Bond Barclays in euro: 10% il primo anno poi l’Euribor a 3 mesi. Durata 10 anni
Un bond in euro che rende il 10% il primo anno e poi segue l’Euribor a 3 mesi per i prossimi 9, targato Barclays con Isin XS2694320396. L’obiettivo di questa obbligazione è quello di fornire all’investitore, già il primo anno, una cedola molto elevata per poi adeguare il rendimento ai tassi di mercato: Euribor a 3 mesi, con un premio tra il minimo di zero e il massimo del 5%. Livello di rischio molto basso: 1 su una scala da 1 a 6 perché alle spalle c’è tutta la solidità di Barclays bank plc che gode di un rating S&P A+ e Moody’s A1. Bond sotto la pari a 99,5 euro.
Mercato obbligazionario sempre più ghiotto. Tassi così alti non si vedevano da un ventennio e, insieme ai governativi, si riaccendono i riflettori su strutture classiche in grado di offrire pay out interessanti.
Oggi mettiamo sotto la lente un tipico fixed to floating ovvero un’obbligazione con cedola fissa iniziale (il primo anno) e poi cedole variabili per gli anni successivi, cercheremo di capire punti di forza e di debolezza e quando questa obbligazione può essere una buona occasione.
Il bond targato Barclays con Isin XS2694320396 rende il 10% il primo anno e poi segue l’Euribor a 3M per i prossimi 9.
L’obiettivo di questa obbligazione è quella fornire all’investitore, già il primo anno, una cedola molto elevata per poi adeguare il rendimento ai tassi di mercato: Euribor a 3 mesi, con una cedola tra il minimo di zero e il massimo del 5%.
Il livello di rischio è il minimo, in una scala da 1 a 6 è pari a 1, perché alle spalle c’è tutta la solidità di Barclays bank plc che gode di un rating S&P A+ e Moody’s A1.
Punti di forza
I punti di forza sono quattro: primo quota in euro, quindi nessun rischio cambio, secondo come tutte le obbligazioni il capitale è protetto al 100%, terzo una cedola molto elevata il primo anno 10%, e infine la solidità di Barclays Bank Plc che ha un merito creditizio elevatissimo A+ da S&P e un A1 da Moody’s.
La maxi cedola del 10% il primo anno è stata pensata per poter offrire un ricco premio iniziale molto superiore ai tassi di mercato attuali e dare poi l’eventuale opportunità all’investitore di uscire in anticipo dall’investimento senza trovarsi il bond troppo sotto la pari.
Negli ultimi anni, infatti, il deciso rialzo dei tassi ha “intrappolato” la maggior parte degli investitori esposti in obbligazioni che oggi quotano sotto la pari ovvero sotto al valore nominale a cui hanno in carico il titolo e in caso di uscita, prima della scadenza, registrerebbero una forte minusvalenza.
Il tasso variabile ha proprio l’obiettivo di non intrappolare l’investitore in un bond che quota sotto la pari anche se dall’altra parte potrebbe non rendere con un tasso fisso.
Confronto sui tassi
Su questo ultimo punto è necessario fare chiarezza. Tutti i bond, anche senza volerlo, di fatto sottendono a una scommessa sui tassi. Scommessa che va commisurata alla strategia dell’investitore ovvero se tenere il bond in portafoglio per tutto il periodo o disfarsene prima della scadenza e che è legata anche al prezzo di acquisto, sopra o sotto il valore di rimborso.
Nel lungo periodo, un bond a tasso fisso rende meglio di un variabile se i tassi scendono e viceversa. Un’obbligazione mista variabile poi fisso (l’opposta di questa) punta a un calo dei tassi in modo da rendere meglio di un puro variabile.
Un fixed to floating (cedola fissa iniziale poi variabile) come questo rendono meglio con tassi stabili, o in salita ma la loro struttura non è creata per scommettere sui tassi quanto più sulla possibilità di uscire in anticipo prima della scadenza o non farsi prendere alla sprovvista da shock improvvisi sul fronte inflazione.
Un bond a tasso variabile, infatti, vedrà il prezzo del bond poco volatile lasciando all’investitore la possibilità di uscire in anticipo dal prodotto senza vedersi decurtare troppo l’investimento iniziale. Un bond a tasso fisso al contrario avrà un prezzo del bond molto volatile all’andamento dei tassi avendo la parte delle cedole fissa e immodificabile.
Ora nonostante lo scenario di breve sia quello di un calo dei tassi, nel lungo periodo Euribor a 3 mesi non è visto debolissimo come mostra il grafico qui sotto sui future sull’indice. Oggi l’Euribor a 3 mesi quota 3,97%.
Confronto con un Btp a 10 anni
Il confronto classico è quello tra un bond tasso fisso di Barclays a 10 anni, in modo da confrontare obbligazioni con uguale merito creditizio.
Abbiamo preferito però fare un confronto con un bond tra i più conosciuti e amati dagli italiani: un Btp a 10 anni. E’ vero, il diverso merito creditizio dà un vantaggio forte al Btp stimabile in almeno l’1% in più di rendimento annuo (lo spread tra Btp e Bund oggi è dell’1,5%, la Germania ha un una tripla A sia da Moody’s che S&P) ma almeno abbiamo un confronto che rispecchia meglio le scelte degli italiani e possiamo spiegare con maggiore chiarezza come utilizzare al meglio il bond Barclays.
Oggi il rendimento di un Btp a 10 anni veleggia su un 3,88% e offre una tassazione agevolata del 12,5% contro il 26% del bond di Barclays.
Mettendo in uno schemino questi dati conteggiando il reinvestimento delle cedole e ipotizzando quello che ormai si aspetta il mercato, tassi in calo secondo quelli riportati dal grafico sopra, vediamo che il sorpasso tra il rendimento del Btp a 10 anni contro il bond Barclays arriva tra il terzo e il quarto anno.
In pratica, fino a quella data, ipotizzando entrambi i bond sulla parità, all’investitore sarà convenuto il bond Barclays dopo no, il Btp potrebbe risultare più conveniente (scenario ipotizzabile se non ci sarà uno shock di inflazione e forte rialzo dei tassi con il Btp a 10 che dunque si sarà riportato sulla parità dipenderà dall’andamento dei tassi)
In genere la strategia, in uno scenario come l’attuale dei tassi, è quella appunto di sfruttare al massimo la maxi cedola e poi uscire dall’investimento con il bond non troppo sotto la pari, grazie al tasso variabile, prima della scadenza.
Un’altra opportunità potrebbe nascere vendendo il bond Barclays anche prima dello stacco della prima cedola se si sarà apprezzato tanto da registrare una cospicua plusvalenza.
L’esempio è stato fatto per spiegare che, in uno scenario di tassi calanti il fixed to floating deve essere utilizzato per incassare subito la grossa cedola e uscire dall’investimento prima della scadenza. Solo così sarà più probabile aumentare le chance di aver battuto il classico Btp e portarsi a casa un rendimento extra.
Ora gli scenari sui tassi cambiano di giorno in giorno e nessuno può prevedere il futuro, un 10% di cedole iniziale può offrire un ottimo vantaggio iniziale. Uno scenario di guerra o di forti colli di bottiglia per le materie prime, potrebbe incidere sui prezzi.
Punti di debolezza
Dopo aver capito il funzionamento del bond, i punti di debolezza sono ora più chiari da individuare. A fronte di una forte certezza di dove andranno i tassi l’investitore potrebbe trovare soluzioni che rendono meglio, ad esempio se si è certi di un fortissimo calo e poi di una tenuta al ribasso dei tassi, si scommetterà sull’apprezzamento di un bond a tassi fissi. Se però succede qualsiasi shock in grado di fare schizzare tassi o inflazione, allora si avrà preso un forte rischio di trovarsi il bond a tasso fisso sotto la pari rischio che invece non avremmo con il bond di Barclays.
Ancora all’investitore dell’obbligazione Barclays è richiesto di seguire l’andamento del bond e non di lasciarlo lì per anni senza controllarne il prezzo. Buona norma potrebbe essere impostare un take profit, un prezzo di vendita sopra la pari dalla propria piattaforma di trading.
Un buon punto di uscita dovrà considerare il prezzo di acquisto e di vendita del bond che oggi tratta appena sotto la pari a 99,5 euro.
Caratteristiche
Oltre alle caratteristiche elencate sopra ricordiamo che il valore nominale è di 1.000 euro.
La data di emissione è stata il 15 gennaio 2024 e il prossimo 15 gennaio 2025 andrà in pagamento la prima cedola, poi ogni 15 gennaio fino alla scadenza nel 2034 sarà pagata la cedola annuale pari all’Euribor a 3 Mesi. Barclays applicherà il tasso Euribor fissato alle ore 11 di due giorni lavorativi a target precedenti l’inizio di quel periodo di calcolo degli interessi.
I rendimenti sono al lordo della fiscalità che è pari al 26% sugli interessi e altri proventi (vedi capital gain se acquistato sotto la pari).
Le Obbligazioni sono soggette al rischio di credito dell’Emittente. Nel caso in cui l’Emittente non sia in grado di adempiere agli obblighi connessi alle Obbligazioni, gli investitori potrebbero perdere in parte o del tutto il capitale investito.
Qui proponiamo il link alla pagina del prodotto sul sito di Barclays dove trovare caratteristiche e documentazione. In particolare il Kid è scaricabile al seguente indirizzo
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