BCE, rialzo da 75 “non è scritto sulla pietra” secondo ING

BCE, rialzo da 75 “non è scritto sulla pietra” secondo ING

Domani ci sarà la riunione della Banca centrale europea nel corso del quale dovrebbe essere deciso un rialzo dei tassi di interesse, ma gli analisti continuano ad interrogarsi sull’entità di questa stretta monetaria, alla luce anche delle dichiarazioni dei componenti del consiglio dell’istituto centrale.

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BCE e inflazione

Vigilia di meeting della Banca centrale europea, attesa alzare i tassi di interesse, anche se la scelta tra 50 o 75 punti base resta ancora in discussione tra gli analisti.

Sullo sfondo, restano gli alti livelli di inflazione, visto il 9,1% segnalato nell’eurozona ad agosto, dato superiore al consenso e all’8,9% del mese precedente, mentre il tasso core era salito al 4,3% dal 4% di luglio, oltre le previsioni.

La spinta dei prezzi potrebbe arrivare fino al 9,7% a dicembre, secondo quanto prezzato oggi dal mercato, aprendo così le strade a forti strette monetarie da parte della BCE da qui a fine anno.

Previsioni da falco

Un sondaggio della Reuters indica un rialzo da 75 punti base alla riunione della BCE di domani, allineandosi così alle attese per il meeting della Fed previsto per il 21 settembre.

Attese ‘hawkish’ confermate dalle dichiarazioni di alcuni membri del board dell’istituto centrale europeo propense ad un aumento da 75 punti base, in modo da mandare un ‘messaggio forte’ alle aspettative sull’inflazione nel medio termine.

In tal senso si sono espressi nei giorni scorsi la tedesca Isabel Schnabel e i governatori di Germania, Olanda, Austria, Estonia, Lettonia e Slovenia

Con l’inflazione europea in continua crescita spinta dal prezzo del gas, per Matteo Ramenghi di UBS, la BCE “dovrebbe aumentare i tassi di 75 punti, mantenendo una retorica da falco con un obiettivo stimato per fine anno in area 1,25-1,5% se non vicino all’1,6%”.

Alla base dell’esperto di UBS c’è la previsione di una probabile recessione tecnica in Europa nel corso dei prossimi trimestri, fermo restando che alcuni paesi risultano meno dipendenti dal gas russo, come Francia e Spagna, mentre la Germania sarà particolarmente colpita e per attutire l’impatto ha varato misure fiscali pari all’1,8% del PIL.

La reazione di Btp e spread

Un aumento di 75 punti base, prevede un operatore intervistato dalla Reuters, potrebbe spingere i tassi del 10 anni italiano “oltre il 4%, mentre lo spread non dovrebbe allargarsi eccessivamente”.

Per assistere a un allargamento più corposo del differenziale Italia-Germania occorrerà aspettare le prossime settimane con l'avvicinarsi delle elezioni”, ragiona il trader. “Per l’Italia, secondo Ramenghi conterà molto la reazione dei mercati al risultato delle elezioni del 25 settembre, oltre naturalmente al prezzo del gas: “in una fase così complicata, uno spread elevato avrebbe un impatto particolarmente negativo sull’andamento economico”.

Il volo delle colombe

Con tutto questo parlare di rialzi da 75 punti, però, non sono mancate le dichiarazioni delle ‘colombe’. In particolare, altri banchieri centrali ritengono che l’approccio troppo restrittivo sia poco efficace per contrastare l’inflazione, oltre a essere pericoloso per l’economia e per i mercati.

La linea di una maggiore cautela è stata espressa nei giorni scorsi dai membri del comitato esecutivo Fabio Panetta e Philip Lane e dai governatori di Francia, Finlandia e Portogallo.

Nel corso di un evento, Panetta osservava che la BCE potrebbe “dover aggiustare ulteriormente la politica monetaria, ma l'aggiustamento dovrà essere dipendente dai dati e dovrà considerare pienamente le condizioni economiche dell'Eurozona. Questo implica essere consapevoli che la probabilità di una recessione sta aumentando” a causa delle conseguenze della pandemia e della guerra.

Inoltre, il membro Bce ha aggiunto che “se avremo un rallentamento significativo o addirittura una recessione, questo mitigherà le pressioni inflazionistiche”.

Ancora più esplicito il capo economista della BCE, Philip Lane, il quale ha affermato che l’istituto centrale deve aumentare i costi dei prestiti “a un ritmo costante”, mettendo in dubbio se supporterà le richieste di un aumento record del tasso di 0,75 punti percentuali la prossima settimana.

Sarebbe meglio “tagliare” il percorso previsto degli aumenti dei tassi di interesse nei prossimi mesi in “aumenti minori” in quanto ciò gli darebbe il tempo di “imparare di più” su come sta procedendo l’economia, spiegava Lane in un evento a Barcellona.

Alla luce delle ultime dichiarazioni ‘dovish’ arrivate da alcuni esponenti del board BCE, dunque, gli strategist di ING e di Commerzbank sottolineano come “l’entità del rialzo non sia affatto scontata dato che un ritocco da 75 punti base non è scritto nella pietra”.

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