Big bank USA, la volatilità fa balzare gli utili

Le grandi banche statunitense fanno entrare nel vivo la stagione delle trimestrali e diverse di loro hanno visto aumentare gli utili grazie ai proventi derivanti dall’attività di trading.
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Big bank USA alla prova degli utili
La stagione degli utili a Wall Street è entrata nel vivo come tradizione con i risultati delle grandi banche statunitensi, tutte in grande spolvero grazie all’attività di trading sui mercati globali.
Venerdì la ‘sfilata’ era iniziata con grandi nomi come JP Morgan, Morgan Stanley e Wells Fargo, tutte con trimestrali caratterizzate da maggiori utili, mentre oggi era il turno di Bank of America e Citigroup.
JP Morgan è riuscita ad incrementare del 9% l’utile del primo trimestre (14,6 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedenti, con commissioni di investment banking balzate del 12% (2,2 miliardi) e i ricavi del trading saliti del 21%.
Stessa musica per Morgan Stanley: l’utile è salito dai 15,1 miliardi di un anno fa agli attuali 17,7 miliardi, grazie all’attività dei clienti aumentata a causa della volatilità registrata nei mercati.
Crescono del 6% gli utili di Wells Fargo, grazie alla solida performance dell'attività di gestione patrimoniale, alle commissioni di consulenza sugli investimenti e quelle di intermediazione (+7% a 3,17 miliardi) che hanno portato ad un aumento delle commissioni basate sulle attività.
I numeri di Bank of America
Anche nel caso di Bank of America la crescita delle attività di trading sui mercati ha permesso una crescita importante per utile e fatturato, superando le stime degli analisti.
Nei primi tre mesi dell’anno, la banca di Charlotte ha portato i suoi ricavi a 7,4 miliardi (0,9 dollari per azione), superando così i 6,7 miliardi (0,76 dollari per azione) dello stesso periodo del 2024. Numeri risultati superiori alle attese degli analisti di 82 centesimi per azione, secondo le stime compilate da LSEG.
I ricavi sono saliti da 25,8 a 27,4 miliardi, in aumento del 6%. In entrambi i casi i dati sono superiori alle previsioni del consensus per profitti per 0,82 dollari per azione con un giro d'affari per 26,9 miliardi.
Crescono anche i depositi medi: +3% a 1.960 miliardi, con il settimo rialzo trimestrale consecutivo, mentre i prestiti medi sono saliti del 4% a 1.090 miliardi.
Guardando ai dati patrimoniali, il Cet 1 è rimasto invariato rispetto al quarto trimestre 2024 (a 201 miliardi), con un rapporto dell'11,8% (sopra il 10,7% previsto a livello regolatorio. Il ritorno sul capitale è stato del 10,4%.
"Abbiamo avuto un buon primo trimestre. Anche se potenzialmente in futuro dovremo affrontare un'economia in cambiamento, riteniamo che gli investimenti disciplinati che abbiamo effettuato, le attività diversificate e la costante attenzione alla crescita responsabile rimarranno un punto di forza", evidenziava il Ceo Brian Moynihan.
Vento in poppa per Citigroup
La seconda banca attesa oggi alla prova degli utili era Citigroup e anche in questo caso la volatilità ha soffiato sulle vele dell’istituto.
I primi tre mesi di Citi hanno visto l’utile netto passare da 3,4 miliardi (1,58 dollari per azione) a 4,1 miliardi 1,96 dollari per azione), segnando un balzo del 21%. I ricavi sono pari a 21,6 miliardi (+3%) e, escludendo gli impatti legati alle dismissioni, i ricavi sono aumentati sempre del 3%, superando così le attese del mercato di una crescita singola cifra.
I ricavi del fisso, uno dei principali motori dell'attività di Citi sui mercati, sono saliti dell'8% a 4,5 miliardi di dollari, sostenuti dai tassi e dalle valute.
"Continuiamo ad aiutare i nostri clienti a navigare in un ambiente incerto", ha detto l'amministratore delegato Jane Fraser in un comunicato, aggiungendo che "quando tutto sarà detto e fatto, e gli squilibri commerciali di lunga data e altri cambiamenti strutturali saranno alle nostre spalle, gli Stati Uniti saranno ancora la prima economia del mondo e il dollaro rimarrà la valuta di riserva".
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