BCE: “percorso dei tassi ancora da stabilire”

Il Bollettino economico dell’istituto centrale ha ribadito l’approccio guidato dai dati economici che verrà seguito dalla Banca centrale europea per quanto riguarda le prossime mosse di politica monetaria.

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Nessun vincolo per la BCE sui tassi

Il tanto sospirato primo taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea era finalmente arrivato lo scorso 6 giugno ma per ora non si tratta dell’avvio di un processo automatico di allentamento monetario. Lo ribadisce l’istituto centrale nel suo Bollettino economico diffuso questa mattina, tipicamente pubblicato due settimane dopo ogni riunione di politica monetaria.

La BCE “non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi" e anche dopo il taglio a giugno resta “determinata ad assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”, si legge nel documento.

L’istituto guidato da Christine Lagarde, comunque, riconosce i passi avanti verso la riduzione del livello dei prezzi che, seppur tornato ad accelerare a maggio al 2,6%, evidenziano che “la gran parte delle misure dell’inflazione di fondo è nuovamente scesa ad aprile”, confermando “il quadro di graduale diminuzione delle pressioni sui prezzi”.

Approccio sui dati

Resta il mantra ‘dati, dati e ancora dati’, ovvero il consiglio direttivo “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati” economici, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione.

In particolare, ribadisce il board, le decisioni sui tassi resteranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Da qui, la BCE ha ritenuto opportuno ribadire che nessun percorso di riduzione dei tassi è già stato stabilito come in molti sperano e prevedevano.

Restano le pressioni sui prezzi

L’inflazione è dunque certamente diminuita ma non sono scomparse le pressioni sui prezzi, in quanto “persistono forti pressioni interne” dovute all’elevata crescita delle retribuzioni.

Pressioni che spingono la BCE ad attendersi un livello dell’inflazione al di sopra dell’obiettivo del 2% “fino a gran parte del prossimo anno”: le proiezioni formulate dagli esperti di Francoforte sono state riviste al rialzo sia per il 2024 che per il 2025 rispetto a quanto previsto a marzo e attualmente collocano i l’aumento dei prezzi complessivi, in media, al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Per l'inflazione al netto della componente energetica e alimentare (‘core’), gli esperti anticipano una media del 2,8% nel 2024, del 2,2% nel 2025 e del 2% nel 2026.

La crescita economica

Dalla BCE parlano di una ripresa economica che “ha superato i livelli attesi” dai suoi esperti ed è destinata “a proseguire nel breve periodo ad un ritmo superiore rispetto a quello precedentemente previsto”.

Nel dettaglio, le previsioni sulla crescita economica per l’eurozona indica un +0,9% nel 2024, +1,4% nel 2025 e +1,6% nel 2026.

Nel Bollettino economico, la BCE spiega che a spingere la crescita è la domanda estera e i consumi sorretti dal "miglioramento del reddito disponibile reale in presenza di una robusta dinamica salariale, del graduale aumento della fiducia e del miglioramento delle ragioni di scambio" oltre che dalla "progressiva riduzione" del passato inasprimento della politica monetaria. La Bce si attende quindi "una ripresa trainata dai consumi nel corso del 2024".

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