Boom di adesioni. In un solo giorno Intesa conquista la roccaforte Ubi
Ieri le adesioni all’Opas hanno raggiunto il 71,9%. Il risultato, superiore alla soglia del 66,67%, consentirà a Intesa di controllare l’assemblea straordinaria e poter decidere la fusione. A metà mattina i titoli viaggiano sotto la parità.
Borsa Italiana mette l’ufficialità alla riuscita dell’operazione
Alle 18,15 di ieri la comunicazione: le adesioni nell’ambito dell’Opas di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca hanno raggiunto il 71,9% del capitale dell’istituto bresciano bergamasco (822.627.479 azioni).
A darne notizia le comunicazioni giornaliere di Borsa Italiana, in cui si specifica come «le azioni ordinarie Ubi Banca acquistate sul mercato nei giorni 29 e 30 luglio 2020 non potranno essere apportate in adesione all’offerta».
Si è conclusa con una vittoria schiacciante da parte di Ca’ de Sass la battaglia per ottenere almeno il 66,67% di Ubi per poter controllare l’assemblea straordinaria, e poter decidere la fusione.
Un risultato superiore alla soglia di controllo e ben lontano dalla percentuale del 50% più un’azione indicata come la soglia di validità per la riuscita dell’operazione.
Ieri, l’adesione del Patto Car ha messo la parola fine alla disputa
In una sola giornata le adesioni hanno sfiorato il 30% con l’ingresso di due big nel dossier già nella mattinata di ieri: il patto Car (19% del capitale), e il Fondo Silchester International Investors (8,5% del capitale). Oltre a questi, secondo quanto riportato da una fonte vicina all'offerta, ci sarebbe un 2,5% proveniente da Parvus Asset Management Europe (su una partecipazione complessiva dell'8,6%) e un 4,5% da grandi azionisti e investitori retail del mondo Ubi Banca.
In realtà molti sottoscrittori appartenenti al Patto Car avevano già comunicato la loro adesione all’offerta, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (5,91%), la Fondazione Banca del Monte del Monte di Lombardia (4,96%) e Cattolica Assicurazioni (1%). La restante parte del patto, circa l’8%, fa capo ad alcune importanti famiglie imprenditoriali lombarde. E sorprende questo «giro di giostra» dal momento che si tratta degli oppositori della prima ora all’operazione.
Intesa punta a superate l’80% di Ubi. Attesa per le scelte di Massiah
Contando ancora due giorni per le adesioni, Intesa Sanpaolo potrebbe trovarsi con l’80% di Ubi e, di conseguenza, con il controllo assoluto. Una scommessa vincente, dunque, dopo i mesi di paletti, controlli e rinvii (compresa l’attesa sulla decisione di Antitrust e l’ingresso di Unicredit nell’istruttoria).
Il Sole 24Ore questa mattina rivolge l’attenzione al consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, e all’intero cda chiamato ad approvare la semestrale lunedì prossimo.
Tra le ipotesi quella che Massiah annunci le sue future dimissioni, con la garanzia di una gestione della ordinaria amministrazione fino all’arrivo del nuovo consiglio di amministrazione, probabilmente a settembre. Per la nomina del nuovo board c’è da attendere l’assemblea convocata da Intesa Sanpaolo. Dopo sarà necessaria una assemblea straordinaria per la fusione di Ubi.
Titoli poco mossi a Piazza Affari
Oggi Intesa dopo aver aperto in guadagno dell’1,8%, galvanizzata dalla notizia della chiusura del progetto in anticipo di due giorni rispetto alla nuova scadenza, torna in negativo a metà mattina -0,60% (1,77 euro). Anche Ubi sconta la chiusura del deal e si attesta sotto lo zero (-0,36%) dopo la chiusura di ieri in cui ha confermato il rally dell’intera giornata, con un guadagno dell’8,25% a 3,58 euro contro un listino in rosso dello 0,59%.
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