Bitcoin all’esame del Parlamento europeo: resta il rischio divieto

Una proposta di legge prevede il divieto di creare, vendere o scambiare criptovalute nell’Unione europea nel caso in cui queste non siano sostenibili dal punto di vista ambientale.
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Bitcoin alla prova della UE
Mentre prosegue il dibattito sull’opportunità o meno dell’uso del Bitcoin e delle criptovalute, un colpo alle valute digitali potrebbe arrivare dall’Unione europea, dove le problematiche per l’aumento dei costi dell’energia causato dalle implicazioni della guerra in Ucraina continuano a preoccupare.
Oggi il Parlamento europeo, infatti, dovrebbe votare un progetto di legge presentato dall’eurodeputato tedesco della Cdu, Stefan Berger, finalizzato a regolamentare le criptovalute come il Bitcoin e l’Ethereum che utilizzano il sistema del proof-of-work, l'algoritmo di consenso alla base della rete Blockchain.
La proposta di legge
Un comma della legge stabilisce il divieto di creare, vendere o scambiare all’interno della UE asset crittografici nel caso in cui entro il 2025 questi utilizzino “meccanismi di consenso non sostenibili dal punto di vista ambientale”.
Il divieto, dunque, non riguarderebbe le cripto in generale, ma è condizionato alla loro sostenibilità ecologica, scatenando così la reazione di tutta la comunità cripto preoccupata del futuro bando nell’Unione europea.
La norma, inoltre, propone un piano di eliminazione graduale per spostare il loro meccanismo di consenso da metodi proof-of-work a metodi meno energivori, come il proof-of-stake.
A questo, la bozza aggiunge l’obbligo per la Banca centrale europea di “stabilire norme uniformi per fornitori ed emittenti di servizi di cripto-asset a livello di Unione europea”.
L’impatto ambientale
Le forze politiche particolarmente agguerrite su questo fronte sono i Verdi e Socialisti, i quali hanno una folta rappresentanza nel Parlamento europeo.
Questi i due partiti, spiegava lo stesso Berger, “stanno criticando il concetto di proof-of-work e l’uso di energia” necessario per il mining (creazione) di criptovalute, “sostenendo che il Bitcoin ha bisogno di più energia dei Paesi Bassi”.
Il mondo cripto in osservazione
Tra i primi a lanciare l’allarme per le possibili conseguenze sulle criptovalute è stato Pascal Gautier, Ceo di Ledger, società francese che realizza wallet per le valute digitali.
Secondo Gautier, il voto del Parlamento rischia davvero di portare ad un divieto per le cripto, anche solo in maniera indiretta visto il tema dell’impatto ambientale.
Tuttavia, spiega Patrick Hansen, Head of Strategy & Growth presso Unstoppable Finance, sviluppatore di un portafoglio DeFi, i deputati europei voteranno su due suggerimenti e uno di loro “non prevede un divieto”.
Secondo Hansen insomma forse si sta esagerando la portata di un voto che sarebbe molto meno restrittivo di quello che qualcuno pensa, anche perché la maggioranza del parlamento non sarebbe così granitica su un ipotetico futuro divieto.
“Sembra esserci una maggioranza molto sottile contro il divieto in questo momento, ma da definire”, aggiungeva Hansen.
Sul mercato delle cripto, intanto, il Bitcoin resiste intorno quota 39 mila dollari, risalendo dal minimo di 37.500 dollari toccato la scorsa notte, sulla scia del recupero odierno dei mercati dove resta l’ottimismo per l’esito dei colloqui per la pace in Ucraina attualmente in corso.
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