la svolta appare netta considerando anche che solo un mese fa aveva insistito sul fatto che i rialzi dei tassi dovessero rimanere una possibilità perché “l'ultimo miglio” della lotta all'inflazione poteva essere il più difficile.
Schnabel confermava che “nell’ultimo anno l'inflazione è diminuita rapidamente” e si tratta di “una sorpresa molto piacevole arrivata più rapidamente di quanto ci aspettassimo” e “dovuta all'inversione dei precedenti shock dal lato dell'offerta ed è stato determinato principalmente dai prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari”.
“Quando i fatti cambiano, io cambio idea. Cosa fa lei, signore?”: si rivolgeva così al suo intervistatore, ripetendo una frase spesso attribuita a John Maynard Keynes.
Non abbassare la guardia
Poi si torna agli avvisi, forse più tattici che convinti. “Nonostante questi sviluppi positivi continuo a credere che non dobbiamo dichiarare prematuramente la vittoria sull'inflazione. Continuiamo ad aspettarci un rialzo nei prossimi mesi” per effetto di alcune misure fiscali e del possibile aumento dei prezzi dell'energia.
Il membro del board della Bce ritiene, comunque, che “restiamo sulla buona strada verso l'obiettivo del 2%" ed è convinta che questo traguardo sarà raggiunto “entro il 2025”.
Questo avrà un effetto positivo sui tassi, secondo Schnabel: “i mercati sono fiduciosi che l'inflazione scenderà rapidamente e pertanto stanno scontando tagli anticipati e molto consistenti dei tassi per il prossimo anno”, ma “le banche centrali sono più caute e direi che dovrebbero esserlo ancora di più”.
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