La ripresa della Cina fa sperare per il resto del mondo

Dati macro in miglioramento e quasi azzeramento dei contagi, Pechino prova a rialzare la testa, mentre le banche centrali e governi di tutto il mondo scendono in campo per contrastare gli effetti economici del coronavirus. Bruno Rovelli, BlackRock, analizza l’impatto degli eventi sui mercati finanziari.
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Dopo circa un mese dall’esplosione della crisi del coronavirus, i mercati hanno messo a segno un rimbalzo molto importante. “In questo contesto, - spiega Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock, è fondamentale identificare quali sono gli elementi cruciali per i mercati”.
I dati economici
Bruno Rovelli, nella sua analisi settimanale in cui commenta gli eventi di maggiore rilevanza finanziaria, spiega che “ i dati macro, sono peggiorati in modo significativo nelle economie dei paesi occidentali”. A confermarlo gli Stati Uniti, con il boom delle richieste di sussidi di disoccupazione settimanali balzate dai 200mila medie degli ultimi mesi ai 3 milioni nell’ultima settimana. dato che probabilmente peggiorerà nelle prossime settimane.
Arrivano però notizie confortanti dalla Cina, che sta dando segni di normalizzazione: secondo quanto comunicato dall'Ufficio nazionale di statistica di Pechino, il Purchasing Managers' Index (ovvero indicatore di fiducia sulle attese dei responsabili agli acquisti per le società) è salito a marzo a 52,0 punti dai 35,7 punti di febbraio. "Non significa che l'attività economica è tornata alla normalità. - precisa Rovelli, ma che una quota crescente di aziende sta ricominciando a lavorare”. La situazione nel resto del mondo rimane tuttavia ancora critica, dato che “possiamo aspettarci tassi di contrazione del Pil ampiamente sopra al 10%, mentre gli Stati Uniti potrebbero anche registrare tassi di contrazione annualizzata del Pil attorno al 20%”.
L’analisi sui contagi
L’Italia, come nell’analisi di settimana scorsa, resta al centro dell’attenzione globale, essendo il primo Paese occidentale ad essersi dovuto confrontare con l'emergenza Covid-19. Se in Cina dalla fase di lockdown dell'economia alla fase di picco nel numero di infettati sono passate circa 2 settimane fuori dalla provincia Hubei (e poco più di 4 settimane in Hubei), vorrebbe dire che in Italia (in lockdown dal 7 marzo, anche se inizialmente applicato solo alla Lombardia) dovremmo ora cominciare a vedere i segnali di picco nel numero degli infettati. “Sarebbe molto importante se fosse così, perché questo ovviamente significherebbe che questo tipo di restrizioni è efficace per contenere l'epidemia anche nei paesi occidentali”, spiega Rovelli. Ma importante è anche tener conto delle reinfezioni avvenute in Cina nel corso dell'ultima settimana, per il momento contenute e importate da altri Paesi: quest’ultimo è un particolare di molta importanza, perché “è chiaro che una ripresa dell'attività economica che porta a una reinfezione sarebbe abbastanza catastrofico”.
Banche centrali e politica fiscale
Le Banche Centrali, con le loro iniezioni di liquidità, sono state sicuramente un settore di supporto. “Il toolkit preparato dai policy maker, e soprattutto dalle banche centrali, è molto sviluppato ma soprattutto testato già durante la grande crisi finanziaria del 2008 e durante la quella dell'eurozona del 2011-2012”. “Abbiamo sempre avuto fiducia nella capacità delle banche centrali di ridare liquidità ai mercati finanziari, semplicemente perché gran parte di queste misure sono già state attuate con successo. Le autorità monetaria hanno dimostrato flessibilità adottando politiche che non erano previste nel loro statuto”.
A livello fiscale, la svolta è arrivata questa settimana “con una rapidità che ci ha sorpreso in positivo”, spiega Rovelli. Nonostante sia “molto difficile attuare politiche espansive in tempi così rapidi”, i governi si stanno dimostrando proattivi e stanno predisponendo dei pacchetti fiscali corposi: oltre alle manovre già viste negli Stati Uniti, si vedano ad esempio Australia, ma anche Giappone (il quale sta predisponendo “un pacchetto di stimoli di dimensioni senza precedenti che supererà quello messo in campo dopo la crisi di Lehman”, ha detto il primo Ministro giapponese Shinzo Abe) e la stessa Cina che se finora ha fatto piuttosto poco, probabilmente annuncerà un ulteriore pacchetto di espansione fiscale. “Complessivamente anche la politica fiscale sta dando a mio avviso segnali di reazione e di panico, necessari per stabilizzare i mercati”, commenta Rovelli.
Strategie di investimento
Come settimana scorsa, il mondo del credito resta più interessante del mondo azionario, soprattutto il comparto corporate investment grade, considerando che “gli spread sono ampi, sono dislocati dalle condizioni di liquidità, l'obiettivo dei policy maker è chiaramente quello di non far fallire le aziende e di tenerle in vita (laddove ragionevolmente possibile)”.
L'high yield continua a essere interessante, ma solo per chi ha gli orizzonti temporali adeguati: “non vi è nessuna certezza che i mercati non scendano di nuovo sotto i minimi, non possiamo escludere che le notizie sia economiche che riguardanti la diffusione del virus non possano andare peggio di quanto crediamo”. Detto questo, “su orizzonti temporali più lunghi è molto improbabile che acquistando obbligazioni high yield abbiamo performance negative”.
Per quanto riguarda i mercati azionari, Bruno Rovelli precisa che gli interventi governativi sono accompagnati da condizioni ben chiare: tagliare o azzerare la distribuzione di dividendi o buyback. “Non necessariamente questi interventi governativi hanno come obiettivo remunerare gli azionisti”, quindi sui mercati azionari, ad eccezione di tecnologia e settore farmaceutico che non hanno necessità di supporto, il consiglio è di attendere momenti di maggiore certezza sulla dimensione dello shock economico e sulle condizioni che i governi porranno.
Passando infine al debito emergente, ad eccezione della Cina che per la sua flessibilità di policy è assimilabile a un paese industrializzato, è difficile nei conciliare la necessità di supportare l'economia con la stabilità finanziaria.
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