Bitcoin, cresce il rischio tra deflussi dagli ETF e scommessa estrema di Saylor

L’inizio di dicembre riaccende la tensione sul mercato delle criptovalute, con Bitcoin che scivola sotto 86.000 dollari e gli investitori alle prese con deflussi dagli ETF spot, volatilità e incertezza sui tassi. La posizione ultra-aggressiva di Michael Saylor e di Strategy crea ulteriore dibattito in un momento dominato da sentiment fragile e liquidità ridotta.
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Il ritorno del risk-off
L’inizio di dicembre non ha portato sollievo alla principale criptovaluta. Bitcoin ha nuovamente perso quota, scendendo sotto gli 86.000 dollari in una fase segnata da avversione al rischio e deflussi istituzionali. Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, evidenzia come la debolezza dell’azionario e la prudenza generalizzata degli investitori abbiano pesato sulla domanda, innescando uno dei ribassi giornalieri più marcati dell’ultimo mese.
Il mercato aveva tentato una ripresa con un ritorno verso i 92.000 dollari, sostenuto da qualche segnale di stabilità sui listini globali. Un movimento che mostra quanto Bitcoin resti legato alle dinamiche macro e alla propensione al rischio. Il rimbalzo non cancella però le preoccupazioni degli analisti, che temono un proseguimento della fase ribassista mentre i deflussi dagli ETF spot continuano a colpire liquidità e domanda.
La volatilità, spiega Diodovich, si mantiene elevata e riflette l’incertezza attorno alle aspettative sui tassi e al sentiment degli investitori, in un contesto in cui le tensioni interne al settore restano visibili. I dirigenti delle principali società crypto citano deleveraging, posizionamento più prudente e integrazione crescente tra mercati digitali e asset tradizionali come elementi che amplificano la pressione sui prezzi.
La linea di Saylor e la scommessa estrema su Bitcoin
In questo scenario torna centrale la strategia di Michael Saylor e della sua società Strategy (ex MicroStrategy), considerata da molti la più grande entità corporate esposta su Bitcoin. Diodovich ricorda come l’azienda abbia continuato ad accumulare BTC nelle fasi di volatilità, seguendo una logica orientata al lungo periodo che esclude il market timing e punta a trasformare il bilancio in una sorta di Bitcoin treasury.
L’approccio, di natura estrema, implica la disponibilità a sopportare drawdown significativi pur di non ridurre l’esposizione. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le indiscrezioni su possibili vendite di Bitcoin da parte di Saylor, indiscrezioni che lui ha respinto, ribadendo che la debolezza di breve è per lui semplice rumore.
La sua visione, sottolinea Diodovich, resta fondata sulla convinzione che la struttura finanziaria di Strategy permetta all’azienda di privilegiare nuove emissioni di capitale e strumenti ibridi per aumentare le riserve di BTC, invece di liquidare parte del portafoglio. Una strategia che la distingue dagli investitori più tattici e che amplifica l’effetto leva del titolo rispetto alle oscillazioni della criptovaluta.
Uno scenario ancora aperto
Bitcoin continua a oscillare tra ribassi profondi e rimbalzi tecnici. L’analisi di Diodovich mette in luce un contesto dominato da incertezza macroeconomica, sentiment fragile e dinamiche di liquidità che incidono sulla direzione dei prezzi.
Se questa fase potrà trasformarsi in un rimbalzo più stabile o preludere a nuove discese dipenderà in larga misura dai segnali dell’economia reale, dai movimenti dei flussi istituzionali e dal ritorno della fiducia verso gli asset rischiosi. Come conclude Diodovich, si tratta di un equilibrio che resta sottile e che mantiene il mercato crypto in una fase decisiva.
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