Boom di richieste per i bond Unicredit


Non si ferma la fame di bond nonstante solo due giorni fa il gruppo non abbia pagato la cedola sui cashes. Richieste pari a 4 volte l'offerta e tutto si chiude nella notte.


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Collocati 2 miliardi di bond

Boom di richieste per i bond Unicredit nonostante solo due giorni fa, il gruppo guidato da Andrea Orcel, avesse annunciato a sorpresa lo stop alle cedole per le obbligazioni convertibili Cashes.

Stanotte il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha collocato bond per 2 miliardi di dollari, dopo l'annuncio di ieri sera, con richieste schizzate a 8 miliardi da parte di 20 investitori. Sul mercato sono arrivati titoli senior preferred callable con scadenza a sei anni richiamabili dopo cinque anni per 1 miliardo di dollari e senior preferred callable con scadenza a 11 anni richiamabili dopo 10 anni per un altro miliardo di dollari per un importo complessivo di 2 miliardi di dollari destinati a investitori istituzionali.

I titoli contribuirranno a garantire liquidità alla curva di credito in dollari. Il processo di book building (collocamento accelerato) che ha visto la partecipazione di circa 200 investitori istituzionali distribuiti in tutto il mondo, di cui quasi il 70% dal Nord America, con ordini totali superiori a 8 miliardi grazie a una forte domanda, ha consentito di migliorare le indicazioni iniziali sul rendimento di 25 punti base.

Per la nota a sei anni la cedola è dell'1,982% per anno per i primi cinque anni, pari su base semi-annuale pari a 120 punti base sopra il tasso del Teasury Usa a cinque anni. Se non viene rimborsata dall'emittente, la cedola sarà reimpostata sulla base del tasso del Treasury Usa a un anno più 120 punti base, un rendimento circa 80 punti inferiore rispetto all'emissione preferred inaugurale del 2017 in dollari, compreso il costo della call.

Per la durata a 11 anni, la cedola è al 3,127% annuo per i primi 10 anni su base semestrale, equivalente a 155 punti base sul Treasury Usa a 10 anni. Anche in questo caso se non richiamato, il bond avrà cedola calcolata sulla base del Treasury Usa a un anno più 155 punti base, circa 85 punti base in meno rispetto all'emissione prederred inaugurale in dollari del 2017 compreso il costo della call.

BofA Securities, Citi, Goldman Sachs International, Jp Morgan, Morgan Stanley, TD Securities e Unicredit hanno gestito il collocamento e agito come joint bookrunners. (riproduzione riservata)

Il forte successo, dopo due giorni dallo stop alla cedola per i cashes è il segnale che il mercato è inondato dalla liquidità- Basti vedere come nella ultima settimana le operazioni di reverse repo, ovvero dove sono le banche che consegnano la loro liquidità alla banca centrale, in Usa hanno raggiunto il picco massimo”, spiega un analista.

Il retroscena e il caso Euroclear

Unicredit aveva appena annunciato che il 25 maggio non avrebbe messo in pagamento la cedola relative alle obbligazioni convertibili Cashes. Il risparmio per l’istituto è stato pari a 30 milioni di euro. Stando a Bloomberg, Unicredit ha la possibilità di saltare anche i prossimi tre pagamenti per un risparmio complessivo di 120 milioni. La decisione è stata motivata con la maxi-perdita di 2,8 miliardi di euro accusata nel 2020.

Proprio le perdite rappresentano un evento sufficiente per saltare il pagamento delle cedole sulle obbligazioni Cashes. Queste furono emesse nel 2009 per 2,98 miliardi, quando la banca era ancora amministrata da Alessandro Profumo. Hanno scadenza nel lontano 2050, per cui debuttarono sul mercato come titoli molto lunghi.

Una precisazione: non pagando la cedola delle obbligazioni Cashes, Unicredit non ha infranto alcuna clausola. Anzi, essa si è avvalsa proprio di una delle clausole contrattuali accettate dagli obbligazionisti. Il punto è un altro: perché non soddisfare i creditori, quando in relazione all’esercizio 2021 la stessa banca ha approvato la distribuzione di un dividendo di 12 centesimi per azione, pari a 268,1 milioni di euro? E ha altresì deliberato un piano di riacquisto di azioni proprie per 178,7 milioni, per cui i soci-azionisti beneficeranno in tutto di quasi 447 milioni di euro, a cui si aggiungeranno altri 652 milioni, legati anch’essi a un secondo piano di “buyback”.

E non è l’unica anomalia di questa vicenda. Sempre secondo Bloomberg, fuori dai mercati regolamentati (OTC) il prezzo delle obbligazioni Cashes è sprofondato da 60,83 a 50,47 nei due giorni precedenti alla comunicazione del mancato pagamento. In pratica, un crollo del 20% che si spiegherebbe con il fatto che il mercato abbia anticipato l’annuncio ufficiale. Ma essendo arrivato a sorpresa, come lo si spiega? Parliamo di variazioni fin troppo macroscopiche per essere ignorate. E anche alla luce del diverso trattamento tra soci e creditori, serve la massima trasparenza.

L’annuncio di non pagare le cedole sui cashes ha addirittura preso in contropiede Euroclear, società specializzata nel regolamento delle transazioni in titoli, che ieri in una ha scritto di aver erroneamente accreditato il pagamento delle cedole su alcuni strumenti finanziari che UniCredit ha deciso di non pagare, ma è in procinto di annullarle. Si tratta appunto dei cashes, per cui alcuni detentori hanno ricevuto la notifica del pagamento di una cedola.

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