BNP Paribas, aumenta il costo del rischio ma aumentato l’outlook al 2025


Il gruppo francese ha messo a segno un utile netto annuale maggiore di sempre ma ha subìto le conseguenze di un contesto caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse e dei livelli inflazionistici che hanno pesato soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno.


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Il 2022 di Bnp Paribas

Aumenta il costo del rischio per il gruppo bancario più grande della zona euro ma obiettivi confermati e previsioni di crescita dell’utile in rialzo.

Nel dettaglio, lo scorso anno il gruppo bancario francese BNP Paribas ha chiuso con un utile netto di 10,2 miliardi di euro, livello mai toccato nella sua storia e corrispondente ad un aumento del 7,5% su base annua.

Sul risultato, però, pesa la performance arrivata nell’ultimo trimestre 2022 quando ha registrato un utile netto di 2,5 miliardi di euro ma inferiore alle attese (2,37 miliardi – Refinitiv) e in calo del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.

L’utile sarebbe stato ancora più alto (pari al 19%) al netto degli elementi straordinari di 204 milioni di euro di accantonamenti dovuti ad una legge polacca che consente ai mutuatari di sospendere i loro rimborsi e a 463 milioni di euro legati agli effetti indiretti della guerra in Ucraina, oltre al deprezzamento delle sue filiali nel paese.

Il costo del rischio

Il calo, spiegano i francesi, è arrivato anche a causa di un aumento del 52% del costo del rischio rispetto all’anno precedente, quota accantonata per i prestiti in sofferenza, arrivata a 773 milioni di euro.

L’aumento degli accantonamenti è stato motivato da BNP con l’attuale contesto di aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse attualmente in corso.

Tuttavia, secondo il gruppo il costo del rischio è ancora basso, visto il 12,3% a fine dicembre del core tier1 ratio, ovvero la misura della capacità di una banca di resistere agli shock.

Inoltre, sugli utili hanno pesato anche le spese operative eccezionali relative ai costi di ristrutturazione e al potenziamento del sistema informatico.

Le previsioni 2023

Nonostante il calo, BPN Paribas ha rivisto al rialzo gli obiettivi del proprio piano strategico 2022-2025.

“Nel 2022, grazie alla solidità del gruppo, alla forza del suo modello diversificato e integrato, e alle competenze dei nostri collaboratori, BNP Paribas realizza un’ottima performance”, ha commentato il CEO Jean-Laurent Bonnafé.

“Forte di questi risultati, che confermano la rilevanza del piano strategico 2025, e fiducioso nella propria capacità di proseguire una crescita regolare e sostenibile, il gruppo ha rivisto al rialzo i propri obiettivi rispetto ai 3 assi del piano Growth Technology & Sustainability 2025”, ha aggiunto Bonnafé.L’obiettivo della banca è di ottenere una crescita media annua dell’utile netto superiore al 9% tra il 2022 e il 2025, rispetto alle precedenti previsioni di oltre il 7%.

La crescita dovrebbe essere sostenuta da operazioni annuali di riacquisto di azioni (2023), una forte e costante crescita media annuale dell’utile per azione di oltre il 12% e pari ad un aumento del 40% nel periodo del piano.

Inoltre, il management punta a conseguire un obiettivo di redditività del patrimonio netto tangibile (ROTE) rivisto al rialzo, pari al 12% nel 2025.

Dividendo e plusvalenza

A questo punto, il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea degli azionisti in agenda per il 16 maggio 2023 il versamento di un dividendo di 3,90 euro (contanti), pari ad un tasso di distribuzione del 50% dell'utile distribuibile del 2022.

Il rendimento per gli azionisti sarà portato al 60% dell'utile distribuibile del 2022, compreso il contributo del 2022 di Bank of the West, con il lancio di un programma di riacquisto di azioni per 962 milioni di euro.

Dal risultato distribuibile verrà esclusa la plusvalenza derivante dalla cessione di Bank of the West, oltre l’impatto legato all’aggiustamento delle coperture in relazione ai cambiamenti di modalità dalla BCE nel quarto trimestre 2022, in linea con l'obiettivo del piano, e una crescita dell'utile per azione superiore all'obiettivo, sostenuta dai programmi di riacquisto di azioni proprie previsti nel 2023, per circa 5 miliardi di euro.

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