Bitcoin sotto quota 20 mila, falsa oltre la metà degli scambi secondo Forbes

In calo le quotazioni della principale delle cripto sulla scia delle dichiarazioni di Powell di venerdì scorso che avevano affossato i mercati, confermando così la sua tendenza a seguire il trend dell’azionario.
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Bitcoin in rosso
Nuovo calo del Bitcoin dopo il venerdì ‘nero’ che la scorsa settimana aveva caratterizzato i mercati dopo le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, le quali avevano fatto apparire all’orizzonte un periodo di politica monetaria restrittiva più lungo di quanto atteso.
La regina delle cripto quota oggi 19.800 dollari, per la prima volta sotto quota 20 mila dallo scorso 13 luglio, anche se resta in crescita dell’11% rispetto al minimo di 17.726,51 dollari toccato il 18 giugno.
Il percorso del Bitcoin di quest’anno ha seguito da vicino le azioni: “è importante ribadire quanto il Bitcoin e molte altre altcoin abbiano seguito da vicino il mercato azionario negli ultimi mesi”, evidenzia Mark Newton di Fundstrat.
Un anno da dimenticare
Il 2022 ha tutte le caratteristiche di un “anno da dimenticare” per le cripto, secondo gli analisti di Morningstar, visti i “diversi shock tra cui il crollo delle stablecoin, il fallimento di Celsius (piattaforma di trading e prestito di criptovalute) e la sospensione dei prelievi in diverse piattaforme”.
Il “Bitcoin e l’Ethereum, tra le più popolari criptovalute, perdono oltre il 50% dall’inizio dell’anno contro il dollaro”, mentre “TerraUSD ha azzerato il suo valore” ricordano dall’istituto.
Anche se la capitalizzazione di mercato è letteralmente esplosa negli ultimi anni, facendo così considerare le valute digitali un asset troppo grande per essere ignorato, questi esperti avvertono di “stare attenti a non cadere nella trappola mentale dell’eccesso di fiducia in voi stessi, che vi fa dare più peso e attendibilità alle notizie che supportano la vostra tesi sul potenziale delle criptovalute”.
“Gli studiosi dicono che meno si sa e più si è sicuri. Questo si applica molto bene alle monete digitali, per le quali molti aspetti rimangono oscuri, a partire dall’identità dell’inventore del Bitcoin”, concludono da Morningstar.
La droga di ingresso
In un report pubblicato nei giorni scorsi, Forbes definisce il Bitcoin ‘la droga di ingresso delle criptovalute”.
In un mercato definito “emergente e turbolento”, “dove esistono non meno di 10.000 token, il Bitcoin è il grande nonno, la blue-chip, che rappresenta il 40% dei 1.000 miliardi di dollari di asset in circolazione”.
Secondo le stime del Digital Investment Group di New York, 46 milioni di americani adulti lo possiedono già e un numero crescente di investitori istituzionali e aziende si sta avvicinando a questo nascente asset alternativo.
Scambi gonfiati
Analizzando 157 crypto-exchange, da Forbes hanno rilevato come sia falso il 51% dei volumi di scambi riportati giornalmente di Bitcoin.
In particolare, prendendo il 14 giugno come data di riferimento, il media americano stima in 128 miliardi di dollari il volume giornaliero globale di Bitcoin, meno della metà dei 262 miliardi che si otterrebbero sommando i volumi auto dichiarati da più fonti.
A fronte di queste dichiarazioni che millantano grandi volumi, Forbes sottolinea la mancanza di supervisione normativa, rendendo così i dati poco credibili, in particolare per quanto riguarda Binance, MEXC Global e Bybit.
Lo studio di Forbes ha analizzato gli exchange meno regolamentati, i quali rappresentano circa 89 miliardi di dollari del volume reale, mentre ne vengono dichiarati 217 miliardi.
Il wash trading
Il mercato del Bitcoin, secondo Forbes, sarebbe caratterizzato dal wash trading, una forma di falsi dati sui volumi, ottenuto grazie anche alla scarsa sorveglianza sui crypto-exchange.
Questo meccanismo vede alcuni trader impegnati a gonfiare il volume di scambi di asset, per dare l’impressione di una crescente popolarità.
La maggior parte delle volte questa operazione sarebbe svolta dai bot trading affiancati dagli insider, i quali rafforzano l’asset con commenti rialzisti che permettono al prezzo di salire, secondo uno schema di ‘pump&dump’.
Ad avvantaggiarsi di queste attività sono i crypto-exchange grazie proprio alle informazioni gonfiate sui volumi, vista anche la mancanza di un metodo universale di stima degli scambi.
Tra gli esempi forniti da Forbes c’è quello della data del 26 agosto, quando gli scambi di Bitcoin nelle 24 ore valevano su CoinMarketCap 32 miliardi di dollari, su CoinGecko 27 miliardi, su Nomics 57 miliardi e su Messari 5 miliardi.
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