Bitcoin, terminata la luna di miele Trump

La cripto è scesa a 78 mila dollari indebolita dalle attese su un prossimo aumento dell’inflazione negli Stati Uniti dovuto alle politiche del nuovo Presidente.
Quanto vale un Bitcoin oggi
Bitcoin ancora in difficoltà apprestandosi a cancellare quasi totalmente i guadagni messi a segno a seguito dell’elezione di Donald Trump che aveva acceso ulteriore entusiasmo nei confronti del settore delle criptovalute. Alle mosse del Presidente si era aggiunto anche il furto all’exchange Bybit di 1,5 milioni di Ethereum da parte di alcuni hacker.
Questa mattina il valore del Bitcoin era sceso sotto quota 79 mila dollari (78.300 mila), ai minimi degli ultimi tre mesi, arrivando a cedere l’8%, per poi recuperare gli 80 mila. Dal giuramento di Trump del 20 gennaio, la cripto ha ceduto oltre il 20%, il 27% dal suo massimo storicodi 108 mila raggiunto dopo la vittoria elettorale del tycoon.
Altre criptovalute sono scese più rapidamente, con l'Ethereum, in calo di oltre il 40% da dicembre, o la cosiddetta criptomoneta ‘Trump’, lanciata pochi giorni prima dell'insediamento del presidente USA, scesa dell'80% rispetto al picco di gennaio, secondo i dati di CoinMarketCap.
I dazi di Trump
Se l’arrivo di Trump si era rivelato fonte di entusiasmo, in particolare per le aspettative che possa rimuovere completamente tutti i paletti agli investimenti in cripto, le sue politiche hanno raffreddato le aspettative degli investitori.
Il Presidente ha confermato i dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada a partire dal 4 marzo, annunciando anche un ulteriore 10% sulle merci cinesi, accentuando così le preoccupazioni sulle tensioni commerciali globali e allontanando gli investitori da asset sensibili al rischio come le criptovalute.
Inoltre, i dati in arrivo oggi quali l’indice PCE, previsto in rialzo, potrebbero suggerire ulteriori pressioni inflazionistiche persistenti che indurrebbero la Fed a rinviare ulteriormente i previsti tagli dei tassi, rafforzando così il dollaro. Alla luce di queste aspettative, molti possessori di Bitcoin starebbero vendendo le loro posizioni per mitigare i potenziali rischi associati a un biglietto verde più forte.
Stop al cash and carry trade
C’è chi ritiene che alla base del calo ci sia un’altra spiegazione. L'analista di criptovalute Kyle Chasse lo attribuisce allo smantellamento del cash and carry trade che ha tenuto sotto pressione il prezzo del Bitcoin per mesi.
L’esperto ritiene che i fondi speculativi abbiano sfruttato un'operazione di arbitraggio a basso rischio che coinvolge gli ETF spot sul Bitcoin e sui futures del CME. "Bitcoin sta crollando. Vi chiedete perché? Il cash & carry trade che ha tenuto sotto pressione il prezzo del BTC si sta ora sgonfiando", ha affermato.
La strategia prevedeva l'acquisto di ETF spot su Bitcoin come quelli di BlackRock (IBIT) e Fidelity (FBTC), oltre allo short selling di futures BTC sul CME e allo sfruttamento dello spread per un rendimento annualizzato di circa il 5,68%.
Secondo l'analista, alcuni fondi hanno utilizzato la leva finanziaria per aumentare i rendimenti a due cifre. Tuttavia, questa operazione sta ora collassando, causando massicci prelievi di liquidità dal mercato e facendo precipitare il prezzo del Bitcoin.
Ottimismo per il futuro
Chi ancora crede in un nuovo balzo del Bitcoin è Geoffrey Kendrick, responsabile della ricerca sulle risorse digitali presso Standard Chartered, società d'investimento londinese. L’esperto prevede che la cripo tornerà a correre, perché il mercato diventerà più istituzionalizzato e più sicuro, attraendo maggiori investimenti.
In particolare, Kendrick prevede che il Bitcoin raggiungerà la soglia dei 200.000 dollari quest'anno, prima di salire ulteriormente fino a 500.000 dollari nei prossimi anni.
L'analista ha indicato i tradizionali attori finanziari come un fattore chiave per l'ecosistema delle criptovalute e ha sottolineato l'importanza del coinvolgimento istituzionale, nonché della chiarezza normativa affinché Bitcoin sia meno volatile.
"All'interno dell'ecosistema cripto, ciò di cui abbiamo bisogno sono player finanziari tradizionali, come Standard Chartered, BlackRock ed altri, che ora hanno gli ETF per intervenire davvero", che renderebbero le cripto "più scure" e "insieme a una certa chiarezza normativa" potrebbe garantire una "minore volatilità nel tempo" del mercato, ha concluso Kendrick.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
